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Molfetta al tempo della Seconda Repubblica, presentato il libro di Gianni Porta
19 dicembre 2016

MOLFETTA – Negli ultimi 20 anni è avvenuta nel nostro Paese una vera e propria “rivoluzione” nel panorama politico nazionale e locale in concomitanza con la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Ed è proprio in tale direzione che si è mosso Gianni Porta - docente e per diversi anni consigliere comunale del Partito di Rifondazione Comunista - con la pubblicazione del volume “Molfetta al tempo della Seconda Repubblica. Le elezioni e la politica dal 1994 al 2015 in un Comune dell'Italia Meridionale” in cui ha cercato – con dovizia di materiale statistico – di tracciare un’analisi riguardo l’evoluzione e i cambiamenti avvenuti a Molfetta in quel preciso momento storico. Alla presentazione del libro – svoltasi nella sala consiliare del Comune in piazza Municipio – hanno partecipato oltre che amici e gente comune anche personalità del centrodestra molfettese come il sen. Antonio Azzollini e l’ex consigliere comunale Antonello Pisani nonché il presidente uscente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni.
Ad introdurre la serata ci ha pensato Mauro Uva, prefatore del libro che ha tessuto una breve analisi sull’importanza di questo scritto che in maniera organica mette in ordine i tasselli di un puzzle in cui pian piano si ricostruisce la storia politica della città dalla scomparsa dei partiti sino alla nascita delle liste civiche, sempre strizzando l’occhio al panorama nazionale.
Ad entrare nel vivo della tematica il prof. Giuseppe Cannizzaro, ex preside del liceo classico, già assessore alla cultura e vicesindaco. Come esponente della società civile, ha intavolato un’interessante riflessione sul ruolo che le liste civiche hanno giocato nella storia politica della città. Una riflessione peraltro non del tutto semplice per il fatto stesso di esserne stato egli stesso membro (nella foto: Cannizzaro, Porta, Uva)..
L’illustre relatore con grande onestà intellettuale e sulla scorta di una disamina sulla materia elettorale che per forza di cose si lega ai dati sull’affluenza al voto, ha mostrato e dimostrato ai presenti quanto - dalle europee alle regionali, dalle provinciali alle amministrative nel corso degli anni - si sia ravvisato un calo di partecipazione alla vita politica. Attraverso l’indicazione offerta dall’«indice di civicità» si è notato come dal 1994 al 2015 su 211 liste presentate alle amministrative, 63 posso essere annoverate tra quelle civiche. Un fenomeno crescente che ha provocato una sorta di “effetto trascinamento”, di assorbimento dei consensi che ha visto i candidati inglobati e risucchiati all’interno delle liste civiche.
Di qui l’interrogativo su quanto queste forme di partecipazione abbiano potuto giovare alla democrazia e a Molfetta in termini di stabilità e di cultura politica. Anche in questo caso i dati offrono un quadro inconfutabile e dai contorni ben definiti. Infatti dal 1946 al 1994 si sono succeduti solo quattro commissari per una media di uno ogni 12 anni. Dal 1994 al 2016 invece ben cinque volte siamo stati commissariati per una media di una volta ogni quattro anni. Insomma, una riprova tangibile di quanto l’obiettivo delle liste civiche abbia rappresentato un fallimento, di quanto un apporto estemporaneo della società civile – a detta del professore – non sia riuscito a dare nervo ed energia alla politica locale così come ci si aspettava ed anzi, al contrario hanno portato ad una ulteriore frammentazione.

La parola è passata poi all’autore del libro che, superata l’emozione iniziale, ha raccontato ai presenti quanto la sua produzione abbia tratto spunto dal testo “Palazzo di città” di Mauro Uva e da alcuni scritti dell’avv. Nicola Morgese. Questi – unitamente alla linfa di informazioni recuperate dai giornali locali tra cui “Quindici” (rivista nata peraltro proprio in quel frangente storico nel 1994 espressione di una voglia di cambiamento, anche con un’«informazione diversa»), contenitori di dati sulle amministrative e di interviste rivolte ai protagonisti della vita politica del tempo - gli hanno dato la possibilità di ricostruire le vicende della politica locale di quegli anni.
Il perché di questa fatica è presto spiegato. Una difficoltà reale di trovare raccolti in un’unica pubblicazione i dati completi delle consultazioni politiche di questi ultimi vent’anni. Ma, come ha raccontato Porta «è stato anche un modo per mettere questi risultati a disposizione di tutti e farne oggetto di discussione e riflessione, un’analisi che partisse questa volta da criteri oggettivi e incontrovertibili tanto da cimentarsi sulle cose e non sulle persone, su dati tangibili e non su vizi e sulle virtù dei singoli personaggi politici». Infatti, a differenza di quanto accadeva durante il periodo della Prima Repubblica in cui allo scontro politico acceso tra le parti faceva seguito il rispetto umano ed etico tra candidati, negli ultimi anni si è assistito sempre più al fenomeno contrario. Tale risvolto potrebbe dipendere – a detta di Porta – anche da un eccesso di partitocrazia che immobilizza il tessuto sociale creando di conseguenza una disaffezione dei cittadini alla politica. Ma in realtà non si tratta solo di questo.
Allo stato attuale, se la risultante dei cambiamenti che si sono succeduti negli ultimi tempi sarebbe dovuta concretizzarsi in un rafforzamento delle performance politiche e in una maggiore credibilità nei confronti della società civile, siamo dinanzi ad un fallimento dovuto in parte anche alla crisi dei partiti.

Alla fine dell’incontro è stato lasciato spazio alle domande dei presenti.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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