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Molfetta, dopo le bugie sull'ospedale, l'assessore regionale Elena Gentile rassicura: “nessun rischio chiusura”
05 marzo 2014

MOLFETTA - “A Molfetta l'ospedale non chiuderà, anzi sperimenteremo profili più avanzati per offrire servizi di qualità. La nostra rete dei servizi andrà oltre l'ospedale. Valorizzeremo nuove esperienze e ciò non sarà segnato delle politiche di austerità né dai numeri”.

Il messaggio arriva forte e chiaro: l'Ospedale di Molfetta non chiude e anzi verrà rilanciato in attesa della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale e della realizzazione di una grande struttura ospedaliera che sorgerà tra Bisceglie e la nostra città e comprenderà diversi comuni del nord barese. Ma fino a quel momento il “Don Tonino Bello” resterà attivo e funzionante, sempre al suo posto. L'assessore regionale al welfare e alla sanità Elena Gentile, ha visitato l'Ospedale di Molfetta, accompagnata dal sindaco Paola Natalicchio e dall'assessore regionale alle politiche giovanili e alla trasparenza Guglielmo Minervini (nella foto: Minervini, Gentile, Natalicchio). Un modo per rispondere nel modo più chiaro possibile al codazzo di polemiche sorto in questi giorni attorno alla presunta chiusura dell'ospedale. L'accusa avanzata nei giorni scorsi con tanto di volantinaggio dal Nuovo Centro Destra del senatore Antonio Azzollini, è stata rispedita al mittente.

Elena Gentile ha dichiarato che: “le polemiche di questi giorni non vanno assecondate perché costruite ad arte da chi appartiene alla stessa famiglia politica dell'attuale ministro alla Salute. Noi in Puglia abbiamo già pagato un prezzo altissimo in termini di tagli e ora dobbiamo perseguire la buona sanità non pareggiando i capitoli di bilancio ma mettendo a valore le competenze”.  

Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco Paola Natalicchio:

“rispondiamo con la massima chiarezza all'ennesima campagna populista. L'ospedale di Molfetta è un bene comune e nessuno lo chiuderà ed è davvero strano che il Ministro della Salute (l'onorevole Beatrice Lorenzin, protagonista di un piano di ridimensionamento del numero degli ospedali; ndr)sia del Nuovo Centro Destra, lo stesso del senatore Antonio Azzollini, presidente della Commissione Bilancio del Senato. L'assessore lo ha ribadito con chiarezza: l'ospedale non chiude e del resto sarebbe impensabile nell'ottava città della Puglia. Ci serve un ospedale che ci faccia sentire protetti e non certo della deospedalizzazione che porti alla chiusura della struttura. Il futuro è di sicuro un grande ospedale che sorgerà tra Molfetta e Bisceglie e che assorbirà i principali comuni del nord barese. Convocherò a breve i sindaci delle altre città per attivare un percorso che ci porterà in questa direzione. Ma comunque il dialogo con la Regione è apertissimo”.

La delegazione, ha quindi visitato diversi reparti, dalle eccellenze Urologia e Nefrologia(il sindaco ha anche promesso impegno per ottenere i 4 posti letto persi nel reparto) fino a quelli che necessitano di un potenziamento come Pediatria.

Orgoglio per quello che è oggi il nostro ospedale emerge dalle parole di Guglielmo Minervini: “nove anni fa abbiamo ereditato un ospedale disastrato, dal quale i pazienti fuggivano e dove curarsi era una scelta a rischio. Oggi è un ospedale che attira. Il nostro lavoro ha portato davvero a un rovesciamento che porta a valorizzare la qualità e il lavoro. Il nostro ospedale oggi è una realtà di qualità apprezzata dai cittadini grazie al lavoro politico della Regione. Anche per questo le polemiche del Nuovo Centro Destra sono assolutamente insopportabili, perché la pressione per lo smantellamento della rete ospedaliera proviene dal Ministro dello stesso partito del Senatore Azzollini. La Regione si pone come un interlocutore che mitiga le politiche di austerità nazionali. Il problema è a Roma non a Bari”.

Quindi salda difesa del presente senza mancare di guardare al futuro: “la prospettiva che attende la nostra città è di potenziamento e non smantellamento dell'ospedale. Si lavora verso il nuovo Ospedale comprensoriale e la logica di pochi grandi complessi. Ma fino al completamento dell'opera nessuno e ripeto nessuno toccherà l'Ospedale di Molfetta”.

© Riproduzione riservata

Autore: Onofrio Bellifemine
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