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Molfetta, il candidato sindaco Salvemini alla sua coalizione: ripristinare il rispetto delle regole La richiesta dopo che era stata inserita nelle liste dell'Udc una candidatura non gradita con conseguente defezione di esponenti del Partito Democratico. Aperta ieri la campagna elettorale, presentato il programma con l'obiettivo di mandare a casa Azzollini: ha tutto il potere politico ed economico nelle sue mani
18 marzo 2008

MOLFETTA - Sulle note di “Mi fido di te” (brano di successo di Jovanotti), che ha inaugurato il comizio di ieri sera per la presentazione del programma del candidato sindaco Mino Salamini, lo stesso leader della coalizione di riscossa democratica, probabilmente, avrà pensato di essersi fidato troppo dell'UDC. “Ringrazio tutte le liste che mi appoggiano – ha dichiarato Salvemini – che, comunque, in merito alle candidature, hanno rispettato i vincoli di legalità e moralità che avevo prefissato (evitare l'inserimento nelle liste di cittadini, che, per motivi politico-amministrativi, sono stati rinviati a giudizio, ndr). Vi è stato un solo caso (la candidatura di Pino Amato nelle liste dell'UDC, ndr), ma ribadisco, con piena fermezza, che sarò il garante del rispetto di tali principi in una eventuale formazione della squadra di governo; mi auguro – ha ribadito Salvemini – che il partito in questione faccia quanto possibile per ripristinare il rispetto delle regole prefissate e riprenda serenamente il dialogo con il candidato sindaco”. Questo è stato l'unico passaggio del comizio in cui alcuni dei presenti nelle prime file non hanno applaudito. Al termine dell'assemblea, alcuni esponenti dell'UDC, tra cui il segretario, Pasquale Minuto e Francesco Mangiarano, in merito alla questione, hanno dichiarato di essersi attenuti scrupolosamente a quanto previsto dalla Costituzione, ovvero non si può impedire ad un libero cittadino di candidarsi a libere elezioni; allo stesso modo si atterranno scrupolosamente alle volontà di Mino Salvemini in caso di vittoria e di costruzione della Giunta comunale. Al di là di questo intoppo politico, che, tuttavia, ha lasciato i suoi strascichi all'interno del PD, il candidato sindaco Mino Salvemini si è immerso in una appassionata presentazione del suo programma per la città, attaccando diverse volte solo uno dei suoi avversari nella corsa ad occupare la poltrona di primo cittadino: il sen. Antonio Azzollini. “La vittoria della coalizione – ha esordito Salvemini – è nella mani dei candidati delle sei liste che mi appoggiano, nel loro impegno e nella loro capacità di convincimento degli elettori”. Salvemini ha ricordato ai presenti, che in caso di instabilità dei risultati politici nazionali, votando il candidato sindaco Azzollini, tra un anno e mezzo ci ritroveremo nuovamente nella situazione attuale, con un Comune abbandonato e una nuova campagna elettorale da affrontare; a questo si aggiungono le sue ambizioni ministeriali che riproporrebbero ancora una città governata nei week-end come se fosse un giocattolo. “Per queste ragioni – ha affermato Salvemini – è necessaria una sanzione perentoria e definitiva dei cittadini molfettesi per colui che ha accentrato, in maniera autarchica, tutti i poteri politici ed economici della città, impedendo la crescita, anche nel suo stesso partito, di nuove capacità dirigenziali alternative alla sua persona e che oggi sono solo degli yes-man”. Duri gli affondi alla cosiddetta politica del rigore dell'ultima amministrazione Azzollini: rinuncia ad oltre 10 milioni di euro, come rimborso di danni subiti dal Comune a seguito delle note vicende giudiziarie dell'impresa Mazzitelli (affidataria dell'impianto di compostaggio), con la quale, inspiegabilmente, ha rinnovato la convenzione fino al 2020; svendita del mercato ittico (struttura di prestigio) ad un'impresa privata, compiacente del senatore, per meno di 30 mila euro l'anno (all'incirca la locazione di un negozio di Corso Umberto); scempio nel parco di ponente e di mezzogiorno; palazzi comunali di lama Scodella mai ultimati per una serie di ragioni misteriose; città sporca e trasandata; corpo dei vigili urbani numericamente insufficiente e demotivato; assenza di qualsiasi campagna di educazione civica in città, soprattutto per i più giovani. “Tutto questo – ha aggiunto il candidato sindaco – perché il background di qualsiasi decisione amministrativa dell'ultima, improvvisata e discontinua Giunta era solo e sempre il porto”. La coalizione di riscossa democratica ed il suo candidato sindaco ritengono, che dopo anni di purgatorio, è arrivato il momento di riscoprire e valorizzare le bellezze della nostra città, recuperare i luoghi di incontro, evitando lo svuotamento sociale delle periferie e soprattutto la migrazione verso i cosiddetti non luoghi (i centri commerciali, ndr). “Le potenzialità ci sono, – ha continuato Salvemini – ma c'è bisogno di incentivarle e fecondarle; Molfetta è uno de comuni della regione con i più alti tassi di scolarizzazione, ma assistiamo inermi ad una emigrazione di cervelli; c'è una buona capacità di risparmio; abbiamo una buona area industriale ed artigianale”. I principali punti programmatici che il candidato sindaco si è impegnato a realizzare, per rendere la città più vivibile, si basano particolarmente sull'urbanistica: - progettazione ed approvazione del piano dei servizi, del piano dell'agro, del piano coste e del piano della mobilità per la riduzione del traffico, attraverso competenze valide e specifiche; - riprogettazione del fronte mare, con la necessità che le grandi opere non devono essere definite in un'ottica semplicemente comunale (o ancor peggio, in modo autarchico come ha operato l'ultimo sindaco), ma c'è bisogno di fare sistema con le autorità sovracomunali, evitando brutte figure sui tavoli di concertazione dell'area metropolitana, dove qualcuno ha ancora definito Molfetta città a vocazione peschereccia, quando ormai i pescherecci sono meno di 50; - centro cittadino pedonalizzato, con i parcheggi realizzati al di là della stazione; - ripristino del Pulo, caduto in un totale disinteresse, con richiami continui e minacce di denuncia al Comune da parte della Provincia; - confronto serrato con la Regione e la Provincia per il rilancio e la giusta destinazione del Preventorio (attualmente sottoutilizzato, nonostante la convenzione con la lega del Filo d'oro) e dell'Apicella; - definizione della destinazione d'uso dello storico Palazzo Dogana (immobile del '400), con potenzialità ricettive secondo l'ultima amministrazione Azzollini, con finalità culturali e musicali per la coalizione di Salvemini. “ Non è un libro dei sogni – ha concluso Salvemini – ma idee concrete che con una identità politica forte, coesa, democratica e trasparente si possono realizzare. Ce la possiamo fare e ce la faremo.” Convinto dell'intervento di Salvemini è stato l'avv. Francesco Armenio, che ha dichiarato a noi di Quindici che oggi non è importante la discussione sulla candidatura di Pino Amato, ma è fondamentale l'elezione di un sindaco che ogni giorno possa sentire le istanze dei cittadini e possa amministrare la città costantemente e non nei ritagli di tempo; questa volta non si vuole e non si deve sbagliare. Anche la canzone di chiusura del comizio “Ma il cielo è sempre più blu” dello scomparso Rino Gaetano, avrà fatto riflettere Mino Salvemini: chissà se dopo le ultime vicende politiche il cielo della sua campagna elettorale si tingerà di blu o di altri colori.
Autore: Roberto Spadavecchia
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