Molfetta, gli studenti scioperano contro la riforma Fioroni
MOLFETTA - Questa mattina in quasi tutte le scuole superiori di Molfetta gli studenti hanno manifestato la propria disapprovazione nei confronti della riforma Fioroni, scioperando e dichiarando la propria contrarietà rispetto alle nuove normative riguardo l'accesso all'Università.
Dal prossimo anno infatti i voti conseguiti nel triennio della scuola superiore e il voto finale della maturità influiranno per un numero di punti pari a 25 sull'ammissione alle facoltà a numero chiuso.
Il ministro ha dichiarato che con questo provvedimento “ora pagherà il merito, non le furbizie, e chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco per l'accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso".
Dunque è stato proprio il fenomeno relativo alle raccomandazioni, che di recente ha suscitato molte polemiche soprattutto in merito all'ammissione alla facoltà di medicina all'Università di Bari, che ha spinto il ministro a questo passo.
Gli studenti hanno però sostenuto che in numerosi casi lo studio svolto durante le scuole superiori non ha favorito studenti che poi, intraprendendo un tipo di studio consono alle proprie attitudini e propensioni, si sono laureati a pieni voti. Questo provvedimento porrebbe di certo un limite a studenti che pur non essendo riusciti ad affermarsi positivamente durante la scuola superiore, potrebbero in determinati campi di studio esprimere a pieno le proprie doti.
Inoltre il fenomeno della raccomandazione è dilagante ad ogni livello di studio, quindi bisognerebbe considerarlo anche a proposito del voto conseguito durante gli studi superiori. Anche in questo caso un voto falsato influirebbe sul proseguimento degli studi.
Tale provvedimento sembra allora coprire molti dei difetti dell'insegnamento italiano che andrebbero invece estirpati dalla radice, sembra costituire una decorosa cornice ad uno scenario che resta mortificante.
Un sistema che senz'altro favorirebbe la meritocrazia sarebbe invece quello, già adottato in altre scuole europee, di espellere gli studenti fuoricorso da diversi anni, che costituiscono una fetta ingente degli universitari italiani. Certamente questo sistema favorirebbe uno studio più assiduo anche da parte di quegli studenti cullati da un capitale ricco e ben più disponibile rispetto ad altri che sudano per completare un corso di studi che si rivela alquanto “costoso”. Non placherebbe completamente il fenomeno delle raccomandazioni per il quale servirebbero controlli frequenti e radicali, ma costituirebbe un passo verso una cultura libera ma a prezzo di un impegno assiduo e costante.
Autore: Giacomo Pisani