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Minori e azzardo, oggi incontro a Molfetta per analizzare i rischi della rete per le giovani generazioni
29 maggio 2014

MOLFETTA - Possono davvero la rete e gli nuovi strumenti tecnologici influenzare le scelte comportamentali dei ragazzi su temi molto sensibili come il gioco d’azzardo e le dipendenze patologiche che sfociano in comportamenti compulsivi?

Secondo i risultati del recente studio Espad®Italia 2013 condotto dall’Ifc-Cnr, nel 2013 oltre un milione di 15-19enni (44%) ha giocato d'azzardo con somme di denaro e, tra questi, 152mila lo hanno fatto almeno 20 volte nell’anno. L'azzardo on line facilita le cose: il 9% degli studenti ha puntato tramite computer (67%) o smartphone (24%). Anche Telefono Azzurro, nell’Indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (2012), mette fuori il lato oscuro della rete: 1 bambino su 4 (7-11 anni) si imbatte in pagine internet con contenuti violenti, nudo, razzismo e pro anoressia; tra gli adolescenti (12-18 anni) dilaga il sexting, il 27% di essi, in prevalenza maschi, giocano d’azzardo soprattutto on line, fanno scommesse sportive, acquistano gratta e vinci.

Molto trasversali a queste fasce d’età sono poi i fenomeni sempre più diffusi del cyberbullismo e dell’adescamento on line.

L’Azione Cattolica diocesana, all’interno della campagna “La vita giocatevela bene!” per la diffusione di nuovi stili di vita e contro il gioco d’azzardo, ha voluto riflettere anche su questo fenomeno che coinvolge le fasce più giovani della popolazione. Oggi alle 19.15 si svolgerà a Molfetta presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile (ingresso Piazza Giovene) la tavola rotonda “I rischi della rete per le nuove gener@zioni. Bambini, ragazzi, adolescenti e gioco d’azzardo” per discutere del rapporto tra il gioco d’azzardo - e le varie forme di dipendenza da internet - e le fasce dei minori.

All’incontro saranno presenti: dott. Antonio Rago, Referente Educazione alla Salute dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bari; dott.sa Valeria de Natale, Referente Telefono Azzurro Puglia; dott.sa Paola Natalicchio, Sindaco di Molfetta; dott.sa Angela Paparella, Presidente diocesano Azione Cattolica.

Sono particolarmente invitati al dibattito insegnanti, psicologi, quanti si occupano di formazione, educazione. L’incontro è organizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bari e con la sede regionale di Telefono Azzurro.

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Il sospetto è che la sempre più massiccia diffusione dei mezzi di comunicazione, potenziati dalle nuove tecnologie, abolisca progressivamente il bisogno di comunicare, perché nonostante l'enorme quantità di voci diffuse dai media, o forse proprio per questo, la nostra società parla nel suo insieme solo con se stessa. Non si tratta di enfatizzare o demonizzare le enormi potenzialità presenti e future dei mezzi di comunicazione, ma di capire come l'uomo profondamente si trasforma per effetto di questo potenziamento. Se un tempo la famiglia era l'interno in cui si scambiavano quei tratti affettivi d'ira e d'amore e più in generale quella libertà espressiva che occorreva contenere fuori, all'esterno, oggi, grazie alla capillare diffusione della televisione, del computer o del cellulare sempre accesi, la famiglia è il luogo in cui è di casa il mondo esterno, reale o fittizio che sia. La casa reale, con le sue quattro mura e i suoi quattro mobili, “è ridotta a un container per la ricezione del mondo esterno”, via cavo, via telefono, via etere, e quanto più lontano si avvicina, tanto più il vicino, la realtà di casa, quella familiare, si allontana e impallidisce. Le conseguenze non sono da poco, come avverte Anders, buon rilevatore di queste trasformazioni: se il mondo viene a noi, noi non siamo nel mondo ma semplici consumatori del mondo. Se poi viene a noi solo in forma di immagine, ciò che consumiamo è solo il fantasma del mondo. Se questo fantasma lo possiamo evocare in qualsiasi momento, siamo onnipotenti come Dio. Ma poi questa onnipotenza si riduce, perché, se possiamo vedere il mondo senza potergli parlare, siamo dei voyeur condannati all'afasia. Il mondo può diventare illeggibile per overdose di informazioni e l'uomo può perdere il bene più prezioso che è la capacità di fare esperienza. Non siamo infatti onnipotenti come i mezzi di cui disponiamo, e non saranno certi mezzi onnipotenti capace di mettere in comunicazione milioni di solitudini e fare di tutti i solitari, privati proprio dai mezzi di comunicazione della possibilità di fare un'esperienza condivisa, gli abitanti di un mondo comune. (da: I miti del nostro tempo – Umberto Galimberti)
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