Molfetta, una domanda…all'opposizione, al Partito democratico
MOLFETTA - Lo spunto per questa riflessione lo colgo dalla notizia apparsa on line, sul sito di QUINDICI, riguardante la “denuncia” (non originale, ma almeno denunciano!) dell’U.D.C. di Molfetta, sulle condizioni della spiaggia della Prima cala e dell’adiacente ex Colonia, virtualmente quest’ultima, chiusa all’accesso del pubblico, ma continuamente violata da chi nel sito medesimo ne fa di cotte e di crude (droga, graffiti, distruzione vandalica – di quel po’ che ancora resiste dopo anni ed anni di incuria - …bisogni corporali, ecc.).
Questo sa un po’ di demagogia? Forse, probabile; ma forse, probabile che un po’ di demagogia è sempre meglio di un po’ di …niente!
Come già scritto, a Molfetta, caso unico forse nel panorama del circondario, abbiamo dei tratti di litorale – ancora NON sequestrati da stabilimenti balneari a pagamento – ancora liberi, ma ai quali è impossibile accedere perché nessuno (Comune, Capitaneria – se c’entra – proprietari dei terreni retrostanti la spiaggia che li mantengono incolti, degradati, ma non permettono il transito per la spiaggia), così come succede, per esempio a Giovinazzo recentemente, a Monopoli da sempre, impone il passaggio e l’accesso libero alla spiaggia, libera anch’essa, aprendo dei sentieri se non carrabili, almeno pedonabili. Mi riferisco a quei tratti del litorale di ponente, a quelli praticamente in città in zona piscina comunale, ecc. Negli anni scorsi si sono fatti interventi su zona Terza cala e zona fra Prima e Seconda cala; ma resta sempre ancora tanto da fare per permettere, ai Molfettesi e non di accedere liberamente a tratti di spiaggia… negati.
Ma non è questo il reale motivo della mia riflessione. Questo serve da premessa a quanto percepisco per riflesso, in tutt’altro “campo”: la POLITICA dell’opposizione.
Come sappiamo, l’opposizione a Molfetta è fatta dai Partiti della sinistra e attualmente anche dall’U.D.C.. Ebbene, osservo che la Sinistra (in maiuscolo, per rispetto all’Istituzione storica), almeno a Molfetta, sembra abulica, afasica, lacerata, frastornata, senza idee, senza …OPPOSIZIONE!
Ma signori egregi, che cosa succede? Siete vivi? State forse elaborando in operoso silenzio stampa delle strategie con cui ci stupirete, a noi di sinistra? Oppure siete avulsi dai problemi – e ce ne sono tanti e ne crescono sempre di più – della vita dei Cittadini? Non vi cimentate, apparentemente, neanche in azioni minimali, non spettacolari ma che almeno vi facciano sentire presenti sulla scena politica locale. NULLA, come dire? …encefalogramma piatto!
Guardate, cari amici, tutte le formazioni politiche chi più, chi meno, in questi tempi sono toccate da scandali, malversazioni sia generali, sia operate da “singoli” che però si riverberano fortemente su tutto il sistema partito; il nostro non è, sfortunatamente, da meno! Se a questo aggiungiamo anche l’apparente distanza con la quale io, e non credo di essere l’unico, vi percepiamo, diventa difficile “credere, obbedir tacendo, ecc. ecc.!”.
E allora? Volete dire? Volete fare qualcosa – come si dice – di sinistra? Volete trasmettere, forte e chiaro, che la POLITICA non è ancora morta, almeno certa POLITICA.
Parlo per me ovviamente, ma credo di interpretare il pensiero di molti nel sostenere che siamo al limite!
Sempre parlando per me, ho sempre rifiutato l’idea di disertare il voto! Votare è una delle conquiste civili e democratiche più importanti della Storia umana; rinunciarvi è blasfemo, è autolesionistico. Vuol dire cedere il campo all’avventura dell’imbonitore di turno che, vellicando gli istinti più grevi ed inconfessabili dei Cittadini, riempie gli spazi lasciati dall’IMPOLITICA.
Mi ripugna dirlo, ma ho paura; paura di cominciare a pensarla come chi, più sfiduciato di quanto non sia io in questo momento, professa il malsano pensiero di ASTENERSI, per “punire” la sinistra e non “premiare” altri nei quali non credo!
Io non so come si fa la POLITICA e men che meno come si fa l’opposizione politica e quindi spero di aver “trasmesso” le mie sensazioni che non sembrano potersi modificare senza un concreto salto intellettuale e politico a breve. Tanto quanto spero di non ricevere, in risposta a questa mia nota, dal solito dirigente e/o attivista che si sente punto nel proprio ego e, continuando a non sapere come reagire, lo fa così: al solito, con lo stucchevole invito ad… impegnarmi io in prima persona.
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Autore: Tommaso Gaudio