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No ai ticket sui farmaci: la salute non è merce
20 febbraio 2003

Abbiamo ricevuto questa lettera dalla Lombardia, l'abbiamo inserita nella rubrica DITE LA VOSTRA, ma la riproponiamo anche fra le NEWS perché è sintomatica della situazione della sanità e può interessare a tutti e potete esprimere le vostre opinioni in merito sia qui che a "Dite la vostra" o anche nel FORUM sul "Riordino ospedaliero". Lo Staff di "Quindici on line" Buona salute a tutti. È arrivato il regalo di Natale e di Capodanno, per i cittadini lombardi, con l'introduzione di nuovi ticket, sui farmaci, sul pronto soccorso, sulle prescrizioni diagnostiche. Questa è la differenza che fa del centrodestra, togliere diritti, tagli allo stato sociale, alla sanità pubblica, alla scuola pubblica, alla previdenza ed assistenza. Quello che il governo precedente di centrosinistra aveva migliorato, e che nella sanità portava all'abolizione degli odiosi ticket a partire con il primo gennaio 2003, (odiosi ticket dico perché vanno a colpire gli anziani, gli ammalati, i cittadini più deboli e più bisognosi) è stato annullato. Quando invece ci sarebbe bisogno di una sanità moderna che metta al centro il cittadino, la persona. E che siano riconosciuti i suoi bisogni e i suoi diritti alla salute e che sia garantita la salute a tutti i cittadini dal nord al sud d'Italia. I cittadini, le famiglie rischiano di pagare un prezzo pesante alle politiche del centrodestra. I lombardi hanno già pagato in questi ultimi due anni prezzi alti a queste politiche del centrodestra lombardo, ogni anno paghiamo sempre più tasse regionali per coprire il buco di bilancio nella sanità, causato dalla giunta regionale lombarda di centrodestra, sono stati tagliati già molti posti letto per le persone anziane non autosufficienti, e il brutto sembra deve ancora venire, con altre chiusure di altre strutture ospedaliere, e servizi, e di altre svendite. E una vergogna per persone che hanno lavorato una vita che nel momento del bisogno sono lasciati soli con le famiglie in grave difficoltà. Andando avanti di questo passo la rete ospedaliera e l'assistenza pubblica, rischia una vera crisi, e di non garantire un soddisfacente livello dei servizi. Costano sempre più care le scelte di politica sanitaria della giunta regionale lombarda, con la sua apertura massiccia ai privati, e con la spinta ad un consumo sfrenato di prestazioni sanitarie private, come se la sanità fosse un grande supermercato in cui acquistare di tutto e di più. Si ricordino questi signori che la salute non è merce. Da qui l'aumento delle tasse negli anni scorsi e quelli futuri, tagli fatti e futuri, l'aumento dei costi per i cittadini e per le famiglie. Anche le scelte contenute nella finanziaria 2003 del governo italiano di centrodestra in linea con quello regionale, tagliano le risorse per la sanità pubblica e lo stato sociale, aggravando ancora di più il problema. La devolution di Bossi non è federalismo ma un modello che fa saltare i diritti delle persone, e va a colpire il Servizio Sanitario Nazionale, i suoi principi e obiettivi universalistici, di solidarietà e del diritto alla salute per tutti i cittadini. Il centrodestra si prepara a destrutturate il sistema di garanzia e di sicurezza sociale. Chi avrà le possibilità economiche potrà farsi una assicurazione privata avendo i servizi migliori, chi non avrà tale possibilità dovrà accontentarsi di prestazioni più scadenti, di serie B, e di un sistema sanitario pubblico lasciato peggiorare. Io penso e credo che sarebbe meglio che tutti insieme cari cittadini, ci battessimo per un cambiamento, per un miglioramento della sanità pubblica, per qualificare i servizi, per abolire le liste di attesa, per abolire i ticket, per semplificare le procedure per accedere ai servizi, meno burocrazia, per mettere al centro delle scelte il cittadino, la persona, e soprattutto i bisogni di salute, di sicurezza, di serenità, dei più deboli. Se nelle scelte sanitarie riusciremo a far prevalere questo avremo sicuramente una sanità migliore, più umana, più giusta per tutti. Francesco Lena
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