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Molfetta, bufera nel Pd: sarebbero tre i consiglieri comunali ad aver affossato Patimo Un esponente di spicco del Partito rivela a “Quindici” i retroscena dello scontro in atto: “Il Pd è spaccato tra consiglieri delusi che volevano il posto di La Ghezza, i Giovani Democratici che chiedono più spazio e l'area di Annalisa. Il segretario è furibondo ma non controlla più il partito”
26 ottobre 2014

MOLFETTA - Un amaro strascico di polemiche che non sembra arrestarsi e continua a scuotere e destabilizzare un Partito Democratico di Molfetta, sempre più in affanno. Non si è chiuso il caso Saverio Patimo. Il vicepresidente del consiglio comunale, consigliere del Pd e candidato con entusiasmo da tutto il Partito all'area metropolitana di Bari è risultato non eletto per il mancato supporto proprio dei democratici molfettesi. E' risaputo ormai da settimane che fatale a Patimo sarebbe stato il mancato voto di due consiglieri Pd molfettesi. Da qui è partito un confronto molto animato all'interno del Pd, avviato all'indomani della mancata elezione, da un comunicato stampa molto netto del segretario Giulio Calvani nel quale invitava i franchi tiratori a farsi avanti e a motivare le ragioni del palese “tradimento”.

Ma una novità delle ultime ore rende ancora più grave il Patimo gate: sarebbero addirittura tre i consiglieri del Partito Democratico ad aver fatto mancare il proprio voto e ad affossare così la candidatura del proprio esponente. Un altro consigliere di centrosinistra che avrebbe dovuto votare Nicola Piergiovanni ha deciso infatti, di optare per il candidato democratico, andando così a coprire parzialmente un ammanco di voti, che altrimenti sarebbe stato ancora più grave.

“E' stato Piero de Nicolo a convincerlo a votare per Saverio. Lui e la sua corrente hanno fatto quello che dovevano e hanno portato i voti necessari all'elezione del nostro candidato. Ma a Molfetta ci sono molte cose che non vanno. Molti mal di pancia legati alla distribuzione degli assessorati e a posizionamenti tattici per le regionali”, ha spiegato a “Quindici” un esponente di spicco del Pd molfettese che ci ha rivelato i retroscena dello scontro in atto: “i Giovani Democratici chiedono più spazio e una maggiore considerazione. Ritengono di essere stati messi in un angolo e ridotti al silenzio. Burrasca è anche con Annalisa Altomare furibonda per il caso di Serena la Ghezza. Intanto, adesso, la maggioranza del partito è formata da un area composta da Minervini-de Nicolo. Piero ha deciso di appoggiare Guglielmo e a quanto pare, si spenderà con una certa energia per la sua candidatura”.

 Ma oltre alle regionali i problemi sarebbero legati anche al recente rimpasto: “ci sono diversi consiglieri Pd che avrebbero voluto sostituire Serena. C'era già un nome pronto, un giovane consigliere con le spalle larghe che avrebbe fatto benissimo. Ma la cosa non è stata possibile. L'operazione è stata fermata dai leader del partito perché  la sua nomina ne avrebbe comportato le dimissioni da consigliere e quindi l'ingresso in consiglio di De Pinto, uomo vicinissimo ad Annalisa Altomare. E visto come stanno andando le cose, è stato chiaro a tutti che era meglio lasciare perdere”.

Sarebbero questi e altri, dunque i fattori che hanno scosso il Partito, che stenta ora a  riprendersi: “in sezione abbiamo avuto degli scontri durissimi. Giulio (il segretario Calvani, ndr) è furibondo e invita i due franchi tiratori a farsi avanti. Beh, iniziamo già male, visto che i franchi tiratori sono in realtà tre e se al segretario non è chiara questa cosa... comunque nessuno ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e tutti accusano tutti rendendo la situazione al limite dell'ingestibile. Credo che Giulio non ci stia capendo molto. E' un gran caos e credo che le tossine di questi giorni saranno smaltite con grandissima difficoltà”.

