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Molfetta, il 13 marzo torna in piazza il comitato per la dignità delle donne
05 marzo 2011

MOLFETTA - Dopo la fiaccolata del 13 febbraio scorso, alla quale presero parte circa 500 persone tra donne uomini e bambini, il comitato molfettese per la dignità delle donne torna in piazza. Le donne, gli uomini e le famiglie, che presero parte alla passata manifestazione, si sono dati appuntamento il 13 marzo alle 18 in piazza Garibaldi, nei pressi della scalinata del Calvario, dove si concluse la scorsa manifestazione pubblica.
E’ da lì che il comitato vuole riprendere il confronto con la città sul valore delle donne, sulla loro dignità, rivendicando l’orgoglio e il diritto alla rispettabilità e al considerazione della figura femminile, trattando temi d’attualità quali il lavoro, la maternità e la paternità, attraverso la lettura di testimonianze di donne e di uomini.
Dopo l’ennesima caduta di stile dell’amministrazione in occasione della festa delle donne con l’invito del “tronista” Giorgio Alfieri come testimonial d’eccezione nella giornata del prossimo 8 marzo, il comitato ha deciso di organizzare questa manifestazione per rendere le donne vere protagoniste della città, dopo la desolante scoperta che il loro essere protagoniste, come anche la considerazione a loro riservata, nella città di Molfetta, passi attraverso la presenza di un “tronista”.

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Autore: Giovanni Angione
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Mi sono molto divertita nel leggere, meglio nel divorare, un libro o meglio un volumetto il cui titolo mi sembrava sciocco, ma al tempo stesso un monito, “Elogio dell'imbecille” di Pino Aprile. La tesi è questa, molto psicologica. Si ritiene che le società umane da tempo non hanno più bisogno dell'intelligenza come fattore evolutivo. Se per millenni l'uomo è sopravvissuto grazie ad essa, ora non più: l'intelligenza è divenuta un ostacolo. Miliardi di uomini vivono sulla terra e usano i prodotti dell'intelligenza solo a patto che essi siano così semplici da essere alla portata di tutti, cioè degli imbecilli. E' l'imbecille che costituisce la pietra di paragone, che fa da minimo comune multiplo. L'intelligente invece, con la sua assurda pretesa di essere diverso, di voler provare soluzioni nuove, di fare cose nuove, di modificare l'esistente, è solo un impiccio. Le organizzazioni si reggono comunque sull'operato dei migliori. Per funzionare invece, devono essere popolate di cretini, perché sono state costruite per loro. Un imprenditore costruisce un'azienda in cui possano lavorare anche gli imbecilli, e se l'azienda ha successo significa che in essa gli imbecilli, cioè i più, riescono a fare ciò che è loro chiesto di fare. Inoltre il geniale imprenditore non è eterno e, quando morirà, l'azienda, per andare avanti, non potrà contare quasi mai su un altro genio che ne prenda il posto; solo se è stata strutturata per dei cretini riuscirà a sopravvivere, e se al suo interno comparirà ad un punto una persona intelligente, essa sarà solo un elemento perturbatore. Darà fastidio. Gli imbecilli sono capaci solo di seguire le procedure prefissate, di ripetere meccanicamente ciò che hanno sempre fatto, di pensare quello che hanno sempre pensato. Così, in effetti, una persona che dà il meglio di sé per il bene comune non viene promossa, viene licenziata. Ad essere promosso sarà quello che darà le migliori garanzie di non fare stranezze. Cioè un imbecille. SOLO DONNA.

Insieme ai lavoratori e agli immigrati dai paesi poveri, sono le donne a risentire maggiormente degli effetti di questa perdita di senso nei confronti di se stesse. Prima formavano una precisa categoria, definita dall'inferiorità ma che offriva loro funzioni conosciute. La disgregazione del vecchio sistema, per quanto possa preparare la venuta di nuovi tipi di cultura e di società, porta anche alla sottomissione sempre più totale al dominio del mercato. L'immagine della donna manipolata come oggetto sessuale e sottomessa alla violenza maschile contiene, nonostante certi eccessi, molta verità, e non si possono più ignorare le accuse delle femministe che denunciano la frequenza e la gravità della violenza subita dalle donne. Meraviglia e stupisce, l'esistenza di “giovincelli” allo stato embrionale ancora animale convinti che tutto quanto accade, sia cercato da parte femminile, e dovuto da parte maschile. Le statistiche sul contributo fornito dalle donne alla società, sono evidenti. Oggi gli uomini non possono più sostenere di essere gli unici a provvedere alle esigenze della famiglia, e si prendono le relative responsabilità: un'indagine a livello mondiale dimostra che sono proprio le donne, l'”altra metà” così spesso ignorata, a procurare cibo alle famiglie, a curarne lo stato di salute, a provvedere a offrire cibo e assistenza. Senza contare che esse danno anche un contributo enorme al reddito domestico e nazionale. Malgrado la crescita dei movimenti femminili, le donne sono ancora poco rappresentate ai livelli ai quali si prendono le decisioni. In nessuna nazione al mondo esiste a livello legislativo un vero equilibrio tra i due sessi. Costringere gli uomini a dividere sia il potere politico sia il ruolo di “sostentatore” della famiglia potrebbe costituire un grosso ostacolo nelle società maschiliste, ma le donne stanno assumendo sempre più iniziative, sia nel mondo del lavoro sia nell'interno dei movimenti politici. Allora avanti: “SE NON ORA, QUANDO”.

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