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Non vaccinati? Mine vaganti. I giovani soffrono la chiusura ma gli anziani muoiono
15 aprile 2021

L’emergenza Covid è sempre in primo piano, anche perché questa pandemia sembra non finire mai. Colpa anche delle aperture e delle chiusure ricorrenti per accontentare categorie economiche, ma anche politiche, come gli irresponsabili di Lega e Fratelli d’Italia che chiedono aperture, che, alla fine aumentano i contagi. Un caso emblematico è rappresentato dalla Sardegna passata da zona bianca a zona rossa, proprio a causa delle aperture delle quali tutti hanno abusato. Forse sarebbe stato meglio fare come altri Paesi più seri del nostro (Germania, Gran Bretagna e Francia) che hanno puntato a un lungo lockdown totale per andare avanti con le vaccinazioni e poi riaprire in sicurezza. Ora tutte le speranze sono rivolte ai vaccini, unica strada per venire fuori dalla pandemia, anche se vanno registrati anche a Molfetta molti casi di “furbetti” che hanno saltato la fila nel silenzio di chi doveva controllare e che, in qualche caso, ha privilegiato alcune categorie che non erano a rischio. La scelta migliore, che poi è tardivamente arrivata, era quella di vaccinare per fasce di età, per evitare privilegi di qualsiasi tipo. Per le “Inchieste di “Quindici” abbiamo perciò pensato di rivolgere ai cittadini domande proprio sui vaccini. Ecco le domande e le risposte dei nostri interlocutori, che permettono, anche con un piccolo campione di sondare lo stato d’animo di chi oggi vive questa realtà difficile tra timori e speranze. - E’ contento di aver fatto la vaccinazione? - Secondo lei dovrebbero vaccinarsi tutti o lasciare libertà anche a chi non vuole farlo? - Cosa pensa di coloro che non vogliono vaccinarsi? Vanno relegati in casa per evitare possibili contagi? - E medici e infermieri che non si vaccinano, vanno licenziati? - Cosa pensa di quelli che vanno senza mascherina o di coloro che continuano ad assembrarsi? - Secondo lei la vaccinazione di massa va a rilento, ce la faremo a vaccinare tutti entro l’estate? - Quali rischi ci sono? Andavano privilegiate alcune categorie o bisogna procedere per età? - Per le restrizioni della pandemia, hanno sofferto più i giovani o gli anziani? - Secondo lei, dopo la vaccinazione, saremo liberi di fare quello che vogliamo (andare senza mascherina, assembrarci)? Quanto tempo ci vorrà per poter tornare alla vita di prima? - Secondo lei, al termine della pandemia il mondo e la società saranno quelle di prima o cambierà qualcosa (più poveri, meno libertà, più lavoro da casa, meno rapporti umani)? CHI NON SI VACCINA E’ UNA UN PERICOLO Annamaria, insegnante all’IISS mons. Bello 1. Sì, sono molto contenta di aver fatto il vaccino anti-Covid perché mi sento più tranquilla. 2. Io credo che non bisognerebbe lasciare persone non vaccinate in giro, perché queste diventerebbero delle mine vaganti che non ci permetterebbero di uscire da questa situazione di emergenza. 3. Nonostante io creda che tutti vadano vaccinati, è ovvio che non sia possibile rinchiudere in casa chi è contro la somministrazione del vaccino. Va comunque rispettata la scelta personale. 4. Personalmente, non capisco la scelta di questi medici di non sottoporsi al vaccino, perché ritengo che sia quasi un controsenso lavorare nei settori della medicina o dell’infermieristica e non fidarsi di un vaccino che è stato creato proprio da altri medici come loro. Stremati e stanchi da questa situazione, dovrebbero essere i primi a volerne uscire, e quindi dovrebbero anche essere i più consapevoli del fatto che solo il vaccino ci aiuterà a tornare alla vita di prima. È ovvio che comunque questi medici non vadano licenziati, ma utilizzati in altre mansioni, come ad esempio negli uffici, in quanto rappresentano una minaccia per i malati. 