MOLFETTA - Obiettivo raggiunto. Il tempo pieno torna nella scuole elementari di Molfetta, dopo la frittata dello scorso aprile. Si rischiava di perdere 22 classi a tempo pieno e la mensa scolastica, danneggiando gli alunni per il taglio immediato sul corpo docenti, dunque della didattica.
Quindici era stato il primo quotidiano di Molfetta a seguire la vicenda e a denunciare carenze amministrative e responsabilità politiche (anche in quel caso non mancarono le vuote e arroganti repliche da parte dell’amministrazione Azzollini). Sulla vicenda era poi caduto il silenzio dopo il primo tavolo tecnico pubblico Comune-scuola-genitori bandito dall’amministrazione. Sembrava che il tempo pieno sarebbe stato inevitabilmente soppresso, anche di fronte alla speranza dell’adeguamento dell’organico di diritto a quello di fatto nei mesi di giugno-luglio.
La vittoria dei soli genitori. Ieri mattina nel corso dell’udienza al TAR Puglia Bari, l'Avvocatura distrettuale dello Stato ha depositato la nota n.2709 dell’USR del 5 luglio scorso (nella foto), in cui l'organico di diritto è adeguato alla situazione di fatto. Una vittoria che non appartiene né alla Cgil, né all’Amministrazione Azzollini: solo ai tanti genitori che avevano deciso all’inizio di maggio di presentare un ricorso contro l’Ufficio Scolastico Regionale.
È stato il
Comitato per il tempo pieno a Molfetta, autore già di una
lettera lo scorso 13 aprile, a comunicare a
Quindici il lieto fine e a rivendicarne giustamente il successo. Perché l’Amministrazione Azzollini, dopo aver spacciato per priorità politico-sociale il servizio mensa e il ripristino del tempo pieno, ha tirato i remi in barca nel silenzio, limitandosi a presunte «
indicazioni» logistiche, per poi appropriarsi indebitamente del successo. Mentre la Cgil ha concentrato i suoi sforzi sulla questione dei precari.
Il ricorso al TAR è, perciò, tutta opera dei genitori, assistiti dall’avv. Roberto D'Addabbo, legale della FLC CGIL Bari e della Camera del Lavoro Comunale, non ingaggiato dal sindacato, bensì assunto dai genitori (saranno loro a pagarne in toto la parcella). È la vittoria della loro tenacia e risolutezza: non si sono fermati al fumo negli occhi e alle promesse annacquate della propaganda politica, ma hanno reso davvero (e solo loro) questo problema una priorità, consapevole della sua reale gravità e incidenza sul bilancio economico e quotidiano delle famiglie.
Dunque, nelle scuole elementari di Molfetta sono state autorizzate classi funzionanti a tempo pieno per l’anno scolastico 2011-12, con la conseguente trasformazione di 22 classi a tempo normale e autorizzazione di 5 nuove prime classi a tempo pieno.
La nota dell’USR. I primi passi, il 13 luglio scorso quando sono state raccolte le firme dei genitori per presentare il ricorso al TAR (184 famiglie, dunque quasi 368 firme), anche su consiglio di
Claudio Menga, segretario provinciale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, intervenuto nell’
incontro pubblico del 19 aprile.
Dopo due giorni (15 giugno), l’avv. D’Addabbo ha notificato il ricorso (scadenza dei 60 giorni per il ricorso il 19 giugno): la settimana successiva si è messa in moto la macchina dell’Avvocatura distrettuale dello Stato. Ma soltanto la notifica del ricorso ha ridestato l’USR, determinando l’immediata e definitiva risoluzione del problema.
L’intenzione del Comitato per il tempo pieno a Molfetta è chiedere il rimborso delle spese all’Ufficio scolastico, dopo aver tribolato e penato nei mesi passati.
Nella nota n.2709 del 5 luglio, l’USR dispone «con decorrenza dal 1 settembre 2011 in sede dell’adeguamento dell’organico di diritto alla situazione di fatto, la trasformazione tempo pieno delle 22 classi a tempo normale già autorizzate e consequenziale incremento della dotazione organica».
Venute meno le «condizioni ostative», l’Ufficio ha dovuto tener conto non solo delle reiterate richieste dei dirigenti del I, II, II, V Circolo di Molfetta per «l'adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto», ma anche della delibera n. 105 del 30 maggio 2011 con cui il Comune di Molfetta «ha assunto l'impegno di spesa per l'avvio del servizio mensa» e delle «dichiarazioni d’idoneità dei locali da adibire al servizio mensa». La nota ricorda anche che le classi a tempo pieno non erano state autorizzate «per carenza sia della documentazione relativa all'assunzione da parte dell'amministrazione comunale di Molfetta della gestione del servizio della mensa scolastica, sia delle dichiarazioni di idoneità igienico-sanitario delle strutture scolastiche per l'erogazione dello stesso servizio di refezione».
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