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Molfetta, diciottenne aggredito dall'ex di una sua amica
01 luglio 2009

MOLFETTA -Punti di sutura sulla fronte, labbra gonfie e volto tumefatto sono i segni di un'aggressione subita da un ragazzo di 18 anni alle spalle della stazione, lungo la strada per andare al ponte pedonale che conduce al rione Paradiso. Il giovane stava rincasando da una tranquilla mattinata passata al mare in compagnia di una sua amica. Verso le 12.20 la coppia di amici è stata avvicinata da un ragazzo di cui il diciottenne ignorava l'identità. Si trattava dell'ex fidanzato della ragazza, il quale, preso dalla gelosia, senza dare spiegazioni, ha sferrato una testata al diciottenne, cadendo egli stesso a terra. Una volta rialzatosi l'aggressore ha colpito con calci e pugni l'altro, deturpandogli il viso senza che il ragazzo avesse modo di capacitarsi della situazione in cui si trovava. Spinto contro la ringhiera della stazione e col volto oramai ridotto ad una maschera di sangue, il diciottenne è stato liberato dalla furia dell'ex fidanzato della sua amica solo grazie a quest'ultima che l'ha trattenuto dal braccio portandolo via di lì. A soccorrere il giovane rimasto solo, sono stati due ragazzini. Durante il percorso verso casa il diciottenne aggredito ha incontrato un suo amico il quale, mentre lo accompagnava al pronto soccorso, ha riconosciuto l'aggressore incontrandolo nuovamente ancora per strada. Il diciottenne è ricoverato all'ospedale di Molfetta e risulta ancora sotto choc per l'episodio. I genitori hanno denunciato l'accaduto ai carabinieri, mentre gli amici, che gli sono accanto, restano ancora increduli e hanno espresso la loro meraviglia sul fatto che nella loro città chiunque sia libero di fare del male ad un'altra persona e che la cultura dei giovani sia tuttora caratterizzata dalla violenza. Quindici ritorna a sottolineare il problema della sicurezza nella città di Molfetta, problema che secondo il sindaco non dovrebbe competergli, lasciando che la nostra città diventi sempre più simile al Bronx, dove la gente non è più libera di camminare per strada senza la paura di subire violenza o di essere scippata.
Autore: Saverio Tavella
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Non è assolutamente vero che tutte le città sono pericolose. Non simo ne roma ne milano, quindi il controllo non è impossibile e non è neanche un'utopia. Bisognerebbe cominciare a pensare che esiste una legge e che chi si fa giustizia da se è un criminale alla pari di quel cretino che ha aggredito il ragazzo. Punto secondo ci deve essere la volontà politica di perseguire la micro-criminalità che è quella che piu da fastidio ai semplici cittadini. Punto tre ci deve essere una presa di posizione forte di chi ha il potere di controllo sul territorio. La civiltà di un popolo si misura dalla sua educazione che a quanto pare manca a Molfetta. Aggiungiamoci poi che sarà difficile togliere le cosidette "piazzette" se chi fa quelle piazzette sono quei grandi elettori di cui i nostri politici si nutrono. Non dimentichiamo poi che esistono i buoni e grandi capi e i capi mediocri. Una divisa e tante stellette non fanno un grande e coraggioso uomo. Quando vivevo a Molfetta ci viveva un uomo che oggi sta facendo bene in toscana che alla guida del comando carabinieri molfetta ha portato in porto le operazioni reset e tutte le operazioni di pulizia che ho vissuto in primo piano (abitando in quei quartieri poco nobili). LA POLITICA PUO' FARE TANTO IN QUESTI CASI. IL SINDACO CHIEDA L'INTERVENTO DELL'ESERCITO IN PATTUGLIA MISTA COME A BARI (EMILIANO NON CREDO SIA UN FASCISTA)! CHIEDA LO STATO DI EMERGENZA CRIMINALITA AL PREFETTO E SI FACCIA MANDARE UN POTENZIAMENTO DI CARABINIERI. FACCIA USCIRE LE "PALLE" PERCHE SE NON SBAGLIO E' LA DESTRA A GOVERNARE E SE IL SINDACO IMITASSE DI 1/4 L'OPERATO DI COFFERATI A BOLOGNA FORSE