Molfetta, Rifondazione comunista chiede un consiglio comunale urgente sui tagli all'ospedale
MOLFETTA – Anche Rifondazione comunista prende posizione sull’ipotesi di soppressione di alcune unità nell’ospedale di Molfetta.
«Le notizie di stampa degli ultimi giorni sulla seconda fase del Piano regionale di rientro della rete ospedaliera parlano di una soppressione per l'ospedale di Molfetta delle unità di chirurgia, nefrologia e lungodegenza – dice Rifondazione in un comunicato -. Se confermati i dati, questi tagli ci vedono contrari non per ragioni di campanile ma perché risulta incomprensibile la logica per cui si smontano reparti funzionanti e sui cui si è investito negli anni per trasferirli altrove dove eventualmente tutto è da costruire.
L'ospedale di Molfetta rappresenta un presidio a servizio di un bacino di utenza ben più ampio di quello cittadino, che per storia e posizione risulta più che idoneo a mantenere le attuali funzioni.
In vista delle nuove soglie minime di posti letto per ospedali in discussione presso il Ministero della Sanità (la soglia dovrebbe essere portata a 250) e in un'ottica di riorganizzazione a vantaggio delle comunità, crediamo ci si debba muovere in direzione di un presidio unico tra Molfetta, Terlizzi e Corato per rimanere al di sopra dei 250 posti letto. Dove saranno le direzioni, i dirigenti e i primari francamente non ci interesssa, purché le comunità mantengano in loco le funzioni operative.
Per questo al di là di polemiche sterili come quelle del Pdl locale – che solo qualche settimana fa per bocca del suo consigliere regionale dava rassicurazioni sulla sorte dell'ospedale – chiediamo al Presidente del Consiglio Camporeale l'immediata convocazione del Consiglio comunale, anche eventualmente in seduta congiunta con quelli di Terlizzi e Corato, per l'istituzione di un tavolo politico e tecnico di concertazione tra la Regione Puglia e le comunità locali, questo sì al di là di ragioni di campanile.
Non accetteremo decisioni senza discussione a scapito della logica e della difesa del diritto alla salute delle comunità».