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Nel mezzo del cammin di nostra vita
15 febbraio 2017

Un’opera dallo straordinario potere visionario, in cui utopica progettualità, tensione etica, legami terreni e soluzione del vincolo materico coesistono e vibrano in un perfetto connubio di armonie e disarmonie, di “aspro parlar” e laica o mistica preghiera: questo e altro ancora è la “Commedia” dantesca. È con tale testo fondativo della nostra più celebre produzione letteraria che il Collettivo dell’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Gaetano Salvemini” di Molfetta ha scelto, con grande coraggio, di cimentarsi scenicamente. Fortemente voluto dal Dirigente scolastico, il prof. Donato Ferrara, che, nel corso della rappresentazione serale, ha salutato con emozione e vibrante partecipazione il pubblico intervenuto, lo spettacolo è stato ideato dalla docente Rita Campi. Vera e propria pasionaria del teatro studentesco, la Campi si è avvalsa, per la regia e la drammaturgia, dell’ausilio della dott.ssa Annarita Castoro e, quale coordinatrice musicale, della professoressa Giovanna Panunzio. Il team di insegnanti, completato dai docenti Mauro Cappelluti, Lucia Naglieri (rispettivamente Dante auctor e voce recitante fuori scena), da Zaccaria Mele (alla regia tecnica) e dagli assistenti tecnici Francesco Selvaggi e Michele Vino (il service audio-luci è stato curato da “Architettiamo eventi” di Ilario Mastropasqua), ha saputo ben canalizzare le vitalistiche energie degli allievi dell’Istituto, ai fini della realizzazione di una performance suggestiva. Caratteristica dell’allestimento un’abile scelta scenografica: a fungere da seducente scenario sono state, infatti, le immagini proiettate sullo schermo, in un mélange delle più celebri realizzazioni relative alla Commedia e ai suoi personaggi, con ammiccamenti alla memoria cinematografica e alle surreali elaborazioni virtuali, fascinose soprattutto nella bella sequenza incipitaria della selva. La scelta dei costumi punta sull’effetto simbolico, con l’accostamento di abiti più vicini alla tradizione iconografica (si consideri il caso di Beatrice) ad altri di carattere minimalista (la soluzione adottata per le anime dei dannati). Sul piano drammaturgico, ai versi del Poeta, ora riprodotti fedelmente ora parafrasati o riassunti, si sono alternate sequenze di canto e danza, con un susseguirsi di classico e popular o pop elettronico, di funky dance e tango. Non ultimo, affascina il possente empito sinfonico delle scene degli Inferi. Tutto allo scopo di sottolineare la profonda attualità di un testo in cui vigorosi si librano l’amore verso l’umanità e lo sdegno di un intellettuale cruccioso per il degrado di tempi corrotti. Bravi i protagonisti: etereo e convincente il Dante di Gabriele Curatolo; dotata di grazia, anche nel lindore della dizione, la Beatrice di Lucia Capurso; virtuosa del canto Lorena Fanelli, nel ruolo di Piccarda Donati; deciso, severo e al contempo rassicurante il Virgilio di Gianfranco Lavoratti. Un plauso a tutti gli interpreti, per la cura e la passione con cui hanno recitato i versi danteschi, tra l’altro in una perfetta realizzazione (e non è poco!) dei principi dell’integrazione e dell’inclusione (Chiara Sasso, Simone Ceci, Daniele Lazzizzera,Mauro Dhobbai, Giovanni Forcella, Matteo Contursi, Nicola F. Caravella, Giuseppe Giuliodibari, Manuela de Pinto, Paola Spezzacatena, Rossella Annoscia, Umberto Bevilacqua, Anita Minervini, Mariele Pedone, Sara Andriani, Annalisa de Gennaro). Ottimi coreografi i giovanissimi studenti Antonio Basile e Annarita Fiorentino, ben affiancati, nelle vesti di ballerini solisti, da Damiana del Vescovo, Domenico Barile e Teresa Annese; all’eleganza dei danzatori ha fatto da valido supporto l’intero corpo di ballo (Angela Silvestri, Luana de Bari, Ylenia de Bari, Sonja Toni, Ylenia Cappelluti, Pasqualina Gadaleta, Ivana Losito, Federica Andriani, Erika Cantatore, Marina Tatulli, Angela Silvestri, Giovanna dell’Olio, Claudia Giancaspro, con la graziosa partecipazione della piccola Michela Bevilacqua). Alcuni dei brani musicali sono stati efficacemente eseguiti dal vivo dall’orchestra del “Gaetano Salvemini”, costituita da Leonardo Zonno (violino), Smilla Basciani (arpa), Marco de Gennaro (chitarra) e Gabriele Curatolo (tastiera). Tecnici del suono gli alunni Andrea Ventura e Domenico dell’Orco. Un trionfo della gioventù, della gioia di vivere: il vero Inferno è nelle notizie rivenienti da un nuovo Medioevo che ci incalza e angoscia, ma, per lo spazio di novanta minuti, questi giovani studenti, nella loro personale interpretazione di Dante, ci lasciano illudere che esso possa tradursi in una danza spudoratamente catartica, preludio all’apoteosi dell’Amore.

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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