5. Le persone che non indossano le mascherine e che continuano a creare assembramenti sono degli incoscienti che non hanno ancora la consapevolezza della situazione che stiamo vivendo. Di solito, le persone che non rispettano le norme per la prevenzione dal contagio, sono coloro che non hanno, per fortuna, mai avuto contagi in famiglia. Purtroppo, continuando a non rispettare le regole il contagio sarà inevitabile. Allora, non è forse meglio rispettare il proverbio che dice: “prevenire è meglio che curare”? 6. Credo che saremo tutti vaccinati entro la fine di agosto, ovviamente se non si verificano nei prossimi mesi, ulteriori problemi con le case farmaceutiche che distribuiscono i vaccini. 7. Credo che il metodo adottato per la distribuzione dei vaccini sia corretto: vaccinare prime le categorie a rischio come medici, insegnanti e anziani è stata una manovra corretta, perché sono le persone più esposte al virus. Adesso si procederà per età. 8. Hanno sofferto e stanno soffrendo di più i giovani, i quali non stanno vivendo le tante esperienze tipiche della loro età, come uscire e interagire con i compagni e gli amici. Il fatto di non poter frequentare la scuola è sicuramente un evento che li segnerà profondamente, sia per il metodo di apprendimento diverso da quello tradizionale, sia per l’isolamento forzato nelle loro stanze che preclude la dimensione della socialità. 9.Continueremo ad utilizzare le mascherine e ad evitare assembramenti almeno per un altro anno, e penso che sarà anche difficile ritornare alle nostre abitudini, ad esempio, quando tutto sarà finito, considereremo quasi anormale abbracciarci. 10. La DAD e lo Smart Working saranno sicuramente incentivati e faranno parte della nostra vita, si continuerà ad utilizzare le nuove tecnologie. Credo che sia impossibile abituarsi a non avere rapporti umani: appena si potrà, sarà bello tornare ad organizzare pranzi e scampagnate con parenti e amici, incontri a cui sicuramente daremo un valore diverso. VACCINARSI E’ UNA SCELTA PERSONALE, NON SI PUO’ ESSERE COSTRETTI Anonima insegnante della “Pascoli-Battisti” 1.Sì, io sono contenta di aver fatto la vaccinazione, l’ho fatta perché lo sentivo quasi come un dovere, in quanto insegnante voglio proteggere i miei alunni e in primis la mia famiglia. Nonostante questo, non so se farò la seconda dose, perché ho dei ripensamenti, che non dipendono dal concetto di vaccinarsi in sé, bensì dal tipo di vaccinazione: avrei preferito che il vaccino fosse stato lo stesso per tutti, non diverso per ogni categoria. 2.Per me, vaccinarsi è una scelta personale, non bisogna togliere la libertà a nessuno: ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria vita. Inoltre, anche se io ho fatto il vaccino, nessuno esclude la possibilità che io mi ammali di Covid oppure contagi altre persone senza saperlo, in quanto dopo le prime vaccinazioni, alcune mie colleghe sono comunque risultate positive. 3.Chi non vuole vaccinarsi, è libero di non farlo. Alla fine, sono loro che non proteggono la loro vita e magari la vita delle persone a loro più care. 4. Anche i medici e gli infermieri possono decidere di non vaccinarsi, e non vanno assolutamente licenziati. 5. Le persone che continuano ad assembrarsi sono ignare della situazione e non hanno avuto un minimo contatto con la malattia, né personalmente né attraverso parenti o conoscenti. 6. Non so quando finiremo di vaccinare tutti, ma spero davvero che entro quest’estate si riesca a completare il ciclo dei vaccini. 8. I giovani hanno sicuramente sofferto tanto, così come i bambini, ma gli anziani hanno pagato a caro prezzo questa pandemia. 9. Sinceramente non voglio nemmeno pensare a quando tornerà tutto alla normalità, semplicemente perché credo che sia un avvenimento ancora molto molto lontano, e questo mi rattrista e mi spaventa, però la speranza è l’ultima a morire. 