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Molfetta, rimossi i pontili abusivi alla Madonna dei Martiri: ecomostri?
22 maggio 2014

MOLFETTA  - La nostra Città soffre di una miriade di problemi, come e più delle altre. Una parte di questi problemi riviene dalla scarsa attitudine di noi Cittadini a rispettare le regole: siamo …refrattari? Il fenomeno intrinseco si auto-esalta, anche grazie alla scarsa attenzione che, in generale, le Autorità dimostrano nel tenere sotto controllo la situazione. Il risultato poi è che quando qualcuno si accorge della abnorme dimensione che il fenomeno anomalo ha raggiunto, allora si deve intervenire d’imperio, per riportare un po’ di legalità, lì dove chi ha abusato dell’indifferenza dell’Istituzione, l’ha fatta davvero grossa.

Parliamo del porticciolo (accipicchia, caschiamo sempre nella stessa situazione e con lo stesso soggetto: che sia grande o piccolo, che sia Porto industriale o porticciolo estemporaneo) sorto spontaneamente (?), in anni di laissez faire e di omissione di atti d’ufficio, nella zona dell’entrata del Cantiere per la costruzione del Porto, subito dopo la piazza antistante il santuario della Madonna dei Martiri.

Lo scorso 28 marzo, uomini della Guardia Costiera (la zona è Demanio marittimo) e della Guardia di Finanza, avevano sequestrato le imbarcazioni placidamente ormeggiate a pontili, si pontili, dalle forme più bizzarre ed auto-costruiti  con i materiali più disparati: uno era stato fatto addirittura, riempiendo lo scafo di un vecchio battello di plastica, con massi e malta di cemento, munito di una rudimentale bitta di ormeggio, fatta piantando nel cemento, un tubo metallico, sufficiente; con una boa ancorata al basso fondale, ad una certa distanza, adatta ad ormeggiare una piccola imbarcazione. Altri, sempre di forma strana, con lo stesso sistema (massi materiale vario, tenuti insieme con un po’ di cemento), ma non meno funzionali allo scopo, come quelli mostrati nelle foto. Era un modo come un altro, sempre nell’ottica dell’abuso creativo e non represso in tempo utile, per poter detenere un’imbarcazione, adibita alla piccola pesca amatoriale ovvero al turismo nautico, di ormeggiare la “barca” senza assoggettarsi al pagamento di onerosi canoni di affitto in strutture dedicate, di solito private.

Ebbene, ieri c’è stata la fase due (Quindici era sul posto al momento delle operazioni, e può documentare direttamente con le proprie foto l’intervento della Finanza). Questa volta, uomini della Guardia Costiera, della Finanza e squadre della Multiservizi, hanno proceduto alla demolizione dei …pontili. Se ne contano ben dodici!, tutti …originali.

Tutti apparentemente allestiti con le stesse modalità estemporanee, con il loro bravo palo di ormeggio, passerella e/o scala di discesa dal piano strada alla battigia e boa di ormeggio a prua.

Abbiamo chiesto in modo informale, ad un militare della Finanza, di dirci chi avrebbe sostenuto l’onere di questo e del precedente dispiego di forze e mezzi. La risposta, fra il divertito ed il serio, è stata: per adesso l’Amministrazione comunale – leggi i Cittadini, con le tasse che pagano – poi? Si vedrà!

Siamo consapevoli che le barchette ormeggiate abusivamente, in alcuni casi costituivano forse l’unico sostentamento, con il magro pescato che potevano ottenere, per piccoli pescatori che si arrabattano per “sbarcare il lunario”. Indubbiamente c’erano anche barche che oltre all’attività di pesca amatoriale o non, forse servivano anche per il piccolo diporto del proprietario. L’inchiesta della magistratura accerterà tutto.

A noi sembra eccessivo che, in una zona così caratteristica, come quella  della Basilica, visitata anche da un certo numero di Forestieri, e punto di ritrovo di tantissimi Molfettesi che visitano il Santuario, si potesse assistere a questo spettacolo che, alcuni potrebbero etichettare come folcloristico, ma che indubbiamente costituisce un ulteriore sfregio per la zona.

A questo proposito, come “Quindici” ha già fatto più volte,  ci corre dovere di segnalare (a beneficio di chi forse lo …ignorasse) anche lo stato dei parapetti in calcestruzzo che, a causa dell’incuria di chi di dovere, sono diventati, non più struttura di protezione, ma un autentico, reale pericolo per i passanti, così come sono ridotti: con i ferri dell’armatura, scoperti, rugginosi e, in alcuni casi, sporgenti in modo estremamente pericoloso. Sarebbe cosa buona e giusta che, nell’ottica della riqualificazione, più che necessaria dell’area, si procedesse a bonificare con opportuni interventi anche queste situazioni di oggettivo pericolo.

© Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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