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Molfetta, associazioni antiviolenza si incontrano a Comitando: “volontariato e pochi mezzi così combattiamo la violenza sulle donne” Aspettando l'istituzione del centro antiviolenza di via Rosa Luxembrug, l'associazione Pandora e il centro Save raccontano la loro esperienza a fianco delle donne vittime di soprusi
26 marzo 2015

MOLFETTA - Riconoscere la violenza, chiamarla col suo nome, educare i più giovani a disprezzarla ed evitarla e allo stesso tempo accompagnare chi la subisce in un percorso di recupero della dignità e rinascita. E' l'impegno delle associazioni di volontari che da anni, quasi sempre a mani nude, con poche risorse si impegnano a difesa di tutte quelle donne spesso, troppo spesso vittime di abusi e violenze di ogni tipo. Associazioni come la molfettese Pandora e il centro Save attivo a Trani.

A presentare la loro esperienza nell'ambito di una serata di sensibilizzazione, organizzata da Comitando presso la propria sede e moderata da Rossana de Gennaro, sono arrivati avvocati e volontari che hanno raccontato la loro esperienza vissuta in prima linea a fianco di vittime spesso sole e costrette a muoversi tra indifferenza e silenzio. A Molfetta è  attiva l'associazione Pandora, fondata dall'avvocato Valeria Scardigno insieme alla penalista Mariateresa Sasso e alle psicoterapeute Carmela Zelano e Egle Alfarano. Pandora si spende a difesa delle donne che precipitano nell'abisso delle violenze domestiche e costituiscono un primo importante punto di riferimento.
Nell'ambito di un percorso pensato dall'amministrazione di centrosinistra targata Paola Natalicchio e che porterà a breve all'inaugurazione di un centro antiviolenza in via Rosa Luxemburg è stato possibile avviare una collaborazione tra l'associazione e l'istituzione comunali. A giorni dovrebbe essere operativo uno sportello di Pandora nello stabile comunale di Palazzo Turtur.

“Il nome, Pandora fa riferimento alla donna vittima di soprusi: è come un vaso che si scoperchia e dal quale escono tutti i mali del mondo. Vogliamo lanciare un messaggio di speranza: è possibile uscire da una spirale di violenza. La nostra è soprattutto un opera di accoglienza e assistenza, perché le vittime si muovono tra indifferenza e silenzio. Spesso anche le forze dell'ordine sono impreparate ad accogliere denunce del genere e tendono a semplificare, situazioni che invece possono risultare molto complesse” ha spiegato l'avvocato Valeria Scardigno (nella foto: Scardigno, de Gennaro, Schiraldi). Il plauso all'associazione Pandora è arrivato anche dalle volontarie di Save, centro antiviolenza che dal 2012 a Trani è in prima fila contro soprusi e violenze.
Roberta Schiraldi, avvocato, volontaria del centro, ha fatto presente come la violenza sia spesso subdola e sotterranea: “ci muoviamo in una realtà come Trani, molto più problematica di quanto si possa pensare. Anche noi come le amiche di Pandora siamo volontarie che hanno deciso di fare il proprio mestiere in modo più sociale del solito. E' importante imporsi sul territorio e gridare la bruttura della violenza sul territorio, ad alta voce, senza minimizzare. In 3 anni abbiamo registrato 109 casi. Cifre che spaventano ma che ci impongono di misurarsi con queste problematiche. Queste donne hanno bisogno di gente che non le giudichi ma che si metta a propria disposizione per uscire da una situazione difficile spesso drammatica”.

Un messaggio dunque, di speranza, perché anche in fondo al tunnel più buio possa brillare la luce.

© Riproduzione riservata 

Autore: Onofrio Bellifemine
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