MOLFETTA - È stata inaugurata ieri la nuova sede della Comunità del Propedeutico S. Vincenzo de’Paoli, situata in quello stesso stabile che sino a poco tempo fa è stato l’ubicazione dell'Istituto “Santa Luisa” delle Figlie della Carità (via Salvemini). Per l’occasione Quindici ha intervistato don Pietro Rubini, responsabile dell’Anno Propedeutico del Pontificio Seminario Regionale Pugliese Pio XI. «A far parte di questa nuova famiglia - ha spiegato Don Pietro Rubini - sono trentadue giovani che dopo la maturità hanno scelto di seguire il cammino di discernimento vocazionale, in vista del loro futuro ingresso all’interno del Seminario teologico». Durante questo anno i giovani, insieme agli educatori, dovranno compiere un percorso per scoprire l’autenticità della chiamata di Dio.
Se questa possibilità si è concretizzata, è stata conseguenza della «lungimiranza dei Vescovi, che hanno percepito sin da subito le istanze che il discernimento vocazionale richiede». Per queste incombenti necessità è stato essenziale «creare una sede distaccata ma attigua al Seminario Regionale, visto come traguardo verso cui i giovani del propedeutico guardano per un futuro sacerdozio». Non è mancato un sentito ringraziamento alle Figlie della Carità di cui don Pietro Rubini si è fatto portavoce, interpretando il pensiero di tutti i Vescovi pugliesi.
L’inaugurazione della nuova sede, tenutasi dopo la Conferenza Episcopale, ha visto la partecipazione di tutti i vescovi delle 19 diocesi pugliesi, cui fa capo Mons. Francesco Cacucci, arcivescovo metropolita di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza Episcopale Pugliese (CEP).
Dopo la monizione introduttiva di Mons. Cacucci e la lettura del Vangelo, don Pietro ha rimarcato quanto importante sia il momento del discernimento, considerato come «punto nevralgico del cammino sacerdotale». Ne sono conseguenza gli alti criteri d’ingresso adottati, che devono spronare i novizi a perseguire il bene della Chiesa e del mondo, lo stesso mondo cui è rivolta la funzione sacerdotale. Per questo motivo c’è bisogno di un’attenta e oculata riflessione per capire quanto sia autentico e puro il sentimento che spinge un giovane a intraprendere il cammino vocazionale.
Fare in modo che «questa dimora diventi luogo di formazione umana, culturale e spirituale e far prendere coscienza, a quanti faranno parte di questa comunità, della piena consapevolezza della vita come dono e servizio», è l’augurio esteso da Mons. Cacucci a tutti i novizi. A seguire, ha asperso i presenti e la struttura (anche al suo interno) con l’acqua benedetta.
L’atto conclusivo è stato quello di scoprire la lapide posta all’ingresso, che oltre a inaugurare la nuova sede, costituisce anche un continuum progettuale che vede viva la missione incominciata dalle suore vincenziane. In loro rappresentanza erano presenti suor Giulia Marino e suor Maria Rosaria Mastropasqua. All’inaugurazione erano anche presenti suor Maria Rosaria Matragna, in qualità di visitatrice, e suor Milena Vecchio, economa provinciale.
© Riproduzione riservata