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Molfetta a 99 anni dalla Grande Guerra
25 maggio 2014

MOLFETTA - Nel 1914 l'Europa sprofondava nel terribile baratro della guerra. Per le sue proporzioni in termini di armamenti, distruzioni e mobilitazioni di uomini fu chiamata dai contemporanei la "Grande Guerra". Sembra quasi uno scherzo del destino che esattamente cento anni dopo il vecchio continente sia vicino ad un cambiamento epocale, con delle elezioni per il Parlamento europeo che si annunciano molto combattute e controverse. Ma il sogno di un continente unito al giorno d'oggi, con una moneta unica ed una politica comunitaria, è iniziato con l'incubo della Prima Guerra Mondiale (1914 - 1918).

Le grandi potenze dell'epoca si erano ormai lasciate alle spalle il fiorente periodo della Bella Epoqué, trasformandosi in una miscela di nazioni pronte a farsi la guerra per i più disparati motivi. La miccia per farla esplodere venne dalla penisola Balcanica. Il 28 giugno 1914 un giovane anarchico serbo, Gavrilo Princip, assassinò nella città di Sarajevo l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria e sua moglie la contessa Sofia. Ciò fornì allo stato asburgico il pretesto per attaccare la Serbia. Il 28 luglio 1914 la parola passò agli eserciti e l'Europa sprofondò nel primo conflitto mondiale. Si attivò un terribile effetto a catena che portò in armi Francia, Regno Unito e Russia contro Germania e Austria - Ungheria. In tutto questo frangente fatto di alleanze, accordi, strategie e proclami, l'Italia dichiarò la sua neutralità. Tecnicamente il regno possedeva un accordo, la Triplice Intesa, con Germania e Austria - Ungheria.
Le clausole prevedevano che gli alleati scendessero in guerra solo in caso di aggressione da parte di terzi. Nel 1914, invece, era l'impero Austriaco che attaccava la Serbia senza essersi consultato con l'alleato italico, ma solo con l'impero tedesco. Tuttavia, la sconfitta tedesca sulla Marna, la formidabile avanzata dell'esercito russo, la tenace resistenza serba e le evidenti difficoltà austriache accesero un sentimento interventista nel nostro paese.
L'Italia, doveva entrare in guerra contro l'Austria per conquistare le terre irredente, Trento e Trieste, completare l'unificazione nazionale e chiudere l'arco risorgimentale. Il movimento interventista conquistò sempre maggiore influenza, culminando in grandi manifestazioni di piazza passate alla storia come le "radiose giornate di Maggio", finché il governo presieduto da Antonio Salandra firmò il Patto di Londra il 26 aprile 1915. Esso fu un trattato segreto con il quale l'Italia si impegnava ad attaccare l'Austria entro un mese dalla data della firma, in cambio di compensi territoriali: Trentino, Istria e Dalmazia. Il 24 maggio successivo i reggimenti italiani, agli ordini del generale Luigi Cadorna, varcarono i confini dando inizio ufficiale all'entrata in guerra. Dal Forte Verena, sull'Altopiano di Asiago, partì il primo colpo di cannone verso le fortezze austriache situate sulla Piana di Vezzena: l'Italia inizia ufficialmente le operazioni militari. La guerra finirà il 4 novembre 1918, agli ordini del Generale Armando Diaz.

Da quel fatidico giorno sono passati ormai 99 anni. Molte vie della città di Molfetta sono dedicate ai giovani concittadini che sacrificarono la loro vita durante le operazioni belliche. Tra di loro la medaglia d'oro al valor militare Domenico Picca, i capitani Carabellese, de Gennaro, de Candia ed i tenenti Marzocca e Magrone e tutti i quasi cinquecento concittadini caduti. La stessa Molfetta subì tre attacchi che provocarono vittime tra i civili e danni alle strutture. All'epoca la città era la "Manchester del Sud" ricca di industrie e di attività imprenditoriali.

Cogliamo l’occasione per invitare i cittadini a collaborare alla ricerca e raccolta di materiale storico per la realizzazione di una mostra dedicata al centenario della Grande Guerra, che avrà come punto di riferimento l'Associazione Culturale “Eredi della Storia” in collaborazione con l'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, l'Istituto Nazionale del Nastro Azzurro e la Fondazione A.N.M.I.G. Per l’invio del materiale potete rivolgervi presso la sede in Piazza Mazzini n° 92, al numero 3392028772, all’indirizzo mail sergioragno@tiscali.it o presso il sito www.eredidellastoria.it

Andrea de Gennaro
Associazione Eredi della Storia 

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