MOLFETTA - È l’invito ad un confronto politico e amministrativo quello che Sinistra Ecologia e Liberà ha lanciato alle forze centrodestra di fronte ai numerosi «sfregi» che Molfetta è costretto a subire da anni, soprattutto per la (micro)criminalità dilagante, «per individuare le soluzioni più adatte nel contrasto alla criminalità, piuttosto che esercitarsi in una selva di comunicati a mezzo stampa per tessere le lodi dell'operato di questa amministrazione».
42 gli incendi auto dall'inizio dell'anno. «Continuano ad aumentare casi di furti, scippi, rapine, si registrano veri e propri atti intimidatori subiti dai tutori dell'ordine senza che tali allarmanti segnali inducano l'Amministrazione del sindaco, senatore, presidente Antonio Azzollini ad adottare quelle necessarie contromisure per arrestare questa percezione da “terra di nessuno” in cui versa la nostra città», scrive Silvio Salvemini, segretario cittadino di Sel, nel comunicato che annuncia per domani 17 dicembre, alle ore 17, nella sala stampa di Palazzo Giovene un incontro con la comunità di Molfetta per «entrare nel merito di quel cambiamento che noi tutti ci auguriamo». Perché «la più ampia partecipazione dal basso è l'unica arma a nostra disposizione per contrastare l'assenza di politica che da troppo tempo si respira nel nostro Paese e nella nostra città».
«Purtroppo come spesso è avvenuto le forze di maggioranza manifestano fastidio e malcelato imbarazzo quando l'aggravarsi di tali problematiche smentiscono nei fatti la propaganda artefatta di una Molfetta “pulita”, “sicura”, “prospera” e “magniloquente”», continua Salvemini che elenca situazioni discutibili e male affrontate dall’amministrazione Azzollini: dalla questione del tempo pieno, risoltasi «grazie alle azioni di genitori e rappresentanti sindacali e non certamente per la solita “pezza a colori” escogitata in extremis da questa amministrazione e sempre fuori tempo massimo», all’inerzia in materia urbanistica, «al punto che si è reso necessario l'intervento della magistratura per far luce su un sistema poco trasparente sulla gestione del territorio».
Senza dimenticare, la discussione abortita nell’ultimo Consiglio comunale sul doppio incarico e sull’incompatibilità tra le cariche di parlamentare e sindaco di Comune con popolazione superiore ai 20mila abitanti: «l'escamotage da azzeccagarbugli che ha evitato a Giunta e maggioranza di esprimersi nel merito, dimostra quanto la necessità di mantenere posti di potere da parte di pochi prevalga sulle ragioni di una comunità ad avere rappresentanti pienamente legittimati».
Impegnata nel costruire un'alternativa di governo per la città, in grado di rispondere al cumulo di istanze inevase che da troppi anni attanagliano i molfettesi, «il metodo che caratterizza la nostra forza politica è la continua ricerca di ascolto e dialogo innanzitutto con i cittadini, con le categorie sociali e loro rappresentanze, con le realtà associative e culturali nel tentativo di coinvolgerli in una crescente e consapevole partecipazione alle future scelte amministrative - aggiunte Silvio Salvemini - più volte abbiamo esortato le forze politiche del nostro campo a tessere tali relazioni, sulla base di un metodo condiviso grazie al quale poter affrontare di petto quei nodi politici, onde evitare che diventassero ostacoli insormontabili e cause di divisioni».
L'esperimento del “Cantiere dei beni Comuni”, secondo Sel, «poteva essere un'occasione importante per superare antichi rancori personali, veti incrociati, tatticismi di corto respiro per accrescere via via quella comunità di persone desiderose del cambiamento». E, sin dal congresso dello scorso settembre, Sel ha invitato le altre forze politiche della costituenda coalizione di Centrosinistra «ad adottare le primarie come metodo di scelta del candidato rappresentante di questa nuova epoca politica - conclude - ma ci è stato risposto che tale scelta debba passare attraverso le liturgie classiche delle segreterie di partito, piuttosto che coinvolgere la città nella scelta».
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