10. Secondo me, al termine della pandemia, tutto tornerà come prima. Forse apprezzeremo un po’ di più alcuni momenti che ci sono stati negati per tutto questo tempo, come i pranzi o gli incontri con gli amici e con i parenti. IL DOPO PANDEMIA E I NUOVI POVERI Anonima collaboratrice scolastica al Ferraris 1.Sì, sono molto contenta di aver fatto la vaccinazione. 2.Secondo me, il vaccino dovrebbe essere una questione di buon senso: nessuno dovrebbe essere costretto a vaccinarsi, ma tutti dovrebbero volerlo. 3. Io penso che chi decide di non vaccinarsi sia non informato, nel senso che non ha ben compreso la fortuna e l’opportunità che lo Stato ci sta concedendo nel vaccinarci. È ovvio che queste persone non vadano rinchiuse in casa, ma devono essere persone responsabili e doppiamente attente nel rispettare le norme di sicurezza. 4.I medici che decidono di non vaccinarsi non vanno licenziati, ma dovrebbero riflettere sulla loro decisione in quanto dovrebbero essere d’esempio per i cittadini. 5. Credo che chi continua a creare assembramenti non abbia vissuto la paura del contagio e quindi sottovaluta la situazione che stiamo vivendo. Di certo, il loro non è un comportamento rispettoso e responsabile. 6.Sicuramente, ci sono altri paesi che hanno mantenuto un ritmo molto più costante rispetto all’Italia, ma sono fiduciosa e credo che al più presto saremo a buon punto con la somministrazione dei vaccini. 7.Ritengo che la divisione delle categorie delle persone da vaccinare sia corretta in quanto dà la possibilità di vaccinare sia i più grandi sia i più piccoli, partendo dai più anziani e da chi lavora a contatto con la gente. 8.Secondo me hanno sofferto sia i giovani sia gli anziani, in quanto, seppur in modo differente, a tutti è stato tolto qualcosa. 9.Non torneremo alla vita di prima, se non tra un anno. Le vaccinazioni aiuteranno a rendere questo periodo più breve possibile. 10.Ci saranno dei cambiamenti dopo la pandemia: sarà difficile tornare a considerare i rapporti umani quelli di una volta, e sicuramente ci saranno grandi cambiamenti dal punto di vista economico e nasceranno nuove categorie di poveri. Il lavoro da casa è una nuova scoperta, ma è sicuramente più produttivo il lavoro in presenza. Sara Mitoli L’OBBLIGO DEL VACCINO NON LEDE LA LIBERTA’ PERSONALE Mario Altomare, 22 anni, studente di medicina 1) Mi ritengo davvero fortunato ad aver ricevuto la vaccinazione considerando il periodo che stiamo vivendo. Sono contento perché in questo modo posso cautelare la mia persona e anche chi mi circonda. 2) Penso che la libertà individuale sia un punto importante della società odierna, ma proprio perché siamo una società va cautelato il bene di tutti. Non vedo in che modo un obbligo vaccinale possa, in qualche modo ledere la libertà personale. Probabilmente il vero problema è sulla possibilità di scegliere il tipo di vaccino che si desidera fare e, su questo, sono parzialmente d’accordo. Per il momento è necessario raggiungere una precisa percentuale di vaccinati, superata la quale, si può permettere a chiunque di poter scegliere. È un po’ come se fossimo in carestia: prima bisogna pensare a garantire il pane a tutti e poi, in periodi migliori, si può pensare alla parmigiana. 3) Non è necessario relegare le persone in casa però non si aspettassero posti in terapia intensiva. 4) Il dovere dell’operatore sanitario, che sia medico, infermiere, OSS etc. è quello di cautelare e curare il paziente. Dal momento che si tratta di un vaccino e non di eroina non capisco il motivo per il quale una persona che dovrebbe avere le conoscenze per comprendere si oppone. Non sono d’accordo con il licenziamento, ma d’accordo con una formazione maggiore e l’esonero per tale periodo. 