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Molfetta calcio – Atletico Conversano 1-0. Biancorossi in Eccellenza Grande festa dei tifosi per le strade della città
15 maggio 2006

MOLFETTA -
Molfetta: Loporchio 8, Baldassarre 8, Miacola 8, Cotugno 8, Rizzi 8, D'Alessandro 7 (5' s.t. Lapenna 7), Uva 8, Di Bari 7,5, Paparella 8 (21' s.t. Tritta 7,5), D'Aloia 8 (32' s.t. Del Vescovo 7,5), Uva 8,5. All: Di Giovanni 9. Conversano: Mesto, Petrosino, Trofeo (17' s.t. Guercia), Lisco, Campanella, Sibillano, Carrassi, Sibilia (40' s.t.Masotti), Morea, Giardino, Lo priore. All: Mongelli. Arbitro: Petrelli (Bari). Rete: 30 s.t. Corrado Uva. Note: ammoniti Di Bari, Morea, Petrosino, Sibilia, Sibillano.
L'urlo esplosivo e liberatorio è arrivato al 30' della ripresa. Tritta in contropiede lanciato sulla sinistra toccava per Uva che dal limite con un diagonale mandava la palla in rete. Mancava un quarto d'ora al termine, ma era fatta: il Molfetta era in Eccellenza. Il Conversano per capovolgere la situazione avrebbe dovuto segnare 3 reti. Gli ultimi 15 minuti sono stati d'attesa del triplice fischio dell'arbitro Petrelli.
Alle ore 18,32 iniziava l'apoteosi. I tifosi organizzati, gli ultras, che avevano fatto della gradinata il loro territorio con striscioni e bandiere, e che per tutta la gara avevano incitato ininterrottamente in biancorossi, si lanciavano in campo ad abbracciare e portare in trionfo i giocatori biancorossi. C'era chi con una bandiera in mano correva e gridava a squarciagola la propria gioia, altri ridevano e piangevano.
Commozione e gioia per molti tifosi legati ai ricordi della “Molfetta sportiva”, e che da troppo tempo non assaporavano l'orgoglio di una dignità calcistica, che sembrava persa.. Un miscuglio di sentimenti e sensazioni che solo uno sport popolare come il calcio riesce a dare. Proprio nella domenica della vergogna per tutte le brutte vicende del calcio professionistico.
La cronaca
La gara è stata una degna finale. Il Conversano metteva tutto l'ardore tecnico e fisico per l'unico obiettivo possibile: vincere con due reti di scarto. Il Molfetta non è stato da meno, con una difesa attenta e ben organizzata, che rendeva sterili le iniziative degli avversari. I biancorossi però come una molla, erano sempre pronti ad allungarsi in contropiede, con giocate di pregevole fattura tecnica. Insomma il Conversano metteva in mostra la propria prestanza fisica, il Molfetta quella tecnica, che alla fine ha fatto la differenza.
Il colpo d'occhio all'ingresso delle squadre era da mozzafiato. Da almeno 10 anni non si vedeva una gradinata addobbata di colori biancorossi, con un'enorme bandiera di 15 metri per 6 e ben 32 fumogeni. I tifosi lo avevano promesso che avrebbero fatto le cose in grande e ci sono riusciti. Oltre all'autofinanziamento, i costi per la scenografia sono stati sostenuti soprattutto da alcuni operatori del mercato ortofrutticolo.
Dalle prime battute il Conversano, con il tridente Carrassi-Morea-Lopriore, spingeva sull'acceleratore. La muraglia molfettese Baldassarre- Rizzi-Cotugno, con Di Bari che aiutava Miacola sulla fascia sinistra, non lasciava spazi. Le ripartenze del Molfetta erano pungenti con D'Aloia che quando metteva il turbo, creava scompiglio nella retroguardia degli ospiti. Come al 7' quando D'Aloia pescato da un lancio di Di Bari anticipava il portiere in uscita, ma il pallonetto terminava alto. Il fantasista biancorosso 10' riceveva una rimessa laterale, si accentrava, lasciava sul posto due avversari e liberava il sinistro che impegnava Mesto in tuffo.
La prima conclusione degli ospiti arrivava al 14' con Morea dalla distanza, tiro centrale e facile parata di Loporchio. Gli ospiti mantenevano alto il ritmo e l'agonismo. Le entrare erano dure e l'arbitro per quattro volte estraeva il cartellino giallo per ammonire tre uomini del Conversano: Morea, Petrosino, Sibilia e Di Bari per il Molfetta. Al 40' sugli sviluppi di una punizione s'accendeva una mischia nell'area biancorossa. Loporchio prima perdeva la palla sulla linea di porta e poi l'agguantava tra una selva di gambe e rimediava pure qualche colpo proibito dagli avversari. Il primo tempo si chiudeva con un'altra occasione per i biancorossi. Su azione d'angolo, solita incursione di Cotugno, ma il preciso colpo di testa veniva respinto sulla linea da Petrosino.