SI RISOLVEVEREBBER TANTI PROBLEMI. E NON SI TROVI LA SCUSA DEI SOLDI. IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BILANCIO AL SENATO CHE FA ARRIVARE 80 MILIONI DI EURO PER IL PORTO, 20 MILIONI PER L'ARREDO URBANO, ALTRI MILIONI PER LE PALAZZINE DI ALDO FONTANA (ATTIRANDOSI LE IRA DELLA LEGA NORD IN COMMISSIONE), NON CREDO CHE NON RIESCA A DIROTTARE RISORSE PER LA SICUREZZA DEL SUO PAESE. SAREBBE UN FALLIMENTO POLITICO. IL PORTO FORSE LO VEDREMO TRA 5-6 ANNI, MA LA SICUREZZA NON SI PUò VEDERE NEL FUTUTRO PROSSIMO, MA NEL PRESENTE PIU IMMEDIATO. SVEGLIA GENTE. VE LO DICE UNO CHE VIENE IN VACANZA SOLTANTO (E AGGIUNGO PURTROPPO) A MOLFETTA MA CHE DEVE PRENOTARE UN GARAGE PER 15 GIORNI PER LA MACCHINA, CHE DEVE STACCARE L'ANTENNA (RUBATA 2 VOLTE) E CHE DEVE FARSI FURTO E INCENDIO SOLO PER I GIORNI IN CUI VENGO A TROVARE LA MIA FAMIGLIA. SPIEGARE TUTTO QUESTO ALLA MIA RAGAZZA CREDETEMI E' DIFFICILE MA SOPRATTUTTO MI RIEMPIE DI VERGOGNA OGNI VOLTA.

Leggendo tutti gli interventi, mi hanno impressionato particolarmente quello di "molfettese vvv" e di "mamma preoccupata". Sono certo che anche a voi sono sembrati le due facce della stessa medaglia. Il mondo "medio" nel quale viviamo, ma che tuttavia non esclude isole di civiltà e buon vivere, viene sintetizzato dalle due opposte posizioni: La prima di una persona decisa, che percepisce chiaramente il disagio e che si "attrezza" per affrontarlo (quasi certo - prego l'Interessato di correggermi se ho male interpretato il senso del suo scritto - di poter contare solo su se stesso). La seconda di una persona anch'essa saggia ma piena di timore, dubbio, incertezza, senso di responsabilità frustrato che non le consentono di operare lucidamente nell'arduo compito dell'educazione famigliare dei propri figli, in questo contesto sociale. In che mondo, noi delle generazioni precedenti abbiamo fatto sprofondare le attuali. Che modelli deteriori abbiamo innalzato, forse inconsciamente, a totem di civiltà ed educazione. I giovani, se sono soli, sembrano completamente avulsi dalla realtà, immersi come sono nell'invio di messaggini (usando telefoni cellulari che in tempi non remotamente passati avrebbero usato solo grandi manager, ma che oggi vengono loro regalati per la promozione in prima media!), oppure impegnati in "sfide" il più delle volte con esiti cruenti sulle varie P.S. portatili e non (anche queste fortemente volute da loro e regalatele dai genitori - alcuni). Se formano comitive, sembrano "branchi" di individui spersonalizzati, dove il "capo branco", che assume le funzioni di ideologo, detta le linee di condotta, certi dell'immunità che la potenza del numero degli "adepti" genera. (Esistono ovviamente, per fortuna anche delle eccezioni che vengono quasi sempre sopraffatte e non fanno notizia - è più facile leggere o sentire la notizia di una banda di minorenni che delinque, piuttosto che quella di un gruppo che fà del bene). Non sono un sociologo o uno studioso dei comportamenti, ma sto imparando a "perdere" del tempo - il mio - per fare piccole speculazioni, basate sulle mie esperienze pregresse, sugli attuali comportamenti, in confronto anche a quelli che vigevano negli anni di crescita dei miei figli. Che dire?, che fare?. Le opzioni che vedo sembrano poche e tutte molto difficili da applicare. Difficili perché tutte presuppongono una...retrocessione culturale. Attenzione non verso comportamenti più beceri, ma verso un ritorno a comportamenti più UMANI! Facile a dirsi; sono immani però le difficoltà da affrontare e non vedo oggi né voglia né capacità di operare. Le mie scuse se questo mio intervento potrà parere a molti come l'ennesimo grido "...al lupo, al lupo...", senza nulla di concreto da proporre. Ah, volevo aggiungere che comportamenti di questo tipo, a leggere le cronache, sono propri anche di adulti, così detti, consenzienti e responsabili, che forse è anche peggio!
