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Molfetta, tenta di molestare la suocera dell'amico in casa sua: arrestato dai carabinieri
09 marzo 2012

MOLFETTA - Ha atteso che il genero della vittima, suo amico, uscisse momentaneamente di casa e approfittando della sua assenza ha tentato di molestarla.
È accaduto a Molfetta, dove i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato un incensurato 24enne di Terlizzi, per tentata violenza sessuale aggravata. 
L'uomo frequentava la casa della donna con l'amico e si era invaghito della donna. Approfittando della sua momentanea assenza, il giovane terlizzese, si è abbassato i pantaloni e si è gettato sulla donna, tentando di vioentarla.
Ma le grida e le richieste di aiuto della donna hanno fortunatamente richiamato l’attenzione di una figlia, ancora presente in casa, che ha provveduto immediatamente ad allertare i vicini e lo stesso genero della donna, il quale, tornato a casa ha allontanato bruscamente il giovane per difendere la suocera.
Una telefonata ai carabinieri ha fatto il resto: i militari hanno bloccato l'aggressoere e lo hanno arrestato rinchiudendolo nel carcere di Trani.

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Così scrivevano e analizzavano la “violenza sessuale”, un gruppo di donne nell'anno 1974 in un rapporto presentato da “The Boston Women's Health Book Collettive”. La violenza sessuale ha quasi sempre conseguenze psichiche e fisiche. Poiché è ancora vivo il mito che la maggior parte delle donne desidera segretamente essere violentata, in genere una donna è biasimata per la violenza carnale che ha subito, mentre gli uomini, in nome di un “incontrollabile” spinta carnale, sono spesso scusati della loro aggressività sessuale. La violenza sessuale è il risultato di una propaganda culturale incentivata sul “sesso e violenza”, divenuta oggi un'espressione idiomatica come “amore e matrimonio”. Molti giornali, riviste e film spingono al sadismo dando ampio spazio a immagini di violenza sessuale. La maggior parte di coloro che rappresentano la giustizia sono uomini e quindi non aspettatevi molta comprensione. Spesso nei processi di violenza carnale la difesa tenta di suggerire che la donna ha “una cattiva reputazione”, allo scopo di fare il processo alla sua reputazione più che all'offesa dell'accusato. (Questo non succede, per esempio, nei casi di processo per furto). Spesso sarà accusata di mentire, dovrà di nuovo essere messa di fronte all'aggressore e dovrà rivivere la violenza subita. Non dovete aspettare di evitare la violenza sessuale, ma stabilire un contatto umano può evitare il peggio. Talvolta conoscere metodi di difesa può dare sicurezza e aiutare a difendersi. Non abbiate paura di far del male a qualcuno che vi fa del male. Né la polizia, né i tribunali, né gli uomini fermeranno la violenza sessuale, saranno le donne a farlo. Presa coscienza dei pericoli esistenti nelle strade, nei luoghi pubblici, nelle case, le donne dovrebbero chiedere strade più illuminate, trasporti pubblici più frequenti nella notte, alcune donne nelle giurie per violenza carnale, l'istituzione di palestre per imparare a autodifendersi nei posti di lavoro (specialmente dove le donne fanno i turni di notte. Queste palestre dovrebbero essere gratuite e dovrebbero insegnare alle donne come usare il loro corpo per proteggersi. Se impariamo ad autodifenderci, diventeremo meno vulnerabili e più sicure di noi stesse. Favorendo una presa di coscienza dei problemi sociali nelle donne, propagandando le tecniche di autodifesa, riusciremo a porre fine a questa oppressione: ma la fine vera verrà quando aggredire una donna sarà altrettanto pericoloso che aggredire un uomo. -

L'uomo è trascinato verso tutto ciò che si trova al di là dei limiti del sociale sia per distruggerlo sia, al contrario, per mantenere aperto un universo sociale la cui ricomposizione è diventata il programma principale. La formazione del soggetto femminile aumenterà la distanza tra uomini e donne, perché gli uomini non possono vivere la stessa esperienza corporea delle donne. Coloro che pensano che la donna verrà ridotta progressivamente a un mero oggetto sessuale nel processo di erotizzazione della società intera si sbagliano perciò completamente: la liberazione della sessualità afferma la costruzione di sé come soggetto. Essa contribuisce a distruggere l'immagine della donna sottomessa al potere maschile, a quel potere che le imponeva il monopolio del rapporto eterosessuale nel quale si trovava a essere dominata. E' facile parlare di una società di donne, ed è necessario farlo. Ma non si intende con questo una femminilizzazione della società, perché ciò reintrodurrebbe l'idea falsa (e pericolosa) secondo la quale le donne sono dotate di caratteristiche permanenti e generali. Ma sono proprio le donne a determinare le attuali trasformazioni culturali. Gli uomini, in quanto attori dominanti del vecchio modello (che si può chiamare maschile, hanno instaurato un sistema di pensiero e di azione che definisce e impone costantemente delle scelte: o l'uno o l'altro, o il capitalismo o il popolo, o la natura o la cultura; un sistema che rende quasi impossibile la conoscenza degli individui, raramente tutti d'un pazzo. Le donne, al contrario, nel momento in cui diventano dominanti, affermano la propria superiorità in base alla loro complessità, alla loro capacità di perseguire vari obiettivi allo stesso tempo. Pensano e agiscono in termini ambivalenti. Ed è proprio in un mondo di ambivalenze (e non più in un mondo bipolare) che viviamo. Gli uomini , invece, hanno la sensazione di essere imprigionati nel mondo del lavoro. L'uomo non potrà limitarsi alla presa di coscienza della perdita di una posizione dominante. Ce lo fa capire la violenza che accompagna questa perdita. Violenza fisica diretta (quella che subiscono la donne picchiate), violenza psicologica (con la rottura delle appartenenze sociali). Le trasformazioni che rafforzano la posizione delle donne sono più facili da individuare dei cambiamenti intervenuti sul fronte maschile perché abbiamo più difficoltà a osservare gli uomini come personaggi, avendo l'abitudine di vedere in loro i segni della legge e del nome del padre.

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