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Molfetta, raid vandalici in largo Giovene: colpito il parco in via Goffredo Mameli All'inaugurazione promesso dal Sindaco un sistema di videosorveglianza, mai visto; inoltre il parco fu lasciato senza recinzione di proposito promettendo l'amministrazione Azzollini interventi in caso di problemi
12 gennaio 2011

MOLFETTA - Raid continui di vandali, stanno distruggendo quello che resta del parco in via Goffredo Mameli.
Il parco ristrutturato pochissimi anni fa, è rimasto solo in parte fruibile.
Le altalene e uno dei cavalli a dondolo del parco sono stati portati via. Delle altalene sono rimaste solo le catene che reggevano il sellino e l’impianto a cui erano legate, invece il dondolo è stato completamente sradicato da terra (come si vede dalle foto). Oltre ai giochi, i vandali non hanno risparmiato neppure il piccolo albero situato nella piazzetta, spezzandone la sua cima.
Le incursioni di questi giovinastri, come spiegano a Quindici alcuni residenti di via Alberto Mario, una delle strade su cui si affaccia il piccolo parco, avvengono perlopiù nelle ore serali. Questi, complice il buio (molte volte le luci che illuminano di solito la piazzetta rimangono spente, ndr), distruggono ciò che capita oltre agli schiamazzi che a volte durano fino a tarda ora. “Servirebbe una recinzione” ci dicono, questa almeno scongiurerebbe i ragazzini ad entrare nel parco nelle ore serali, quando non è frequentato dagli anziani del quartiere e dalle famiglie insieme ai loro bambini. Oltre alla recinzione, i residenti chiedono venga installato un sistema di videosorveglianza. “Il sindaco, all’inaugurazione del parco promise ai residenti l’installazione di un sistema di videosorveglianza, ad oggi non l’abbiamo visto, e questi sono i risultati” conclude uno di loro.
Il parco in questione dopo la ristrutturazione, fu lasciato senza recinzione di proposito. L’amministrazione Azzollini scelse di optare per questa soluzione (come fatto con piazza Effrem), sapendo quali sarebbero stati i rischi, e promise interventi qualora si sarebbero registrati problemi. Ora non resta che “correggere” quell’errore fatto qualche anno fa, magari senza ripeterlo negli altri parchi della città, ormai prossimi alla riqualificazione.

© Riproduzione riservata

Autore: Giovanni Angione
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Cosa sta accadendo a noi tutti? “ “ ………… ci vorrebbe una ferrea dittatura per una durata di diverse generazioni per inculcare nei Molfettesi quel senso………..” Ma……..per quella ferrea dittatura ci siamo già passati , e i risultati sono proprio questi lassismi e incivili comportamenti, forse, dovuti ai disordini e all'indifferenza civile inculcatoci, assorbiti, da quella stessa dittatura. Le dittature, tutte, sono falso ordine pubblico, disordini occultati e mascherati da propaganda manipolatrice di ogni forma di comunicazione culturale e democratica. Strumentalizzazione e indottrinamento delle masse popolari, annullamento della volontà popolare, individuale, per l'esaltazione assoluta del sacrificio e sottomissione alla volontà del capo per il bene della patria. Questo è successo (succede ancora) in tutte le dittature, anche in quelle dell'Europa dell'Est, falsamente, storicamente definite “comuniste” (?) Lo “stalinismo” che per anni ha imperato nell'est europeo, non aveva niente di “comunismo” e, quelle genti, stanno pagando ancora e a duro prezzo quell'errore storico. Perché non parliamo invece di buone leggi, di buone regole da controllare e far rispettare! Questo è compito della politica e dei politici eletti ad amministrare il bene pubblico. Sanzionare severamente e “democraticamente” quei pochi trasgressori. Si, perché sono pochi se confrontati con i cittadini civili, educati: sono solamente più rumorosi e visibili. Se poi dietro questa indifferenza politica si nasconde un qualche disegno, cioè il lasciare tutto in abbandono, un “abbandono” calcolato per far gridare e inneggiare alla “dittatura”, il discorso cambia totalmente e dovremmo rivedere le posizioni di ognuno.
Quando Azzollini annunciò, di voler eliminare le assurde cancellate che circoscrivevano le nostre piazze cittadine, la considerai una buona idea. In pratica, questo semplice atto , in un sol colpo, trasformava le nostre piazze ( e quindi i quartieri) da NON-LUOGHI ( spazi anonimi senza tracce delle relazioni sociali che si erano sviluppate) a LUOGHI APERTI in cui la gente poteva vedersi, interagire, interscambiare. Ma, questa “ good idea”, ben presto si è rivelata una BOUTADE PROPAGANDISTICA ( tipico di questi ominidi del PDL), perché la creazione di un luogo aperto implica, soprattutto, la creazione di strutture sociali e di servizi integrati con lo spazio circostante e questo aspetto importantissimo, come si nota, è stato completamente misconosciuto. Ne consegue che le piazze ( e i quartieri nei quali sono inserite), pur liberate dalle cancellate, sono rimaste dei non-luoghi dove l'assenza delle relazioni sociali permette la proiezione sull'altro dei propri fantasmi e delle proprie paure che è l'anticamera del VANDALISMO. I soliti TROGLODITI propongono i classici rimedi repressivi ( sbarco di telecamere, vigilantes ecc.) che possono essere un deterrente nell'immediato, ma non risolvono il problema; in realta', la soluzione è un'altra : lo spazio e il sociale sono sempre interconnessi. Purtroppo , pero' , non basta trasformare lo spazio per modificare le relazioni sociali. Il risanamento delle piazze (e quindi dei quartieri) deve far parte di una battaglia piu' generale contro l'emarginazione socio-economica di chi vi abita. Detto cio', gli interventi urbanistici possono essere utili per superare l'isolamento. Il degrado dello spazio non solo esprime il degrado sociale ma lo moltiplica. Rinnovare e trasformare queste piazze è un modo per riconoscere e valorizzare chi le abita. E quando ci si sente rispettati , si rispettano di piu' anche gli altri.



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