sono molto preoccupata come mamma di tre adolescenti...non so piu se insegnare i valori piu sani a i miei figli,che vanno dalla amicizia alla sincerità, dalla comprensione alla tolleranza..oppure.....devo insegnarli a dfendersi dai balordi che a quanto pare si insediano anche tra i loro stessi coetanei, qesta società non rispecchia piu la neccestà di condividere, di socilizzare di fare gruppo...questa società è ora mai una trincea...a scuola, il bullismo,per strada, la violenza "in tutte le salse"..nei locali, isomma!...non si sa proprio che pesci prendere...da parte mia credo che noi genitori dobbiamo intervenireinsegnado ai nostri figli a superare gli ostacoli che inevitabilmente si presentano quando i nostri ragzzi si trovano a dover fare i conti con una relazione amorosa che finisce, o una amicizia tradita o qualunque stimolo di questo genere. Ragazzi la vostra vita è importante non inquinatela con rancori o violenze ingiustificate...se soffrite per una scnfitta (che sia amorosa o altro genere)è un buon segno, vuol dire che siete in grado di amare, vuol dire che siete in grado di provare sentimenti forti, allora, non potenziate l'odio che si scaturisce dalla delusione...potenziate la vostra facoltà di amare e di perdonare...la vita vi premierà e voy crescerete forti e pronti ad affrontare qualunque avversità. La vendetta è una reazzione irrazionale, tipico di chi non riflette, la riflessione è il lampione che illumina il buio ne quale ci si ritrova in alcune situazioni, succederà sempre, quindi accendete il lampione della riflessione prima ancora di camminare nel buio!





Episodio di "bassissimo e infimo" grado di inciviltà e imbarbarimento sociale e culturale. Questi episodi non rispecchiano una città, una nazione, una generazione, ma l'intera società e tutto quello che da essa proviene con esempi, insegnamenti, e tutto quello che si riversa sulle famiglie, la scuola e altre composizioni sociali. Argomenti ben affrontati e sintetizzati dal "grande" (ora possiamo dirlo) ERICH FROMM nei due volumi che invito i giovani a leggere o almeno a sfogliarne e poi decidere se approfondire. I due libri sono: "L'Arte di Amare" - E' possibile l'amore nella civiltà repressiva? - "Fuga dalla libertà" - Alcuni passi: "L'amore non è soltanto una relazione con una particolare persona: è un'attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, non verso un "oggetto" d'amore. Se una persona ama solo un'altra persona e è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico, o un egotismo portato all'eccesso. Eppure la maggior parte della gente crede che l'amore sia costituito dall'oggetto, non dalla facoltà di amare. Infatti, essi credono perfino che sia prova della intensità del loro amore il fatto di amare nessuno tranne la persona "amata"." ..................... . "L'amore, nella sua forma matura, implica fede, attività, umiltà, coraggio, ed è l'unica risposta veramente sana alle contraddizioni dell'esistenza umana"....... . Fuga dalla libertà - L'uomo moderno, liberato dalle costrizioni della società preindividualistica che gli dava sicurezza ma al tempo stesso lo limitava, non ha raggiunto la libertà nel senso positivo di realizzazione delle potenzialità del suo intelletto, del suo sentimento, dei suoi sensi. Pur dandogli indipendenza e razionalità, la libertà lo ha isolato, lo ha reso ansioso e impotente. Questo isolamento è intollerabile, è l'alternativa che gli si presenta è la seguente: o fuggire dal peso di questa libertà verso nuove dipendenze, o progredire verso la piena realizzazione della libertà positiva, che si fonda sull'individualità e sull'unicità dell'uomo." "Nonostante i molti rovesci, la libertà ha vinto delle battaglie. In queste battaglie molti sono morti con la convinzione che morire nella lotta contro l'oppressione fosse meglio che vivere senza libertà. Una morte di questo genere era la suprema affermazione della loro individualità. L'uomo aveva rovesciato il dominio della natura diventandone il dominatore: aveva rovesciato il dominio della Chiesa e il dominio dello stato assolutistico. La libertà può diventare un peso troppo pesante da portare, qualcosa da cui l'individuo cerchi di fuggire? E allora perchè la libertà è per molti una meta preziosa e per altri una minaccia?" Tutto questo e altre condizioni umane vengono ben analizzate da FROMM in questi due magnifici scritti. Colui che non sa niente, non ama niente. Colui che non fa niente, non capisce niente Colui che non capisce niente è spregevole. Ma colui che capisce, ama, vede, osserva... La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore... Chiunque creda che tutti i frutti maturino contemporeaneamente come le fragole, non sa nulla dell'uva. - Paracelso -

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