© Riproduzione riservata

Autore: Onofrio Bellifemine
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Ma che belli, questi interventi degli "Iscritti al PD! Se l'aria che si respira veramente nel P.D. è simile agli scenari che descrivono questi Signori (dico, ISCRITTI AL PD: quindi pienamente al corrente delle "cose" del e nel PD, molfettese e, di riflesso, nazionale) allora teniamoci pronti, Iscritti, Simpatizzanti ed in generale Persone di Sinistra - ammesso che questa immagine significhi ancora qualcosa - a tornare a cercare i fatidici "peli nell'uovo" ed assistere all'ennesimo scempio della Nazione appena, sembrerebbe, interrotto ! Nessuno pretende il pensiero unico, ma qui, davvero, si esagera! Cari Signori, la volete capire o no, che ai Cittadini non frega un benamato accidente dei vostri sofismi, su chi è nato prima, se l'uovo o la gallina, o se è più bravo questo o quel politico oppure, per essere un pò volgare, su chi cel'ha più duro. In estrema sintesi, in DEMOCRAZIA vale si il DISSENSO, ma vale prima e molto di più la MAGGIORANZA!!!! Ficcatevelo bene in testa, per quando la MINORANZA diventerà MAGGIORANZA. Discutete, dissentite, confrontatevi: prima o poi, se le vostre opinioni saranno - A MAGGIORANZA - ritenute migliori, esse emergeranno. Questa non è, almeno per me DITTATURA, mentre è STUPIDO AUTOLESIONISMO il complottare della Minoranza, a quale scopo poi? Fate cadere letteralmente le braccia, anche ai più tenaci sostenitori dell'IDEA DI SINISTRA! E calmatevi un pò e "lavorate", se ne siete capaci, per il BENE COMUNE (concetto che sembra assolutamente, a voi, come alla maggior parte dell'attuale classe politica, senza distinzione di "colore politico", sconosciuto), altrimenti fatevi da parte, vi prego!. Magari ci sarà pur qualche altro, non meglio di voi, ma più attento ai fatti concreti e non a spaccare capelli!



Illustri, ormai a dir poco, Molfettesi del PD, come per incanto la situazione politica del centro-sinistra molfettese sembra l'immagine riflessa di quella nazionale. Il PD, per sua caratteristica, ha il potere di perdere la credibilità creata dagli attivisti con tanto lavoro, con queste beghe interne che favoriscono le correnti opposte. Ormai è tristemente chiaro che il premier Renzi stia facendo, spero inconsciamente, il gioco che Berlusconi ha già fatto con la destra di Fini, ovvero sta contribuendo allo sfascio del centrosinistra italiano, favorendo le mire putiniane del condannato eccellente, che sarà ampiamente soddisfatto qundo avrà mandato a casa Renzi e i suoi seguaci incoscienti. Così scompariranno, dopo AN col suo leader Fini, anche il PD con Renzi e i suoi filistei. A immagine riflessa abbiamo potuto vedere le epurazioni dell'amministrazione Natalicchio che per punire la signora Altomare della sua infedeltà al sodalizio PDiano ha estromesso dalla carica di assessore la signora La Ghezza. E poi dicono che le epurazioni si fanno solo e immotivatamente nel Movimento 5 Stelle. Stiamo vivendo lo spettacolo conservatore del passaggio del testimone nel potere politico molfettese, non tra vecchio e nuovo, ma tra padri e figlie/i che politicamente è meglio dimenticare che resuscitare. Allora, cosa aspettate a resettare il sistema politico conservator-sinistroide che coltivate in una bella città come Molfetta, dalle nobili tradizioni, ridotta da questi inutili figuri ad una Babele moderna? MEDITATE MOLFETTESI........MEDITATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra.

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