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Molfetta, figli e carriera: binomio impossibile? “Balance. Esperimenti e strategie innovative per genitori equilibristi” Il 16 e 17 gennaio Laboratorio dal Basso per conciliare vita e lavoro, innovando
13 gennaio 2015

MOLFETTA - Venerdì 16 e sabato 17 gennaio, a Molfetta si svolgerà il Laboratorio "Balance: Esperimenti e strategie innovative per genitori equilibristi" per ricercare e condividere esperienze virtuose di conciliazione e, a partire di lì, progettare nuove esperienze all’insegna dell’innovazione.  
Essere genitori e professionisti si può, capovolgendone il verso e trasformando quello che può essere un limite (lavorativamente parlando), in una risorsa e in nuove opportunità.
 
Ospiti della due giorni saranno professionisti che hanno espresso eccellenze su questi temi riconosciute a livello nazionale: i fondatori della rete di nidi familiari “Scarabocchiando a casa di…”, Katiuscia Levi e Paolo Costarelli; Sabrina Bianchi partner di Piano C, la prima realtà di co-working al femminile italiana e Fabiana Zanola, co-fondatrice del progetto Artebimba Family Art Cafè.
 
Ogni individuo svolge molteplici ruoli all'interno di società complesse e il raggiungimento di un equilibrio tra questi non é semplice né immediato. Può essere facilitato da politiche sociali, culturali ed economiche, e supportato da una corretta distribuzione dei carichi in famiglia. In società in cui il welfare é carente e i modelli familiari tradizionali si scardinano con difficoltà, l'inventiva individuale diventa l'unica possibile risorsa.
La conciliazione è una tematica trasversale, che riguarda molteplici categorie di lavoratori e lavoratrici (professionisti, dipendenti, etc.) e la difficoltà di vivere in maniera armonica vari ruoli sociali é un ostacolo che porta molti a dover scegliere tra lavoro e famiglia.
Balance dunque si rivolge a molti: a quelle lavoratrici bisognose di orientamento nella fase di rientro dalla maternità o estromesse dal lavoro e in cerca di ri-collocazione professionale, a genitori lavoratori che cercano un equilibrio tra i propri ruoli; a quei lavoratori che desiderano mettere su famiglia e cercano spunti su come strutturare il proprio menage; a genitori che vogliono intraprendere nuove attività lavorative compatibili con gli impegni familiari; ma anche ad imprenditori che vogliono offrire servizi alle suddette categorie, più in generale ad innovatori e ad operatori sociali.

Balance è una proposta dell’associazione ComunicareilSociale.it - con la collaborazione di MM!Studio, della cooperativa Camera a Sud, del progetto Due Mari e della casa editrice La Meridiana - ed è realizzato con il contributo di Laboratori dal Basso, una misura promossa e gestita dall'Arti e dal programma regionale Bollenti Spiriti cofinanziata dalla UE attraverso il PO FSE 2007-20013, che finanzia percorsi di formazione ideati da giovani imprese e associazioni pugliesi che si mettono insieme per imparare cose utili a far crescere le loro attività.
 

Balance si terrà presso la sede di Edizioni La Meridiana, in via Sergio Fontana 10/C, a Molfetta a partire dalle 9.30 di venerdì 17 gennaio. La partecipazione è gratuita, ma l’iscrizione è obbligatoria.

Il programma completo e ulteriori approfondimenti su www.genitorisostenibili.it o sulla pagina facebook di ComunicareilSociale.it.

Per info: Associazione ComunicareilSociale.it – info@comunicareilsociale.it, t. 080.4038914.

 

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Dopo secoli di “schiavitù” la donna ha voluto dunque essere libera, esser per se stessa. Ma il cosiddetto “femminismo” non ha saputo concepire per la donna una personalità, se non ad imitazione di quello maschile, si che le sue “rivendicazioni” mascherano una sfiducia fondamentale della donna nuova verso se stessa, l'impotenza di questa ad essere ed a valere come ciò che essa è: come donna e non come uomo. Per una tale incomprensione, la donna moderna ha sentito una affatto immaginaria inferiorità nell'esser solo donna e quasi un'offesa nell'esser trattata “solo come donna”. Tale è stata l'origine di una vocazione sbagliata: essa, appunto per questo, ha voluto prendersi una rivincita, rivendicare la sua “dignità”, mostrare il suo “valore” – passando a misurarsi con l'uomo. Senonchè non si è trattato per nulla dell'uomo vero, bensì dell'uomo-costruzione, dell'uomo fantoccio di una civiltà standardizzata, razionalizzata, non implicando quasi più nulla di davvero differenziato e qualitativo. In una tale civiltà, evidentemente, non può essere più quistione di un qualunque legittimo privilegio, e le donne incapaci di riconoscere la loro naturale vocazione e di difenderla, non fosse che sul piano più basso (perché nessuna donna sessualmente felice sente mai il bisogno di di imitare e invidiare l'uomo), potettero facilmente dimostrare di possedere virtualmente anch'esse le facoltà e le abilità – materiali e intellettuali - che si trovano nell'altro sesso e che, in genere, si richiedono e si valutano in una società di tipo moderno. L'uomo, del resto, ha lasciato fare da vero irresponsabile, anzi ha aiutato, ha spinto lui stesso la donna nelle strade, negli uffici, nelle scuole, nelle fabbriche, in tutti i trivii contaminatori della società e della cultura moderna. Così l'ultima spinta livellatrice è stata data. Ora, quando la donna, per consacrarglisi, pretende che un uomo con l'anima e col corpo le appartenga, essa ha già non solo “umanizzata” e immiserita la sua offerta, ma soprattutto ha cominciato a tradire l'essenza pura della femminilità per prendere in prestito, anche sotto questo riguardo, un modo d'essere proprio alla natura maschile – e della più bassa: il possesso, il diritto sull'altro e l'orgoglio dell'Io. Allora è venuto il resto e, come in ogni caduta, secondo una legge di accelerazione. In un momento successivo, per incremento di ego-centrismo, non saranno più nemmeno gli uomini ad interessarla, ma solo ciò che essi potranno darle per il suo piacere o la sua vanità. Come epilogo, forme di corruzione che si accompagnano con altrettanta superficialità, ovvero una vita pratico- esterioristica di tipo maschile che l'ha snaturata e gettata nella stessa fossa maschile del lavoro, del guadagno, dell'attività pratica parossistica e perfino della politica. La donna moderna nel voler essere per sé si è distrutta. La bramata “personalità le sta togliendo ogni personalità.


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