MOLFETTA – Dopo il successo dell’ultimo numero (andato completamente esaurito) dedicato in gran parte all’inchiesta sullo scandalo urbanistico “Mani sulla città” che ha portato all’arresto del dirigente dell’Ufficio Territorio comunale ing. Rocco Altomare (ora ai domiciliari a Potenza), torna in edicola la rivista “Quindici” per raccontare, con gli articoli di Marcello la Forgia, il prosieguo dell’inchiesta che esamina le eventuali responsabilità politiche. Trema il Palazzo, mentre 4 assessori presentano le dimissioni al sindaco del Pdl Antonio Azzollini.
Intanto la Procura della Repubblica indaga anche sul porto, sono tre le inchieste in corso.
Il direttore Felice de Sanctis nel suo editoriale “Pazienza finita” si sofferma sui guati che continuano a derivare dall’amministrazione Azzollini alla città di Molfetta, sul suo doppio incarico che lo ha portato ad essere relatore al Senato di una manovra che danneggia proprio i Comuni. Lui, contrariamente agli altri suoi colleghi amministratori comunali, non è sceso in sciopero, ma ha sostenuto un intervento che provocherà nuove tasse ai cittadini di Molfetta.
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Altro argomento di interesse è l’intervista all’assessore regionale alla mobilità, Guglielmo Minervini che parla della sua città e accusa: Molfetta vive nell’illegalità e il sindaco Azzollini guarda altrove. Un’intervista molto dura, un atto di accusa senza attenuanti su chi ha portato la città all’attuale degrado.
Anche Pino Amato esponente dell’Udc locale spara a zero sull’amministrazione comunale di centrodestra e sul sindaco, parla dell’inchiesta “Mani sulla città” meravigliandosi del diverso trattamento subito dalla magistratura che all’epoca colpì il politico Amato, mentre oggi, a suo parere, nicchia sugli attuali vertici amministrativi. Amato annuncia una sua candidatura alla Regione e come sindaco di Molfetta.
L’edilizia tiene ancora banco con la denuncia presentata alla Procura della Repubblica dalle cooperative edilizie: i soci chiedono 40 milioni di danni. Chi pagherà Altomare o il Comune (cioè noi)?
Sempre in tema di cooperative pubblichiamo la motivazione della sentenza di condanna dell’ing. Gianluigi Sallustio per la vicenda dell’Antares.
E, intanto, all’ex lotto 10 e al comprato 18 fiorisce “cementiade”: vi raccontiamo come avanza il degrado urbano e ambientale nelle periferie.
Vi parliamo anche delle vicissitudini di un cittadino vessato e perseguitato per gli errori dell’ufficio tributi, costretto a pagare somme non dovute che è difficile recuperare, se non si passa attraverso un lungo processo burocratico che coinvolge Equitalia. L’ente incassa subito il denaro, ma lo restituisce malvolentieri, costringendo il cittadino a perdite di tempo e denaro per presentare inutili documentazioni burocratiche: a Molfetta accade anche questo.
Per quanto riguarda la politica, la novità riguarda il primo congresso del Sel (il partito di Vendola) che vuole riaprire la partita politica a Molfetta e candida alla guida della città l’ex sindaco Tommaso Minervini, ma presenta una serie di contraddizioni che gli alleati non condividono.
Nel centrosinistra si apre un cantiere nella giungla delle alleanze, mentre nel centrodestra crescono i mal di pancia: Azzollini è la capolinea.
Intanto il sindaco Azzollini svende Molfetta alla Lega Nord, l’ufficio tecnico del Comune concede a Radio Padania l’installazione di un ripetitore per trasmettere le fregnacce anti italiane di Bossi e dei leghisti secessionisti, vergogna di questo Paese.
In città è ormai gazebo selvaggio, spuntano ad ogni angolo e il sindaco concede altri permessi: tra fruttivendoli, bar e pizzerie è una festa al deturpamento ambientale.
Torniamo sul tema dell’inquinamento bellico: parliamo di cala S. Giacomo di una lettera di un operaio che dopo la guerra partecipò alle operazioni di inabissamento delle bombe e di altre rivelazioni di Guglielmo Facchini. L’area è quella dove si sta costruendo il nuovo porto a ridosso della diga foranea, ma il sindaco finge di ignorarla.
Sono tornati gli emigranti dall’estero per celebrare il loro congresso con tanta nostalgia della madrepatria.
Mentre la festa patronale della Madonna dei Martiri provoca altre polemiche fra cui quella di affidare il trasporto del simulacro anche a un peschereccio di Bisceglie, un manifesto di Aritmia Mediterranea mostra la Vergine con un trolley per sottolineare il forte fenomeno dell’emigrazione giovanile, ma l’ufficio diocesano di comunicazioni sociali lo considera offensivo. Una polemica inutile e autolesionistica.
Ricche anche le pagine di cultura dalla storia delle maestre molfettesi offese da un prete nel 1907, raccontata da Pasquale Minervini, alla recensione dell’ultima fatica dell’illustre collaboratore di “Quindici” Marco Ignazio de Santis, la storia di un ufficiale garibaldino che nel 1866 si suicida a Molfetta: la recensione del libro è di Ignazio Pansini. Mentre Gianni Palumbo si occupa della novella di Lucia Sallustio “La fidanzata di Joe” e delle mostre di Gaetano Grillo, Natale Addamiano, Michele Paloscia, Paolo Sciancalepore e Athos Faccincani. Sulla performances Tropos ci intrattiene Giovanni Antonio del Vescovo, mentre Corrado Pappagallo ci riporta alla Fiera della Madonna dei Martiri del 1906 quando la statua rimase in mezzo al mare.
Damiano d’Elia ci regala un bel ricordo dello scomparso don Salvatore Pappagallo sacerdote-educatore.
La consegna al cardinale molfettese Angelo Amato di un suo ritratto, eseguito da Addamiano, e donato dalle sorelle Spagnoletta, conclude le pagine di cultura.
Infine, completano la rivista le pagine di sport e le rubriche Lettere al Direttore e Molfetta & Dintorni, con altre notizie di cronaca.
Un numero, come sempre, ricco di contenuti e temi interessanti con tanti argomenti che vi terranno compagnia per un mese di piacevole lettura, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport.
Correte a prendere “Quindici” in edicola prima che possa esaurirsi.
Quindici: quello che gli altri (soprattutto su questa vicenda delle “Mani sulla città”) non hanno detto, Quindici: la rivista che si sceglie in edicola.