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Molfetta, il governo Berlusconi taglia i fondi per l'edilizia sociale a Molfetta Primo danno alla città con la manovra-Tremonti: spariscono 2 milioni di euro per la costruzione di tre nuove palazzine di edilizia sociale. L'assessore regionale Guglielmo Minervini commenta: “Gravissimo danno alla città. E Azzollini tace”
04 luglio 2008

MOLFETTA - Con riferimento al taglio dei fondi per la casa operati dal governo nazionale, Guglielmo Minervini (foto), assessore regionale alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Anche Molfetta, come tutto il Paese, ci rimette con il nuovo governo di centrodestra. E' arrivato presto, molto presto, infatti, il primo danno alla città da parte del nuovo esecutivo targato Berlusconi-Bossi-Tremonti. Con i tagli ai fondi per la casa, previsti dal decreto 112/2008, infatti, non saranno più realizzate le tre palazzine di case popolari (per complessivi 101 alloggi) che la Regione aveva indicato per la città di Molfetta, destinando la considerevole somma di 2 milioni di euro, già deliberata dalla Giunta Regionale in data 19 ottobre 2007. Ecco le conseguenze della finanza 'allegra' di Tremonti che ha di fatto scippato agli enti territoriali, cioè a regioni e comuni, risorse già stanziate e addirittura assegnate per realizzare servizi ai cittadini. E così questo intervento di edilizia residenziale pubblica, il primo dopo decenni a Molfetta come in gran parte della Puglia, rimane sulla carta come le speranze dei numerosissimi cittadini che versano in condizioni di grave se non gravissima precarietà abitativa. S'è detto che la manovra del governo ha tagliato solo sprechi: evidentemente il governo ritiene che tali siano da considerare gli investimenti sociali verso i cittadini più fragili. Ci saremmo attesi qualche sussulto, qualche espressione di dissenso da parte del nostro sindaco, così come hanno fatto molti suoi colleghi, in difesa degli interessi della propria comunità. Ma evidentemente il sindaco che perde risorse non poteva protestare contro il senatore che le ha prese e, allora, ha preferito un eloquente e imbarazzante silenzio. Resta il fatto che a Molfetta il governo toglie quello che la Regione aveva dato. E' ancora più evidente, oggi, che questo doppio ruolo di sindaco/senatore non solo non convince per niente, ma non conviene nemmeno alla nostra città”.
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