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Mino Salvemini, la sinistra unita per il cambiamento
13 novembre 2005

MOLFETTA – 13.11.2005 Corso Umberto affollato per il debutto ufficiale di Mino Salvemini (nella foto) come candidato sindaco della sinistra unita alle primarie. Emozionato, ma allo stesso tempo grintoso, si è presentato sul palco coi segretari dei quattro partiti che lo sostengono: Gianni Porta, Rifondazione Comunista, Franco Cives, Comunisti italiani, Diego Colonna, Socialisti democratici, e Mimmo Favuzzi, che dei Democratici di sinistra è il presidente, visto che Mino Salvemini ha annunciato già nella conferenza stampa di venerdì scorso le dimissioni dalla carica di segretario cittadino dei Ds, a garanzia di neutralità verso le forze politiche che lo sostengono. Mino Salvemini ha attaccato duramente l'amministrazione di Tommaso Minervini, candidando il centro sinistra al governo della città, sulla base di un programma elaborato con il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, dei lavoratori. Sottolineando, però, che è sì importante la chiarezza sulle cose da fare, ma anche fissare regole precise, perché proprio l'assenza o la voluta dimenticanza di queste, ha condotto allo sfascio attuale, basti vedere gli ultimi eventi di cronaca. Ha rivendicato così il ruolo determinante dai quattro partiti di sinistra nell'elaborazione del documento politico-programmatico dell'Unione, delle regole fissate cui, ha affermato Salvemini, “intendiamo attenerci senza se e senza ma”. Con la stessa inequivocabilità il candidato della sinistra ha ribadito il no all'ingresso nella coalizione di quelli che ha definito “personaggi del sottobosco politico” e non perché vi sia una vocazione a perdere e neppure per veti personali, ma per la semplice questione che, se anche grazie al loro apporto si vincesse, dal giorno dopo, chiunque fosse il sindaco, da questi personaggi sarebbe “taglieggiato” con richieste continue e quindi impossibilitato a governare, a garantire quell'efficienza amministrativa cui la città ha diritto. Dal palco di Corso Umberto, Mino Salvemini si è impegnato a far sì che la coalizione di centro sinistra sia delimitata alle forze che hanno sostenuto Nichi Vendola nelle elezioni regionali, affermando: “Certo, bisogna aprire alla città, ma questo non vuol dire aprire alle forze politiche che hanno appoggiato l'amministrazione di Tommaso Minervini”. Aggiungendo anche: “Mi impegno a dimettermi qualora, individuato come candidato e poi eletto, non vi dovessero essere più le condizioni per andare avanti nel mandato amministrativo. Mai vi saranno da parte mia pateracchi. Andrei a casa, tanto ho il mio lavoro e non ho figli da dover sistemare”. L'intervento di Salvemini si è poi spostato sulle questioni programmatiche, toccando vari punti. La partecipazione prima di tutto, intesa non mera affermazione di principi, da esibire come fiore all'occhiello e mai tradurre in realtà, ma come necessario antidoto alla degenerazione della vita pubblica; ogni processo politico dovrà essere codeciso e controllato dal basso, attraverso canali strutturati, come il bilancio partecipato e la pianificazione strategica. Per poi andare a questioni ancora più specifiche, la necessità di governare lo sviluppo della città, ad esempio, affinché le nuove periferie non siano un mero susseguirsi di palazzi, utili solo al profitto di chi li costruisce, ma abbiano servizi e quanto altro garantisca una piena vivibilità. Ai segretari di partito è toccato affrontare la questione dei rapporti con le altre forze della coalizione, impegnate anch'esse nelle primarie. Cives sottolineando la “miopia” da parte della “Margherita” nel non voler accettare una sorta di “equilibratura” nelle candidature. Mimmo Favuzzi, mettendo in evidenza l'anomalia del ruolo di Lillino di Gioia che si propone senza però indicare nel suo manifesto di essere il candidato sindaco alle primarie del centro sinistra e che rimare dirigente regionale della Margherita, pur concorrendo contro l'uomo proposto da questo partito, invitando poi Vito Copertino a ripensarci, per evitare l'anomalia di presentarsi lui “personaggio che si inscrive indubitabilmente nella storia della sinistra molfettese” con una forza, quella del Movimento del Buon Governo, alle elezioni del '98 presentatasi come alternativa al cento sinistra. Gianni Porta ha, invece, messo l'accento, con ancora quasi felice stupore, sul risultato politico raggiunto con la candidatura della sinistra, unita per tenere fissa la “barra del governo sul cambiamento”, perché, ha concluso: “Sì, davvero Mino rappresenta il cambiamento”. Per la coalizione, per la città. Lella Salvemini
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