MOLFETTA - «La bocciatura del 15 febbraio scorso dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche del sindaco Azzollini che aveva impugnato cocciutamente le perimetrazioni dell'Autorità di Bacino a tutela del territorio comunale è il simbolo di un fallimento urbanistico con pesanti conseguenze». Dopo il Partito Democratico, anche Rifondazione Comunista contesta con un manifesto la negligente e aggressiva gestione del territorio e della pianificazione urbanistica da parte dell’amministrazione Azzollini,
«I soci delle cooperative edilizie continueranno ad aspettare ancora la loro casa (mentre continuano a pagare un affitto)» e, l’inedificabilità del Pip3, potrebbe attivare «possibili ricorsi a spese del Comune (e delle tasche dei cittadini) da parte dei proprietari dei suoli nella zona della terza espansione della Zona Artigianale per l'aumento del valore delle aree fabbricabili negli anni dal 2008 al 2011», secondo Rifondazione Comunista. Che non manca di sottolineare nel comunicato stampa «i danni per gli investimenti di decine di imprenditori incautamente tranquillizzati dalle promesse baldanzose del sindaco sulla realizzazione della terza Zona Artigianale» e «la bocciatura di fatto dell'adeguamento del Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) al Piano Urbanistico Territoriale Tematico (PUTT), del Piano dell'agro e del Progetto di imboschimento in Lama Cupa».
«Anni di lavoro dei dipendenti comunali vanificati dall'incapacità arrogante della Giunta Azzollini. Progetti di pianificazione e ricorsi giudiziari costati ai cittadini centinaia e centinaia di miglia di euro buttati al vento in spese legali, consulenze per tecnici esterni di parte e svariati incarichi esterni di progettazione - il commento di Rifondazione -. Il tutto mentre le strade sono un colabrodo e non si completano le urbanizzazioni nelle zone di espansione dietro l'Ospedale nonostante ripetuti annunci e i lavori del porto si protraggono senza fine, anzi con il pagamento di una prima penale per i ritardi di 7.8milioni di euro».
Secondo Rifondazione, «questi sono i frutti avvelenati delle “Mani sulla città” scoperte nell'estate scorsa dalla magistratura». In un paese normale, continua il Prc, «queste persone avrebbero la decenza di farsi da parte ma noi, non contando molto sul loro buon costume istituzionale, garantiamo di continuare il nostro impegno affinché invece di cementificare la buona politica si prenda cura del territorio senza sfregiarlo». Perciò, «agli uomini e alle donne di buona volontà, al mondo della cultura e ai settori sani e in sofferenza dell'economia della città chiediamo di scendere in campo per costruire un'alternativa senza trasformismi e clientele e cambiare radicalmente Molfetta al di là dei recinti tradizionali».
Sul numero della rivista "Quindici" in edicola potete leggere ampi servizi e approfondimenti sulla sentenza del Tribunale delle acque e sugli scempi territoriali dell'amministrazione Azzollini.
© Riproduzione riservata