5) Sono sicuro che sono comportamenti puramente superficiali, sono pochi gli sbruffoni che si vogliono far notare come ribelli della società. Non è facile cambiare la propria vita ma invito qualsiasi persona, prima di uscire di casa, a girarsi e guardare il proprio nonno, nonna, madre, padre, zio o zia e chiedersi se vale la pena. 6) Non mi sono informato sul sistema logistico del nuovo governo, però ho sentito parecchi anziani e professori che hanno ricevuto almeno una dose. Penso sia una necessità vaccinare prima dell’estate perché capisco che con 40 gradi saranno in pochi ad andare a mare con la mascherina 7) Il rischio è di lasciare qualcuno indietro, ma mi trovo d’accordo con il piano vaccinale del governo. 8) Penso che abbiamo sofferto tutti, chi più chi meno, perché abbiamo dato un triste arrivederci alla vita che facevamo un paio di anni fa. 9) Ovviamente dopo la vaccinazione la stretta sarà minore come stiamo vedendo per Inghilterra o Israele, ma prima di tornare alla nostra vera normalità penso che dobbiamo essere sicuri di aver messo la parola Fine a questa pandemia. 10) Penso che abbiamo imparato molto da questo periodo come dare la giusta importanza alle giuste persone e capire la cose veramente essenziali per la nostra felicità. Penso che questa pandemia abbia avviato una bomba ad orologeria e, al termine, non mi sorprenderei di vedere un esplosione di vita negli occhi di tutti. Sara Quarato, 45 anni, insegnante 1) In un momento come questo, ritengo che il termine “contento” non sia quello più adatto, nonostante ciò sono fiduciosa nella sperimentazione che si è fatta per arrivare a questo vaccino, e spero che in un immediato futuro saremo tutti contenti di esserci vaccinati. 2) Stiamo attraversando un periodo così difficile, da non poterci permettere di lasciar fare una scelta così azzardata e pericolosa ad ognuno di noi: penso che la “questione vaccini” non possa essere considerata una scelta personale; resta però il fatto che la libertà di scelta è un diritto umano, e ogni cittadino dovrebbe essere libero di scegliere se la propria situazione fisica e psichica possa riuscire a fronteggiare gli effetti collaterali del vaccino. 3) sono del parere che ogni essere umano in questo periodo, anche per una piccola frazione di tempo, abbia pensato alle proprie conseguenze in caso di non vaccinazione. La soluzione secondo me non deve essere relegarli in casa, ma far sì che queste persone adottino degli atteggiamenti responsabili nei confronti del prossimo essendo coscienti del fatto di non essere vaccinati e di costituire un pericolo per la società 4) la situazione negli ospedali, invece, si presenta contraddittoria: un medico o un infermiere deve fidarsi della scienza, soprattutto operando in questo ambito, devono dare supporto alla medicina, e dovrebbero essere indirizzati verso la vaccinazione dall’ente per cui lavorano. 5) penso che ci sono ancora molte persone che non si sono rese conto della gravità e del pericolo di questa situazione. 6) secondo me la vaccinazione di massa non va a rilento perché non è semplice organizzare una campagna vaccinale in poco tempo e con esigenze particolari essendo in piena pandemia: sono fiduciosa che si possa riuscire a vaccinare tutta la popolazione entro l’estate. 7) il rischio è che la pandemia continui, ma se i vaccinati aumentano di giorno in giorno il rischio sarà minore, salvo le varianti; il metodo vaccinale con cui si è attuata la campagna destinando i primi vaccini alle categorie più esposte (operatori sanitari, anziani) è stato corretto. 8) secondo me hanno sofferto di più gli anziani, i disabili e le persone che vivono in solitudine, per la mancanza di contatti umani e di vita sociale. Per quanto riguarda i giovani penso che abbiano avuto l’occasione di capire le vere difficoltà della vita e si siano responsabilizzati notevolmente. 9) sebbene ci saremo tutti vaccinati non saremo liberi di tornare alla vita di prima (abbracci, strette di mano) perché in noi resterà un po’ il timore del contagio e anche a causa delle varianti del virus. 