Nella ripresa il tecnico Mongelli spostava il terzino Petrosino sulla linea degli attaccanti. Il Molfetta arretrava il baricentro. Lisco, Sibillano e Giardino con sempre più frequenza si riversavano in avanti. Di Giovanni richiama D'Alessandro per Lapenna, per dare più peso al centrocampo. Il Molfetta però quando ripartiva pungeva. All'8 Paparella su punizione lambiva la traversa. Dopo due minuti, grande giocata di D'Aloia che prendeva palla dalla prima trequarti, accelerava la corsa, lancio sulla destra per Uva che superava il portiere in uscita, ma il tiro diretto in rete veniva intercettato da Sibillano in scivolata. Al 30' la rete raccontata all'inizio.
Il Conversano, ormai poco convinto, scaricava le ultime cartucce. Le conclusioni di Lisco dalla distanza e di Giardino in area non impensierivano Loporchio, mentre al 91' una rete di Marea veniva annullata per fuorigioco. Poi è iniziata la festa.
Dopo gara
Negli spogliatoi si è festeggiato con cori, balli e gavettoni. Ancora emozionato Riccardo Di Giovanni a provato a fare un'analisi tecnica della partita: “Ci aspettavamo una gara così. Loro a cercare di colpire subito, noi a contenere ma pronti a rispondere. Per tutta la settimana ci siamo preparati per questo tipo e alla fine abbiamo meritato la vittoria. Il Conversano da dimostrato d'essere una signora squadra. Siamo stati bravi a non concedere nulla”.
Sulle emozioni di quest'impresa Di Giovanni non si è nascosto: “Alla fine ho pianto. Insieme a mio fratello abbiamo attraversato i ricordi di quando nostro padre ci portava a vedere la “Molfetta sportiva”. Quattro anni fa portai il Molfetta calcio dalla 1ª categoria in Promozione, nella mia carriera ho vissuto altri momenti vincenti, ma oggi da molfettese avverto un senso di riscatto per una città che merita almeno l'Eccellenza che abbiamo conquistato”.
Faccia tirata e stanca, ma finalmente disteso il presidente Giuseppe De Nicolò: “Oggi raccogliamo i frutti di una programmazione. La qualità dell'organico era funzionale al salto in Eccellenza, anzi alcuni giocatori sono venuti a Molfetta con la garanzia di tale obiettivo. Nel ritorno le cose non sono andate bene e mi sono sentito tradito. Poi ho preso atto che tra la squadra e il tecnico Barione, che stimo e apprezzo, non c'era più sintonia, ho accettato il cambio dell'allenatore. La scelta su Di Giovanni si è rivelata felice, perché è un tecnico esperto e che sa gestore lo spogliatoio. Un pezzo di questo successo lo ha costruito Di Giovanni”.
Sul futuro il presidente è possibilista: “E' prematuro avanzare delle ipotesi che si potranno sviluppare nei prossimi mesi. Qualcosa faremo per il nuovo torneo. Che tipo di campionato? Dipenderà da molti fattori. La rosa attuale è da Eccellenza e quindi il discorso può continuare. Non dipende solo dalla società, ma dai giocatori e da come la città e gli operatori economici accoglieranno la nuova categoria. Non si può mica pensare in grande con qualche centinaio di spettatori e con pochissimi striscioni pubblicitari, come abbiamo avuto in questi anni. Se qualche imprenditore volesse avvicinarsi alla società e collaborare, la mia disponibilità è totale”.
Il dialogo col presidente si chiude qui. Un gruppo di tifosi quasi di peso lo trascinava via, per un giro trionfale con la squadra su un camion.
Commento finale
Con questa vittoria il Molfetta si piazza in testa alla graduatoria finale dei Play-off e sale in Eccellenza. Una promozione determinata dalla situazione creatasi nel Campionato Nazionale Dilettanti, da cui potrà retrocedere in Eccellenza una sola squadra pugliese. Un dato che libera un posto nel massimo campionato regionale.
Un successo meritato e certificato dai numeri: quattro vittorie in altrettante gare, otto reti fatte e solo una subita, a sancire una superiorità mentale, fisica, tecnica e tattica.
Autore: Francesco Del Rosso
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