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Molfetta, processo Bufi, in Appello il giudice si astiene: tutto rinviato al 12 gennaio
02 dicembre 2011

MOLFETTA - Come previsto, il processo Bufi ter è stato rinviato al 12 gennaio. Il presidente della Corte di Assise di Appello, dott.ssa Giulia Pavese, ha deciso di astenersi, essendosi occupata dell’omicidio, tra il 1997 e il 1999, come giudice delle indagini preliminari.

Cade così la richiesta di ricusazione presentata dai legali dell’imputato Domenico Marino Bindi (oggi 64enne) che aveva una lunga relazione con la vittima (foto) Annamaria Bufi (23 anni) trovata morta sulla statale 16 bis all’uscita della zona industriale di Molfetta.
La scelta della Pavese non è piaciuta all’avv. Bepi Maralfa, legale dei genitori della Bufi, costituitisi parte civile, perché considerava irrilevanti i pochi atti compiuti dalla Pavese in un processo faraonico. Lo stesso difensore si augura che la scelta del nuovo magistrato, che riprenderà il processo in Appello, possa offrire adeguate garanzie nella valutazione del caso, considerato che la Corte di Cassazione ha annullato il precedente processo, che portò all’assoluzione di Bindi, per «erronee valutazioni di diritto che hanno inficiato la complessiva rielaborazione del materiale indiziario singolarmente e complessivamente vagliato sia in primo che in secondo grado».
Con la scelta di astenersi della dott.ssa Pavese viene meno anche la richiesta di sospensione, che avrebbe avanzato la difesa di Bindi e che avrebbe allungato ancora i tempi, col rischio di una prescrizione, facendo finire nel nulla anche questo processo.
 
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O.T. - La Legge e la Giustizia, spesso, viaggiano su due binari paralleli che non si intersecano mai. Questo è uno dei casi più eclatanti della "politica giudiziaria", seguita da quella che alcuni hanno definito "casta processionaria"... della quale hanno fatto (e fanno ancora) parte pezzi della Magistratura, dell'Avvocatura, della Politica, e altri... Resto convinto che questo sia un caso analogo, a quello dell'omicidio Claps, "analoga fenomenologia"... "analoghe intersecazioni", "ANOLGHI RITARDI", "ANALOGHI DEPISTAGGI". Certo, "la casta processionaria", non ha prodotto guasti solo in questa vicenda, ma anche in altri, ma qui la gravità è data dal fatto che è stata spenta ingiustamente la vita di una giovane ragazza. E' quella "casta processionaria", che sta molto attenta, con carta e penna pronta a colpire chi fa cronaca, e chi denuncia... e non certo per amor di giustizia o di verità... e voglio vedere chi si mette a sostenere il contrario... P.S. Forse, l'avv. Maralfa, che ben conosce - penso - il funzionamento, della Giustizia, come il "mal-funzionamento", di certa mala-giustizia, dovrebbe anche darci la possibilità di poter scrivere qualcosa di più pregnante in tema, affinché cose del genere, non abbiano più a ripetersi. La stampa, i media hanno un ruolo fondamentale in tema... ma ci vuole il coraggio di alcuni validi operatori di giustizia a livello locale - devono avere il coraggio di "smarcarsi" anche pubblicamente dall'andazzo... - e mi rifaccio sempre all'intervista di Caselli - lo dice lui, non io - che a volte, quando si "spengono i riflettori", sull'attività di certi P.M. o di certi giudici questi possono essere attori o complici di gravi efferatezze... http://www.youtube.com/watch?v=KFJgKCs8MCs
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