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Molfetta torna al mare: presentati i progetti di riqualificazione della cantieristica navale e del mercato ittico
24 febbraio 2019

 MOLFETTA - È tempo di riqualificazione anche per l’apparato tecnico-operativo che concerne la pesca e la cantieristica navale. Nella Sala Consiliare del Comune di Molfetta il sindaco Tommaso Minervini, coadiuvato dai progettisti, gli ingegneri Mino Altomare, Francesco Samarelli e Domenico Mastropierro, ha illustrato alla cittadinanza e agli operatori di settore il progetto in porto per la città di Molfetta.

«Quest’oggi si tratta di una riconciliazione tra gli operatori del settore e anche di una condivisione all’unisono delle idee tra operatori ed istituzioni comunali».

La condivisione ha preso avvio con l’intervento dell’Ing. Mino Altomare, che ha focalizzato l’attenzione su una delle principali fonti di commercio del nostro comune, il mercato ittico.

«L’edificio storico risalente ai tempi del fascismo ha bisogno di vari interventi per rimodernarsi, adeguarsi alle esigenze del momento ed allinearsi alle altre strutture simili».

Questo l’incipit che lo ha portato a scendere nel dettaglio delle operazioni previste, prima fra tutte la pavimentazione, che sarà sostituita per via dell’usura, che necessita di una resina igienica al 100% che goda anche delle proprietà della resistenza meccanica, dell’incontaminabilità e dell’inattaccabilità dagli acidi e dagli oli. Il ferro di cui sono fatti gli attuali cancelli, che lascia gocciolare per terra acqua piena di ruggine, verrà sostituito dall’acciaio inox, mentre le lampade ad incandescenza presenti verranno sostituite con l’illuminazione a led, che garantisce notevole risparmio energetico.

Un’ulteriore garanzia, questa volta per quanto riguarda la conservazione dei prodotti ittici, sarà data dalle celle frigorifere a bassa temperatura che saranno in grado di raggiungere i -20 gradi centigradi circa; la costruzione di una vasca di accumulo di acqua e di un impianto per la produzione di ghiaccio garantiranno invece, rispettivamente, all’incirca 25 mc di acqua per l’uso quotidiano e per l’alimentazione di emergenza nell’impianto antincendio e la scorta di ghiaccio in scaglie applicabili sul prodotto fresco senza trattamento preventivo. Si è pensato anche ad un’agevolazione per gli operatori del mercato ittico, che consisterà nell’inserimento di mezzi elettrici al fine di ridurre i carichi manuali.

Compito dell’Ing. Samarelli è stato, invece, illustrare la progettazione dell’inscindibile binomio pescherecci-strutture nautiche di porto. Una volta precisato come il piano sia stato arricchito da contribuiti locali, Samarelli ha spiegato ai presenti come, in vista della pesca a chilometro 0, la direzione verso cui ci si orienta è quella dell’interrelazione con il mercato ittico in accordo con il Regolamento del Porto attualmente in vigore. La sistemazione di 34 pescherecci su banchina San Domenico è legata ad una questione di sicurezza, oltre che ad un fattore estetico, che riduce del 40% la rifrazione.

È spettato all’Ing. Mastropierro spiegare il progetto che vedrà evolvere la cantieristica navale molfettese dall’attuale stato di degrado al futuro promettente per il settore.

«Il progetto è suddiviso in quattro lotti: nel corso dei primi due avverrà la manutenzione straordinaria dei cantieri e la realizzazione del Museo del Mare (la cui collocazione coinciderà con quella dell’ex cantiere Tattoli), mentre l’ultima fase sarà quella dedicata all’area esterna degli edifici stessi, che vedranno dei nuovi tetti in legno per ospitare al meglio le nuove strutture che saranno rinnovate nel pieno rispetto degli aspetti paesaggistici dell’aria».

L’assoluta novità risiede nella sistemazione di pontili, sui quali sono stati forniti ragguagli dall’Ing. Samarelli.

«Il Regolamento del Porto non è restrittivo quanto il piano regolatore del Porto, per il quale la banchina del molo San Corrado sarà adibita all’approdo turistico oltre che ai pescherecci, mentre la banchina San Michele e la banchina Seminario non possiedono le caratteristiche per rispondere alle medesime esigenze. Sono state tali restrizioni a frenare le idee di partenza di cui ci eravamo muniti noi progettisti. Per come le cose stanno attualmente, i 209 metri di ponti possono ospitare circa 200 imbarcazioni: con la nuova progettazione, la quale prevede la costruzione di 485 m, se ne potranno ospitare 400».

Come in ogni governo democratico degno di essere chiamato tale, non è mancato lo spazio per le osservazioni e le critiche dei presenti.  Il primo intervento è stata un’osservazione volta a constatare la crisi del settore marittimo nella città di Molfetta, che da contare 150 pescherecci ne conta solo 40.

«Ricordo quando il mercato ittico molfettese contava ben 1.000 acquirenti accreditati, secondo in Italia dopo quello di Chioggia, il nostro pesce arrivava dappertutto».

Sollevata la questione della creazione, più che di un approdo turistico, di un vero e proprio porto turistico, o di un approdo turistico anche a banchina San Domenico, soprattutto ragionando in vista dell’apertura dell’hotel che sarà inaugurato nelle vicinanze, ma la risposta dei progettisti ha attinto, ancora una volta, alle restrizioni del Piano regolatore del Porto.

L’ultima curiosità ha riguardato il Museo del Mare: “a quali fonti attingerete per la raccolta del materiale da conservare nel museo?”

«Esiste già un Museo del Mare, ma le sue dimensioni ridotte non rendono onore alla città. Ci sono operatori storici e collezionisti che attendono solo l’apertura del nuovo museo per depositare il materiale che possiedono per immortalare la storia marittima di Molfetta».

 Ma non si tratta solo di immortalare o di preservare, si tratta anche, e soprattutto, di andare oltre per aumentare la ricchezza. O almeno è questo l’auspicio del primo cittadino che auspica a far entrare i progetto illustrati nella fase esecutiva, tramite gara d’appalto, entro massimo settembre-ottobre 2019.

«Molfetta torna al mare» sono le sue parole finali accompagnate da un ringraziamento alla cittadinanza, anche se forse sarebbe più corretto dire che è il mare a tornare a Molfetta visto che, pur essendoci sempre stato, sembra che lo si stia valorizzando solo adesso.

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