10) mi auguro che questa pandemia non lasci i segni che hanno lasciato le guerre del passato, e che quindi ci sarà bisogno soltanto di una parziale ricostruzione economico-sociale. Noemi Iurino, operatrice sanitaria 1. Sì, perché grazie al vaccino posso adempiere al mio lavoro tranquillamente e non aver paura di contagiare i miei cari. 2. Secondo me dovrebbero vaccinarsi tutti per redimersi totalmente da questo virus 3. secondo me il non voler vaccinarsi è sintomo di ignoranza. 4. coloro che operano in ambito medicoscientifico e si rifiutano di vaccinarsi vanno allontanati dall’esercizio del proprio lavoro momentaneamente. 5. penso che la gente ormai sia stanca di tutte le limitazioni imposte durante l’anno senza avere nessun risultato. 6. No, perché il commissario straordinario Figliuolo ha affermato che il 70% della popolazione italiana sarà vaccinata entro ottobre 2021. 7. Penso che procedere per vaccinazioni per età sia un metodo equo ed efficace. 8. I giovani assolutamente per le mancate interazioni sociali. 9. Dopo la vaccinazione saremo tutti liberi dal virus, e di vivere liberi senza mascherina e restrizioni. 10. Dopo la pandemia ci sarà più digitalizzazione nell’ambito lavorativo, la classe media sarà più impoverita, mentre i ricchi saranno più ricchi. Luisa Azzollini DUBITIAMO CHE SAREMO TUTTI VACCINATI ENTRO L’ESTATE Francesca, 22 anni, infermiera Sì. Chi non vuole, è libero di non farlo. Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Dovrebbero avere un valido motivo per il quale non vaccinarsi e rinunciare, però (patologie gravi, ad esempio, che possono aggravarne le condizioni). No, ma si espongono ed espongono gli altri a grandi rischi, questo è certo. Penso che non hanno ancora capito la gravità della situazione, probabilmente perché non l’hanno vissuta. Forse sono stanchi delle restrizioni e vorrebbero ritornare liberi come prima ma adesso, la cosa migliore è stringere i denti e lottare per un futuro migliore. Onestamente ne dubito. Ci sono rischi così come in tutti i vaccini precedentemente messi in commercio. Sì, secondo me andavano privilegiate alcune categorie. Hanno sofferto entrambi a loro modo. Vaccinarsi non è sinonimo di immunità. Bisogna tenere la mascherina, evitare assembramenti e continuare a mantenere elevato il grado d’igiene, specie delle mani. Spero che tutto torni alla normalità tra un anno, credo che pensare e parlare di normalità per questa estate, sia presto. Il Covid ci ha cambiati, questa è un’esperienza che ci sta segnando, ci segnerà e ci terrà più all’erta. Probabilmente faremo più attenzione alla pulizia, a prendere in considerazione i dispositivi di protezione individuale. Riguardo l’economia mi auguro che tutto ritorni come prima, dovremmo sempre ricordarci che insieme ce la faremo. Vittoria, 48 anni, insegnante 1) Sì, ne sono contenta. 2) Secondo me dovrebbero vaccinarsi tutti. 3) Penso che dovrebbero stare a casa, soprattutto se svolgono una professione che li mette a stretto contatto con altre persone. 4) Il licenziamento mi sembra eccessivo, io mi limiterei all’obbligo di vaccinarsi. 5) In due parole, penso che siano degli irresponsabili. 6) Io temo che non riusciremo a vaccinare tutti entro l’estate. 7) Il rischio è che non si riesca a far scendere il numero dei contagi e quindi questa situazione si protragga oltre l’estate. Certo, le categorie più a rischio andavano vaccinate per prime. 8) Credo più i giovani. 9) Temo di no, credo che saremo costretti ad usare le mascherine ancora per molto. Non credo che torneremo alla normalità prima dell’estate del 2022. 10) sicuramente si terranno in vita alcuni vantaggi scoperti con questa pandemia (es. riunioni da remoto, con risparmio di tempo e soldi) e sicuramente ci saranno più poveri. A. S. 23 anni, studentessa 1. Sì. 2. Dovrebbero vaccinarsi tutti. 3. Non vanno relegati in casa, penso che debbano semplicemente assumersi le dirette conseguenze delle proprie scelte. 4. No, sarei contraria. 5. Penso che ad ogni azione corrisponda una reazione uguale e contraria e, andando senza mascherina, non accelereranno il processo di guarigione. 