MOLFETTA - A oltranza lo
sciopero della pesca. Anche se qualcosa a livello nazionale ed europeo sembra muoversi a favore della pesca italiana. Dopo un incontro con l’
Assopesca (31 gennaio), pescatori e armatori di Molfetta, in sciopero dal 22 gennaio scorso, questo pomeriggio parteciperanno a un’assemblea pubblica a Monopoli con le altre marinerie pugliesi e le associazioni di categoria per decidere le modalità con cui continuare il “fermo pesca” (nella foto alcuni pescaotir di Molfetta).
L’altro ieri ad Ortona sei armatori sono usciti in mare per una battuta di pesca, interrompendo lo sciopero, ma al rientro nello scalo hanno dovuto fronteggiarsi con i colleghi di Ortona, Pescara, Giulianova e Vasto i quali, contrariati, li hanno convinti a “donare in beneficenza” metà del pescato. Sono intervenuti anche gli uomini della Capitaneria di Porto e la Guardia di Finanza.
Intanto, emergono alcuni particolari della protesta, che non coinvolge solo Molfetta e le marinerie pugliesi, ma tutto il settore italiano, contrario alle nuove norme introdotte dal Regolamento Comunitario sui Controlli del 2009 (la licenza a punti e il «
lookbook»), al caro gasolio e all’Iva al 21% sulla nafta, come già Quindici ha spiegato in
un’intervista a Vitantonio Tedesco, pescatore e armatore di Molfetta Secondo indiscrezioni, alcuni scioperanti sarebbero stati già schedati dalle Forze dell’Ordine per lo sciopero in atto. Anzi, in base ad alcune normative giuridiche, anche le più piccole infrazioni commesse dai pescatori in mare potrebbero trasformarsi in denuncia penale. Ad esempio, per la mancata sostituzione anche di una semplice luce, magari spentasi in mare durante il mare mosso e non sostituibile se non una volta tornati a terra, potrebbe anche scattare la denuncia penale. Insomma, oltre al danno la beffa.
Per domani è anche previsto un incontro a Porto Cesareo con il vicepresidente della Comunità Europea, Antonio Tajani, e l’assessore regionale alle Politiche Agroalimentari, Dario Stefano, che ha indirizzato una lettera al Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Giancarlo Galan, per sollecitare interventi e misure a favore della pesca, alleviando gli effetti della perdurante crisi del settore, e per richiedere una più stretta collaborazione del Ministero con la regione Puglia.
Sui banchi si avvertono i primi disagi dovuti alla protesta. Alcuni tipi di pesce iniziano a mancare e i prezzi salgono. Ma, soprattutto, il pesce acquistato è surgelato e non più fresco, qualità garantita solo dai pescatori. Pescherie e ristoranti hanno solo pesce surgelato perché il pesce fresco dell’Adriatico e del Tirreno non c’ è in nessuna parte d’Italia.
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