MOLFETTA - Francesco Inchingolo è il presidente della sezione cittadina della Onlus “Unione ciechi ed ipovedenti” e si è rivolto a “Quindici” per denunciare il comportamento di un’amministrazione comunale “cieca”. Sembra incredibile questo comportamento, ma rivela l’insensibilità del governo di centrodestra di Molfetta che non trova soldi per i ciechi, mentre li spreca per altri contributi inutili.
La sede di Molfetta è una sezione distaccata delle sedi di Bari regionale e provinciale, rispettivamente rette da Peppino Simone e Luigi Iurlo, corpo di un organismo che vede la sua testa nella sede nazionale della Capitale presieduta dal prof. Tommaso d’Aniello. A Roma come a Molfetta la missione dell’Unione è l’assistenza dalla prevenzione al caso conclamato fino all’assegnazione della pensione per persone con gravi problemi alla vista. L’unica differenza è che a Molfetta l’amministrazione comunale ignora perfino ogni forma di incontro.
“Fino a tre anni fa la nostra associazione non era ancora riconosciuta perché chi mi ha preceduto ha concentrato le sue energie solo sull’attività ricreativa senza tener conto delle richieste e dei problemi dei soci – dice a “Quindici” il presidente Francesco Inchingolo (nella foto con la volontaria Miriam Cassandra) -. Da quando presiedo ho cercato di far conoscere la sezione anche solo per chiedere un consiglio o per una visita preventiva. Molte persone infatti si chiudono in loro stessi pensando che la cecità possa allontanarli dalla società”.
Al contrario delle sezioni di Bari che hanno offerto varie attività come un corso di musica, taglio e cucito, attività teatrali e sportive anche a livello nazionale, la sede molfettese ha potuto solo offrire, oltre ad attività ricreative e di assistenza, delle visite annuali gratuite con rilascio di certificato per mezzo di uno studio oculistico mobile che per due o tre giorni ha sostato nelle piazze più importanti. Anche quest’anno, nel mese di maggio, questa opportunità sarà rinnovata.
“Abbiamo intenzione di attuare delle attività culturali e ricreative, un corso di Braille, giornate di lettura di libri o di giornali e un corso di informatica per arrivare anche ai giovani, dato che i soci sono solo anziani” aggiunge Miriam Cassandra, volontaria civile che oltre a fare da accompagnatrice si interessa delle questioni amministrative. “Ci manca il modo – continua Inchingolo - dall’amministrazione comunale non ci è stato concesso nemmeno l’utilizzo gratuito dei mezzi di trasporto cittadini, quando a Bari ipovedenti e ciechi possono usufruire gratuitamente dei pullman di linea, dei bus e dei treni regionali”.
Proprio questo è il motivo che ha spinto l’Unione di rivolgersi alla stampa: l’amministrazione comunale si è stata rifiutata persino di concedere un incontro amichevole. Ciò che si chiede non è denaro: la Onlus è sovvenzionata dal tesseramento annuale dei soci (50 euro per i pensionati, 10 per gli altri, ndr), dal contributo dei privati, dal 5x1000 e dai sovvenzionamenti del Comune di Bari e della Provincia. “Ne approfitto per avvisare la cittadinanza di non dare denaro ad impostori che, a nome nostro, fanno l’elemosina casa per casa” ammonisce il sig. Francesco.
“Non abbiamo ricevuto nessun avvicinamento dalla politica. Noi cerchiamo soltanto i nostri diritti che giustamente pretendiamo. I politici non conoscono i pericoli e le nostra difficoltà, l’amministrazione comunale non si cura di noi. Oltre al danno, anche la beffa: due anni fa il sindaco Antonio Azzollini e il presidente del consiglio comunale avv. Nicola Camporeale ci volevano concedere l’utilizzo di un locale dentro il centro storico di Molfetta. Unico problema: inaccessibile per noi! Per entrare in questo locale era necessario salire due scalinate, impossibile per noi. Chissà se Azzollini ci crede, provasse ad indossare una benda sugli occhi!”. L’associazione è disposta anche a dare un piccolo contributo, ma il problema risiede nella mancanza di volontà della amministrazione. “Siamo emarginati. Tanto da chiederci se siamo parte di questa società”, denuncia il presidente.
“A Bari ci sono semafori parlanti e zone limitate per ipovedenti. Qui a Molfetta le barriere architettoniche rendono pericolosa e difficile la deambulazione anche se accompagnati. Basti vedere corso Margherita di Savoia, dove il PD ci ha gentilmente ospitati momentaneamente. Ci siamo rivolti al Lions Club, sempre vicino alle nostre esigenze, chiedendo anche nelle banche o alle poste dei numeratori parlanti”. Insomma, ciò che per la maggior parte della gente può passare inosservato, per gli ipovedenti diventa un insormontabile ostacolo.
“Il Comune di Molfetta per il carnevale ha speso denaro pubblico per un ospite che ha detto quattro chiacchiere, poi non si trovano soldi per noi. E’ una vergogna! Tempo fa il Comune ci ha rifiutato persino un contributo per espletare le spese viaggio di un collaboratore esterno che ci aiutò nel leggere” confessa a “Quindici”.
“Noi siamo apartitici: non abbiamo nessun colore. Chiediamo solo la responsabilizzazione e coscienza di chi governa, dandoci più stima e più considerazione. Dal nostro canto abbiamo tutto il dovere di fornire aiuto come abbiamo sempre fatto. La cittadinanza deve essere meno cieca e non aver paura nel rivolgersi a noi. Anch’io 10 anni fa, quando sono diventato ipovedente, ero titubante e avevo paura, poi mi sono avvicinato a questa realtà associativa che mi è venuta incontro. Inoltre l’Unione Ciechi ed Ipovedenti ha aiutato tante persone a trovare lavoro. Un esempio è il centralinista della nostra Capitaneria di porto, il quale ha prima seguito un corso di formazione presso l’istituto Messeni di Rutigliano dove sono accolti anche minorenni. Questo centro di punta, offre anche assistenza sanitaria e istruzione per bambini pluriminorati seguiti da personale altamente qualificato”.
“Aspettiamo un incontro - conclude Francesco Inchingolo - con Antonio Azzollini, non solo in veste di sindaco, ma almeno come persona”.
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