MOLFETTA - Un evento che riannoda i fili con la memoria e ricompatta i cuori dei molfettesi emigrati con la terra natia. È stata la celebrazione affettuosa dei molfettesi nel mondo, salutati dalle autorità civili, militari ed ecclesiastiche di Molfetta nel Consiglio comunale straordinario convocato per il Molfetta Day 2012.
Antefatto della manifestazione, il corteo celebrativo che da Piazza Vittorio Emanuele, dopo essere passato dalla sede dell’Associazione Molfettesi nel Mondo, si è diretto verso la villa comunale per deporre una corona al busto di Simon Bolivar generale, patriota e rivoluzionario venezuelano, che offrì il suo decisivo contributo all'indipendenza di Bolivia, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Venezuela (fu anche presidente delle repubbliche di Colombia, Venezuela, Bolivia e Perù). Durante le note dell’inno italiano, dopo la deposizione della corona da parte di due militari della Capitaneria di Porto di Molfetta, l’assessore al Bilancio, Giulio la Grasta (in sostituzione del sindaco di Molfetta), e l’ambasciatore del Venezuela, dott. Julian Isais Rodriguez, hanno commemorato in silenzio la figura del generale Bolivar.
Rituale tutto celebrativo in sala consiliare, dove il console Borges ha consegnato a Molfetta i saluti dei molfettesi venezuelani, auspicando una più forte unità spirituale nel nome della Madonna dei Martiri. Proprio per questo motivo, il vescovo della diocesi Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mons. Luigi Martella, ha evidenziato la vicinanza della comunità molfettese e diocesana a tutti i molfettesi nel mondo, come ribadito nel suo intervento di chiusura anche dal sindaco Antonio Azzollini, visibilmente stanco, inquieto e a volte sonnecchiante (nella foto da sinistra in prim opiano Rodriguez, Azzollini, Martella).
Successivi gli interventi dei consiglieri Gianni Porta (Prc) e Leonardo Scardigno (Pdl) rispettivamente per opposizione e maggioranza. Toccante il saluto della delegata dei molfettesi di Argentina che, dopo i ringraziamenti al sindaco Azzollini e al consigliere Benito Cimillo, delegato ai Rapporti con le Comunità Estere (entrambi stampati in rosso sulla maglietta che alcuni argentini indossavano, proprio come lo scorso anno), ha raccontato il dramma dell’emigrante, con uno sguardo al passato, ma soprattutto al presente.
La cerimonia si è conclusa con la consegna di targhe commemorative.
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