6. Secondo me no, non ce la faremo. 7. Sì, secondo me andrebbero privilegiate alcune categorie. 8. Secondo me gli anziani. 9. Non saremo liberi completamente, ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di tornare alla normalità. 10. Cambierà qualcosa, ci saranno dei pro e contro in base al cambiamento che avverrà e a quale. Giusy, 24 anni, infermiera 1) Sì. 2) Secondo me dovrebbero farlo tutti. 3) Potrebbero adottare una soluzione alternativa e sottoporsi ad un tampone molecolare ogni 10 giorni al fine di assicurare di non essere portatori del virus, laddove il tampone sia positivo si provvede alla quarantena fiduciaria. 4) I sanitari che non si vaccinano sono degli incoscienti. Più che licenziati andrebbero interdetti dall’esercitare la professione fino a vaccinazione avvenuta. 5) Penso che sono degli incoscienti anche loro. Capisco l’essere stanchi della solitudine, dello stare in casa e tutto, ma sono proprio questi comportamenti che continuano a far dilagare il virus. 6) Entro l’estate non penso proprio, se tutto andrà bene, a Febbraio dell’anno prossimo staremo vaccinando i giovani e forse, per allora, quelli che si sono vaccinati subito dovranno fare già un richiamo. 7) Il rischio è ovviamente quello di non rispettare le regole per coloro che sono momentaneamente esclusi dal piano vaccinale. È giusto il progredire per età e rischio patologico, hanno sbagliato ad includere nelle categorie alcune classi di lavoratori che non rappresentano la priorità al momento. 8) Penso che abbiano sofferto tutti in egual misura. Sicuramente i giovani sono più abituati ad uscire, incontrarsi, andare al cinema o al ristorante. Mentre gli anziani, anche i più sedentari, comunque sono stati privati della possibilità di avere compagnia, ricevere visite o banalmente andare a fare la spesa o le visite mediche di controllo. 9) Dopo la vaccinazione della popolazione totale si dovrà comunque avere cautela per poter assicurare che ci sia la completa copertura della popolazione e la scomparsa del virus sul territorio. Probabilmente ci vorranno un paio di anni per tornare alla normalità. 10) Sicuramente ci saranno molti cambiamenti nel tessuto sociale, soprattutto a livello lavorativo. Sono molte le persone che hanno perso il lavoro in questa pandemia e che hanno necessità di ripartire. Molte aziende terranno in considerazione il telelavoro come una possibilità quotidiana, soprattutto per coloro che hanno una famiglia di cui occuparsi. Anonimo Sì. Sono contento di aver fatto la vaccinazione poiché mi fa sentire più sicuro nei confronti del rischio di infettarmi e di contagiare altri. Il vaccino è la medicina più efficace che esista perché previene una malattia. C’è anche un proverbio che dice “prevenire è meglio che curare”. Tutti dovrebbero farlo perché, a mio parere, il buon senso ci dice che è giusto così e quindi non avrebbe senso imporre l’obbligo di vaccinarsi verso una malattia così pericolosa. Nel caso in cui il numero di soggetti che non vuole vaccinarsi non sia più una minoranza ma diventi talmente grande da mettere a repentaglio il raggiungimento dell’immunità di gregge, penso diventi necessario imporre l’obbligo anche a chi non vuole farlo per il bene comune; in caso contrario il virus continuerebbe a circolare tra chi non si è vaccinato, continuerebbe a uccidere, mutare e potenzialmente potrebbe illudere i vaccini compromettendo anche la salute della grossa fetta di persone vaccinate. La libertà di chi non si vuole vaccinare, secondo la mia modesta opinione personale, dovrebbe finire dove inizia il diritto degli altri a star bene. Penso che coloro che non vogliono vaccinarsi abbiano bisogno di essere informati nella maniera più compatibile al loro bagaglio culturale circa la composizione, l’efficacia, gli effetti collaterali, il funzionamento e l’importanza indiscussa in ambito medico dei vaccini. Non parlo di un’opera di convincimento ma di