Molfetta, Comitando incontra Giacomo Pisani, redattore di “Quindici”: reddito di cittadinanza per riaffermare dignità dell'individuo
MOLFETTA - Rimettere al centro la dignità dell'individuo intesa come valore universale, rimarcare il diritto di ognuno di noi all'esistenza e strapparlo alle logiche del mercato capitalistico, ridare respiro ai più giovani assediati da una disoccupazione senza precedenti e sempre più ai margini del paese.
E' il reddito minimo garantito di cittadinanza, ormai entrato di prepotenza nel dibattito pubblico internazionale e nell'agenda di numerosi partiti politici italiani.
Se né parlato venerdì scorso a Comitando nell'ambito di un incontro moderato da Mimmo Favuzzi e che ha visto ospite Giacomo Pisani redattore di Quindici, collaboratore di numerose riviste, dottorando di ricerca presso l'Università di Torino. Pisani, 24 anni, è una delle giovani eccellenze della filosofia italiana e sull'argomento ha già compiuto numerosi studi, alcuni dei quali consegnati alle stampe.
A introdurre l'incontro Manuel Minervini di Comitando (a destra nella foto, con Giacomo Pisani) che ha ricordato i principali elementi costitutivi del reddito minimo, ripercorrendone brevemente la storia all'interno dell'Unione Europea:
“Uno dei momenti significativi del dibattito sul reddito minimo è stato sicuramente la raccomandazione emanata dall'Ue 22 anni fa affinché il diritto al reddito fosse riconosciuto all’interno dei capitoli di spesa degli Stati dell’Unione. In effetti Spagna e Portogallo si sono mossi in tal senso mentre Gran Bretagna e Germania hanno potenziato il loro modello. Attualmente solo Grecia e Italia non prevedono nessun tipo di reddito minimo di esistenza”.
Giacomo Pisani ha discusso invece dei più significativi problemi teorici legati alla tematica:
“ormai è un argomento di discussione internazionale. Se ne parla tantissimo dopo che i diritti sociali hanno sempre avuto una base lavorista. In Italia il dibattito ha acquisito una certa consistenza solo negli ultimi anni grazie a Toni Negri, il primo ad aver trattato efficacemente di reddito minimo. Le resistenze sono state per lo più concettuali. E su questo sarebbe interessante leggere l'ultimo bel libro di Chiara Saraceno(Il welfare. Modelli e dilemmi della cittadinanza sociale, il Mulino, Bologna 2013; ndr). I diritti sociali semplici hanno avuto sempre una base lavorista e mentre in Germania già negli anni '70 si parlava e scriveva della “società del non lavoro” e dell' ”ozio” sulla quale di certo si possono nutrire tutte le riserve del caso, per lo meno iniziavano già a porsi questioni che qui da noi sono rimaste per tantissimo un tabù.”
Pisani ha esposto i tre principali modelli teorici di reddito minimo di cittadinanza formulati da Toni Negri, dal sociologo polacco Zygmunt Bauman e dal giurista italiano Stefano Rodotà soffermandosi in particolare su quest'ultimo.
“Ho trovato davvero interessante l'elaborazione di Rodotà perché collega il reddito minimo alla dignità individuale e quindi collegato al soddisfacimento dei bisogni dell'individuo. Il discorso di Bauman invece ha uno stampo più politico: il reddito minimo è demandato agli stati nazionali che sono però un istituto oggi in crisi. Quindi bisognerebbe rispondere a tale indebolimento dello stato con la formazione di un soggetto politico trasnazionale. Sull'argomento risulta interessante l'ultimo libro di Srecko Horvat e Slavoy Žižek, (Cosa vuole l’Europa?, con la prefazione di Alexis Tsipras, Ombre corte, Verona 2014; ndr) che probabilmente fornisce una visione più realistica della questione. Comunque un passo avanti importante è stato fatto con la Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010 sul ruolo del reddito minimo nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa. Ricollegandoci un po' a quello che ha scritto Rodotà sul rapporto reddito minimo – dignità”.
Il dibattito dunque resta aperto e appassionato e assume un significato del tutto particolare mentre la morsa della crisi economica sul nostro paese non accenna ad allentarsi(drammatico il dato attinente la disoccupazione giovanile: oramai sopra il 40%).
E' forse anche per questo che gli incontri sull'argomento si susseguono numerosi: martedì 25 febbraio si replica presso l'associazione culturale T.E.S.L.A incontro a carattere assembleare dal titolo “Reddito Minimo universale e postfordismo. Saranno presenti Giso Amendola (Università di Salerno), Luigi Pannarale(Università di Bari) e ancora Giacomo Pisani, stavolta in veste di moderatore.
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Autore: Onofrio Bellifemine