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Motivazione: non sono siti d'interesse comunitario
15 ottobre 2010

Il Comune di Molfetta propone, la Regione Puglia non dispone. Bocciati i progetti dell’ing. Francesca Caldarola, pur giudicati validi e importanti in sede di commissione. Lama Cupa e l’agro di Molfetta, nonostante la bellezza paesaggistica e il valore ambientale, non sono siti d’interesse comunitario e non appartengono ai Siti Natura 2010. Insomma, niente fi nanziamenti dalla Regione, niente progetto esecutivo. Rammarico per l’ing. Caldarola, ex-presidente della Fidapa sezione di Molfetta, che spera nell’intervento dell’amministrazione in merito al ciclovia nell’agro «per cercare di strappare un fi nanziamento alla Regione per un progetto funzionale al turismo cittadino, a meno che l’amministrazione non fi nanzi il progetto con investimenti pubblici o privati». P E R C O R S O ESCURSIONISTICO SU LAMA CUPA Dalla spiaggia ciottolosa al villaggio Belgiovine, con un sentiero in terra battuta per fi - nire su un tracciato risalente agli anni ’90, utilizzato per l’interramento della condotta fognaria del quartiere di via Terlizzi: questo lo scheletro del percorso escursionistico, innestato nella Ciclovia Adriatica (itinerario n.6 della FIAB). Un’idea semplice da 400mila euro, un percorso naturalistico per escursioni e passeggiate lungo l’alveo di Lama Cupa. Respinto il progetto per le motivazioni sopra citate. «Lungo questo percorso si possono ammirare torri cubiche in pietra a secco, piscine per l’accumulo dell’acqua, muretti a secco di antiche origini, oltre alle scarpate, per lo scorrimento delle acque piovane, e le briglie, per rallentarne il fl usso». Suggestioni ambientali, come le costruzioni in chianche e chiancarelle, malta di calce aerea, coccio pesto e terreno sciolto, immagini dell’identità storica di Molfetta. Nel progetto anche la riqualifi cazione della Prima Cala. «Sarebbero stati rimossi dalla sponda orientale della spiaggia detriti e materiale incoerente, piattaforme e scivoli in cemento, oltre al terrapieno lungo il costone che fi ancheggia la spiaggia - ha spiegato a Quindici l’ing. Caldarola - per rendere la scogliera più praticabile ai bagnanti con conci in pietra calcarea sbozzata, a secco o con malta di calce idraulica, con un occhio alla vegetazione spontanea tipica di una falesia sul mare nel rispetto della morfologia locale». Questa l’idea dell’ing. Caldarola, delusa per il mancato fi nanziamento. «Un’iniziativa che avrebbe accresciuto il turismo cittadino, oggi legato alla balneazione, ma poco alla natura». IL CICLOVIA NELL’AGRO MOLFETTESE Mobici, il nome dato al progetto, «può ancora trasformare il territorio in un bene d’interesse storico-culturale e ricreativo». Il percorso ciclovia s’innesta, infatti, nella Ciclovia Adriatica e «vuole valorizzare un paesaggio unico, tipicamente pugliese, anche in risposta alla crescente sensibilità ambientale e alla richiesta di turismo ecosostenibile da praticare in aree prossime alle abitazioni». Un percorso articolato, «che sfrutta la viabilità interpoderale e vicinale esistente nella parte orientale dell’agro molfettese, in corrispondenza di Lama Martina - ha spiegato l’ing. Caldarola - lambendo le zone d’interesse paesaggistico e i manufatti rurali più signifi cativi». Si parte dalla Strada vicinale Pozzillo, innesto di Ponente, verso il Centro Storico, «per poi riprendere la strada Adriatica nelle vicinanze della Prima Cala, da dove si snodano tre direzioni - ha spiegato l’ing. Caldarola - quello che sarebbe stato il percorso escursionistico di Lama Cupa, via 25 Aprile in direzione della Strada Provinciale per Bitonto, la Vicinale Torre Rotonda, ovvero l’innesto di Levante, per poi ritornare su via 25 Aprile dalla Strada Vicinale Chiuso della Nepta». Un’iniziativa che avrebbe permesso il recupero di alcuni manufatti edilizi in pietra, come torri e edicole, piscine e palmenti, pagliai e cappelle rurali, ponti e muri a secco, abbandonati da decenni, nonostante siano la storia medievale e moderna della città di Molfetta. Il rigetto della Regione, seppur motivato, fa cadere ancora il silenzio su queste bellezze architettoniche e paesaggistiche. Bisogna insistere con nuove proposte per ottimizzare un patrimonio di edilizia rurale che potrebbe diventare motore di un processo d’integrazione tra turismo, tempo libero e attività agricole.

Autore: Marcello la Forgia
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