un progetto informativo che dia ampio spazio a dibattiti e curiosità. Mi sembra davvero brutto pensare di licenziare questa gente. Penso che il dialogo tra colleghi basti a risolvere questo problema: un dialogo costruttivo, tecnico e basato su dati scientifici che si svolga magari sul panorama nazionale o addirittura internazionale. Parliamo di uomini di scienza e che come tali agiscono in relazione a quanto la scienza medica dimostra; perciò se un medico è in disaccordo con dei principi scientifici lo dimostra per far valere le proprie tesi, se un medico o un infermiere non agisce secondo teorie scientifiche dimostrate mi domando quale medicina pratichi. Qualora il dialogo non basti mi pare che l’allontanamento dai luoghi di lavoro sia necessario visto che sono soggetti ad alto rischio di contagiarsi e di conseguenza di contagiare. Penso che compiere tali azioni sia molto ingenuo. Si stanno somministrando tanti vaccini ogni giorno e questo è un dato che dovrebbe darci la forza di continuare ad avere pazienza. La variante inglese sta aumentando di prevalenza e centinaia di persone muoiono ancora ogni giorno: questi dati dovrebbero invitarci a prestare sempre attenzione. La vita è un bene prezioso che non si può rischiare di perdere per così poco: alla fine dei conti ci chiedono solo una mascherina e un metro di distanza. Non conosco le variabili che condizionano la velocità con cui procedono le vaccinazioni e nemmeno ho studiato approfonditamente il piano vaccinale. Secondo me potrebbero andare più veloci senza dubbio e spero che verremo vaccinati tutti entro la fine del 2021. Non ci sono rischi per la salute. Non vaccinarsi è un rischio. Se si fa il vaccino dopo un’adeguata anamnesi (importante soprattutto per eventuali allergie) e si rimane in osservazione per pochi minuti dopo il vaccino non capita nulla di grave a parte effetti collaterali comuni come stanchezza, dolori muscolari e febbre. Per quanto riguarda le categorie penso che il governo italiano stia attuando la strategia più giusta, ossia quella di vaccinare prima le categorie più fragili e più a rischio di morire per Covid-19. Riflettendo su questo argomento potrei pensare che dal punto di vista economico sarebbe più utile vaccinare i giovani adulti impegnati nel mondo del lavoro rispetto alla categoria degli anziani. Questo pensiero entra in contraddizione sul concetto del valore di una persona che non si può pesare economicamente. A mio parere la vita di un anziano ha la stessa dignità di un giovane nel fiore degli anni e ha lo stesso diritto alla salute; l’anziano, essendo una persona più fragile, ha diritto ad essere privilegiato. Privilegiato mi sembra una parola ambigua in questo contesto: preferirei dire che l’anziano è più tutelato. Parliamo della stessa tutela riservata al giovane, cioè la vaccinazione, però visto che sono loro le vittime più frequenti è giusto che a loro spetti la precedenza. Non so chi ha sofferto di più e penso che non sia possibile dare una risposta perché la sofferenza dipende da tanti fattori individuali. Ci sono giovani che hanno saputo sopportare bene le restrizioni e altri che hanno sofferto molto il distacco fisico dagli amici e parenti. Lo stesso vale per gli anziani. Non so bene. Questo dipenderà sicuramente dall’andamento della pandemia e soprattutto dalla valutazione dell’efficacia a lungo termine dei vaccini. Penso che continueremo a usare la mascherina anche dopo la vaccinazione di tutti e che si potrà cominciare a parlare di ritorno alla vita normale nel 2022. Senza dubbio cambierà qualcosa. L’economia è stata danneggiata e i poveri aumenteranno. Penso che ci sarà una lenta ripresa dell’economia e che sia nei rapporti umani che nel lavoro si considererà più spesso la possibilità di ricorrere alla tecnologia per sfruttarne i numerosi vantaggi. Francesca Perchiazzi © Riproduzione riservata

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