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Nel quartiere senza regole sta tornando l'illegalità
15 settembre 2007

È proprio dal centro storico, l'embrione dell'ibrida Molfetta che proviene l'allarme di una cittadinanza stanca dell'indifferenza e del disimpegno delle autorità nei confronti dell'inciviltà e della delinquenza. Sembra ormai che ci sia una nuova giurisdizione per questa frazione di Molfetta dove è alquanto diffi cile camminare da soli senza essere importunati, dove piccoli clan si riuniscono facendo forza sul silenzio della massa impaurita e dove quindi spesso gli scippi, i furti di automobili, di barche, gli atti intimidatori, l'ambiente degradato non fanno notizia. Eppure sono ormai consuete le lamentele della gente che si sente impotente di fronte all'organizzazione di questi gruppi in quanto la prepotenza e l'arroganza cominciano a regolare un ambiente sempre più selvaggio e liberticida. Spaventa che questi gruppi raccolgano in sé un potere indisturbato, autonomo da leggi e doveri da cittadino. Anche le numerose attività e gli artisti che sono sorti nella suggestiva penisoletta sembrano offuscati da un clima circostante di diffi denza nei confronti del libero e quieto vivere altrui. Così nonostante l'unicità di un centro storico ricco di storia legata alle dominazioni di longobardi, bizantini, normanni, svevi, angioini e aragonesi e decorato dalla loro arte e cultura, e nonostante la tipica creatività dei molfettesi sempre inclini ad iniziative e attività, il centro storico resta un luogo malfamato, da evitare. E' sempre rischioso lasciare l'auto nei paraggi, andare a pesca la sera, utilizzare lo scalo per imbarcarsi sul proprio gommone, tutto è ben controllato fuorché dalle autorità. Si preferisce non compromettersi e non rischiare in inutili disquisizioni preferendo la comoda rinuncia all'azione, ci pensano altri illusi a cercare di cambiare le cose. E tutto resta immutato. Dunque le numerose attività favorite dal comodato d'uso per arricchire la città vecchia non possono che fare da sfondo a una situazione delle più negative e soccombe- Nel quartiere senza regole sta tornando l'illegalità re inesorabilmente. Da ciò deriva la scarsa utilizzazione di molti locali e la richiesta di misure più effi cienti di affi damento e revoca degli stessi. E' proprio questo “monopolio” della piccola delinquenza nel centro storico che fa preoccupare. Inoltre circa 70 appartamenti appartenenti all'Iacp (Istituto autonomo case popolari) che saranno liberati nel gennaio 2009. Essi sono attualmente occupati dalle famiglie che vivevano nei palazzi demoliti in Via Aldo Fontana, dove torneranno quando i lavori di ricostruzione saranno ultimati. Molti temono che, dato lo scarso controllo, molti potrebbero occupare abusivamente gli appartamenti facendo forza sull'intimidazione e sulla solita prepotenza. Allo stesso modo non gioverebbe a Molfetta l'affi damento di tali appartamenti a famiglie provenienti da altre palazzine popolari in quanto ridurrebbe defi nitivamente la zona ad un sobborgo, nel migliore dei casi ad un quartiere dormitorio o quasi certamente alimenterebbe la delinquenza già diffusa ad opera dei soliti. Vista la nota caratteristica dei vicoli molfettesi simili a vecchi carruggi, i monumenti e gli antichi palazzi mobiliari, il Duomo, l'incantata vista sul mare introdotto dal decorativo porticciolo, il nostro centro storico accoglierebbe magnifi camente locali e negozietti, ristoranti e botteghe ed potrebbe offrire vedute uniche e prodotti tipici data l'infi - nita risorsa di cui disponiamo quale è il mare. Sarebbe potenzialmente molto più ricco di molti altri centri storici limitrofi che grazie all'iniziativa delle istituzioni sono stati attrezzati e resi idonei al turismo in modo da offrire giovamento all'intera economia cittadina. Sembra che la lungimiranza non faccia per noi e che non ci interessi disporre le basi per un nuovo futuro sviluppo, ci interessano solo i profi tti immediati e semplici, senza troppi disturbi, pare che l'orizzonte non vada oltre il nostro naso. La presenza dell'amministrazione deve essere totale ed egualmente distribuita in ogni situazione, anche e soprattutto in quelle più diffi cili. Solo così la cittadinanza potrà partecipare allo sviluppo di se stessa e dell'intero paese.
Autore: Giacomo Pisani
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