MOLFETTA - Un reintegro di assessore nella giunta Azzollini. Sembrava che la nomina di Carmela Minuto avesse allontanato Giacomo Spadavecchia (foto) dalla compagine azzolliniana, aprendo così un altro caso all’interno del Pdl di Molfetta. Spadavecchia, già inutile assessore all’inutile assessorato al marketing territoriale (?), dimessosi per il coinvolgimento nell’operazione “Mani sulla città”, secondo indiscrezioni, aveva anche creato una propria lista (con quale consistenza, non si sa), da smistare in modo opportuno nello scacchiere politico locale, con la promessa di aderire alla coalizione di centrosinistra. Ma il decreto di nomina pubblicato ieri pomeriggio sull’albo pretorio comunale online ha riassettato la coalizione di centrodestra.
Sembra così ricomporsi il vecchio asset azzolliniano, perché Spadavecchia che si era dimesso lo scorso luglio per il
sequestro della sua villa nel comparto 4 (zona tra Lama Cupa e l’ospedale), oggetto di uno
scoop di Quindici nel gennaio sorso dopo le proteste di alcuni residenti (la miracolosa bitumazione del tratto stradale fino alla sua abitazione). Unica eccezione rispetto al recente passato, l’ingresso dell’ex consigliera Minuto che, cacciata dall’Udc (era stata eletta nel 2008 in opposizione) per essere emigrata in maggioranza, ha colmato il posto lasciato vacante da
Pietro Uva, le cui dimissioni sono state formalmente accettate dal sindaco di Molfetta,
Antonio Azzollini, lo scorso 24 agosto.
Il reingresso di Spadavecchia ha destato, però, alcune perplessità. Innanzitutto, per l’assessorato che gli sarà affidato: se fosse quello dell’Urbanistica, emergerebbero i presupposti per un palese conflitto d’interessi, perché il neo assessore è anche proprietario di un’impresa edile che rivende anche materiale edile e di arredamento. Tra l’altro, il suo sarebbe il decimo assessorato senza delega al Comune di Molfetta, l’emblema schiacciante di come Azzollini abbia esautorato anche la sua giunta di ogni potere propositivo e decisionale, che si concentrerebbe maggiormente nei vertici dirigenziali.
Inoltre, sarebbero già emersi i primi mal di pancia: le sue dimissioni avevano creato imbarazzo nel centrodestra, soprattutto per alcuni esponenti di spicco su cui pesano avvisi di garanzia e rinvii a giudizio. A quanto pare, proprio per questa situazione, la diffusione pubblica della notizia della decadenza dei capi d’imputazione di Spadavecchia per l’indagine “Mani sulla città” pare fosse stata bloccata da alcuni esponenti apicali della maggioranza di centrodestra di Azzollini. La nuova nomina (come Quindici aveva annunciato ad agosto), invece, sembra aver riequilibrato la scacchiera del centrodestra.
Tra l’altro, potrebbe anche anticipare uno scenario già presagito da Quindici: le non dimissioni di Azzollini, rispetto a quanto previsto dalla legge (180 giorni prima delle prossime elezioni amministrative), perché non avrebbe senso nominare un assessore per poche settimane. Anche se il suo reingresso potrebbe essere stato determinato da mere ragioni di contabilità elettorale: in questo modo Azzollini ha impedito che i voti di Spadavecchia possano emigrare in altre coalizioni (636 nelle elezioni amministrative del 2008), forse timoroso di favorire l’avversario politico e di destabilizzare la sua campagna elettorale.
Allo stesso tempo, non è da escludere che Azzollini nomini un nuovo vicesindaco che, dopo le sue dimissioni, sorregga la sua maggioranza e l’amministrazione comunale nel periodo necessario alla campagna elettorale, stravolgendone il corretto e trasparente svolgimento. Insomma, gli scenari sono tutti da definire: ma le nubi dovrebbero dissolversi a breve.
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