Molfetta, salgono a due gli indagati per la morte degli operai nella cisterna maledetta
MOLFETTA - Sono due ora gli indagati per la tragedia della cisterna della ditta “Di Dio” a Molfetta (nella foto di Mauro Germinario), dove sono morti Nicola e Vincenzo Rizzi ed è rimasto ferito il fratello di quest’ultimo Alessio, le cui condizioni nell’ospedale di Bisceglie vanno migliorando.
L’inchiesta ora affidata al Pm Antonio Savasta vede iscritti nel registo degli indagati oltre al titolare dell’azienda di trasformazione di prodotti ittici Vito Di Dio, di 37 anni, di cui abbiamo dato notizia ieri, anche Antonio Papagni, 54 anni, rappresentate legale di una cooperativa che avrebbe avuto il compito della lavorazione dei prodotti ittici all’interno dell’azienda. Entrambi gli indagati sono biscegliesi e per loro l’accusa è di concorso in duplice omicidio colposo.
L’inchiesta dovrà anche accertare se la Di Dio abbia violato le norme di sicurezza, anche se le due vittime non erano alle sue dipendenze. Avvisi di garanzia sono stati inviati anche ad alcuni componenti della famiglia Rizzi (c’era anche il fratello Michelangelo di 23 anni) che dovranno spiegare il loro ruolo all’interno della “Ecologica Rizzi”: erano gli unici titolari e in quale forma, c’erano altri soci, ecc? I parenti delle vittime hanno nominato intanto un perito di parte Franco Introna.
L’inchiesta è solo all’inizio e non si esclude che possano essere indagate altre persone. Il capo della Procura di Trani dott. Carlo Maria Capristo(foto), pur nel rispetto del dolore per la tragedia, ha messo in evidenza come, malgrado tante condanne, ancora oggi vengano eluse le norme di sicurezza e in molti casi ci si trova di fronte a fenomeni di lavoro nero che, proprio in quanto tali, non garantiscono l’incolumità degli operai.
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