MOLFETTA - Sarà l’aria pasquale che invita ad essere più buoni tutti, noi redattori di Quindici compresi, spesso tacciati ingiustamente da una parte politica di gioco duro (la nostra libertà di opinione da destra a sinistra spesso viene scambiata strumentalmente per ostilità), ma a questo punto della campagna elettorale ci sembra opportuno fare delle valutazioni circa gli ultimi accadimenti in città, visto il torpore causato forse dalle processioni pasquali. La proposta di Paola Natalicchio di organizzare le primarie aperte a tutti per scegliere il candidato sindaco del centro-sinistra a Molfetta per compattare la coalizione da contrapporre al centro-destra, sembra essere giunta fuori tempo massimo considerando la scelta degli altri contraenti di non voler partecipare.
Che Rifondazione comunista rifiuti tutte le proposte per vedersi rappresentata dall’unico consigliere che potrebbe essere il suo candidato sindaco, Gianni Porta, è più che comprensibile, noi piuttosto nutriamo qualche dubbio circa l’atteggiamento di Bepi Maralfa del Movimento Linea Diritta che prima incontra esponenti e simpatizzanti della sinistra molfettese per tentare la costituzione di un cartello elettorale quantomeno di difficile aggregazione (il riferimento è alla lista dell’Italia dei Valori e alla liacon tentata col cartello “Molfetta Viva” che stando ai bene informati ben presto cambierà nome ed entrerà nell’orbita di Paola Natalicchio), quindi esce da un atteggiamento centrista propriamente detto, per strizzare l’occhio a sinistra, e poi sfugge a quelle regole mai scritte che la sinistra italiana da tempo ha adottato.
Ora che Paola Natalicchio debba proseguire la sua campagna elettorale cercando di far conoscere i propri punti programmatici questo è indispensabile, è già difficile proseguire in questo solco tracciato sin dai tempi della nomina a candidato sindaco della sua coalizione, che non debba mettere il cappello su tutto quanto avviene in città è consigliabile, un po’ perché le risposte poi diventano tante e tutte obbligatoriamente meritevoli di considerazione un po’ perché mi sembra che stia facendo una gara a ricorrere fantasmi che a 50 giorni dalle elezioni dovrebbero essere già diradati, che sia importante prendere di petto la situazione per smetterla di guardarsi intorno e procedere al raggiungimento dell’obiettivo.
Chi non sta meglio nella condizione di candidato unico del centro-destra è Ninnì Camporeale, lui è alle prese con altri problemi di non secondaria importanza. Non me ne voglia il buon Ninnì, ma il compito arduo che lo attende è quello che viene dal responso delle urne dello scorso febbraio, il centro-destra a Molfetta è arretrato parecchio, e quindi lui dovrà recuperare parecchi voti se vuole essere eletto e accedere da sindaco a Piazza Municipio, a cominciare dai propri voti, sino alla capacità di drenare quelli che alle politiche sono appartenute al centro (3.300) e che oggi potrebbero far gola anche alle ambizioni elettorali di Pino Amato voglioso di misurarsi con i suddetti contendenti allo scranno di primo cittadino nelle fila dell’UDC.
A tutti sicuramente ci raccomandiamo affinché non prendano esempio dall’agone politico nazionale e diano alla nostra città un’impronta di città contemporanea affinché possa essere un cantiere in itinere di scienza (cominciamo a recuperare l’ospedale vi prego!), tecnologia, benessere.
© Riproduzione riservata