MOLFETTA – Arrivato in ritardo sul problema mensa dopo la protesta di genitori e insegnanti (foto) e con molta confusione, dando la colpa della propria incapacità alla stampa (vedi il metodo Berlusconi applicato a livello locale, ndr), il Comune di Molfetta cerca di recuperare il tempo perduto (e i docenti licenziati?) mercoledì 20 aprile con la prima riunione del tavolo tecnico Comune-scuole-genitori sulla questione delle mense e del tempo pieno nelle scuole primarie di Molfetta. Sulla scorta di un’idea proposta dal sindaco Antonio Azzollini in un precedente incontro tenutosi sabato 8 aprile a Palazzo Giovene, l’amministrazione comunale incontrerà tutti i dirigenti scolastici dei circoli didattici e una delegazione di genitori (presentata dagli stessi dirigenti scolastici). Lo comunica l’Ufficio stampa del Comune. L’appuntamento è alle ore 18, presso Palazzo Giovene in piazza Municipio.
«Intanto – prosegue il comunicato -, il sindaco Antonio Azzollini, l’assessore alla Pubblica Istruzione Luigi Roselli e il dirigente al Settore Economia e Finanze, Giusi de Bari sono in costante contatto con gli uffici scolastici per seguire da vicino la vicenda legata al tempo pieno. Al momento si tratta dell’unico canale ufficiale attivato con gli uffici scolastici competenti, nel tentativo di individuare una soluzione concreta nell’ambito dell’ordinaria programmazione comunale e in armonia con le scadenze effettive degli uffici stessi.
Nell’incontro convocato per mercoledì prossimo, dunque, si farà il punto della situazione e si traccerà il quadro dei prossimi interventi necessari a garantire il servizio mensa a tutti i bambini delle scuole primarie di Molfetta. Quest’ultimo resta, infatti, l’obiettivo prioritario dell’amministrazione comunale di Molfetta. Tant’è che, dopo aver comunicato – con un atto ufficiale di Giunta – l’orientamento favorevole a predisporre il servizio nei distretti scolastici, il Comune sta lavorando per individuare e destinare le opportune risorse finanziarie».
Insomma, meglio tardi che mai, sperando che non si tratti solo di una soluzione tampone o di un’iniziativa di propaganda, ma di un intervento reale per risolvere il problema anche per gli anni futuri. Molti genitori e insegnanti restano perplessi, ma una soluzione si può trovare.