MOLFETTA - Il Presidio Ospedaliero di Molfetta non chiuderà. Nessun accorpamento o declassamento, saranno tagliati solo alcuni posti letto. Lo ha assicurato l’assessore regionale alle Politiche della Salute, Ettore Attolini (nella foto con Annalisa Altomare), durante la conferenza stampa tenutasi ieri sera nella sala riunioni dell’ospedale. Anche se la situazione per tutta la sanità pugliese e italiana resta davvero drammatica. E le condizioni generali potrebbero cambiare, o addirittura peggiorare, nell’immediato futuro.
Non sarà dissipato il capitale umano, professionale e strutturale formato negli ultimi 6 anni, ma alla conferenza stampa non tutti erano ottimisti. Visibilmente preoccupata la stessa dott.ssa Annalisa Altomare, direttore sanitario dell’ospedale. Presenti anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Strategiche e Mobilità, Guglielmo Minervini, e il direttore generale della Asl Bari, Angelo Domenico Colasanto.
Le prospettive del Presidio Ospedaliero di Molfetta, il più piccolo del Nord Barese, ma uno dei migliori, devono essere contestualizzate nell’attuale momento della sanità italiana e, soprattutto, regionale. È il secondo anno utile per l’applicazione del Piano di Rientro Sanitario (approvato nel novembre 2010) per una Puglia ancora stretta nella morsa dei dictat statali e del definanziamento al sistema sanitario: fino ad oggi sono stati chiusi 18 ospedali regionali (il 3% dell’offerta ospedaliera regionale), riorganizzando il sistema e riuscendo anche a ottimizzare l’assistenza. Di contro, altre regioni italiane non solo non rispettano ancora il Piano di Rientro, ma hanno individuato degli escamotage per ovviare ai tagli statali (è il caso della Lombardia).
Restano da tagliare in Puglia altri 300 posti letto circa (2250 complessivamente), soprattutto per le strutture private e, secondo Attollini, sarà una lotta per la sopravvivenza. Per il futuro si prevedono 15/20 importanti strutture ospedaliere regionali e una rete di strutture minori territoriali.
Il momento resta, però, drammatico. La ridotta disponibilità economica mette a rischio il welfare e la regione Puglia subirà quest’anno un decurtamento di quasi 18miliardi di euro nel settore della Sanità. Anzi, se mancherà un accordo interregionale sul Patto della Salutenell’incontro del prossimo 28 marzo, scatteranno nuovi ticket, creando ulteriori difficoltà per l’erogazione assistenziale, già provata nell’ultimo anno e mezzo. «Fondamentale sarà uscire dal Piano di Rientro entro il 31 dicembre 2012 - l’augurio di Attolini - perché, nel caso persista, ci saranno meno finanziamenti statali e più tagli al personale».
Dunque, turn over ancora bloccato, come imposto dalla normativa statale (a Molfetta, nonostante i pensionamenti, il personale non è stato rimpolpato e, rispetto a un organico completo, oggi mancano 17 infermieri e 35 ausiliari). Nel 2011 in Puglia sono stati recuperati quasi 300milioni di euro, decurtando i servizi sanitari minimi: utenza e personale ne hanno pagato le spese. Siamo sull’orlo del baratro, un altro passo è sarà il collasso, secondo Attollini. Ma, almeno per ora, l’ospedale di Molfetta non chiuderà, né sarà declassato, né subirà accorpamenti.
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