Maxicomparto per superare i vincoli Putt/p e Pai nei comparti 10, 11, 12 e 13
Ristagno edilizio per i comparti 10, 11, 12, 13 (‘mezzaluna’ tra la Madonna delle Rose e il villaggio Belgiovine). I vincoli imposti dal Putt/p e dal Pai dell’Autorità di Bacino, «pur nelle more della procedura di adeguamento del Prgc», intaccano la realizzabilità edilizia pubblico- privata, bloccando «di fatto ogni possibile intervento nei comparti in oggetto, creando diffi coltà sociali e economiche ai proprietari dei terreni, alle cooperative edilizie e alle imprese del settore» (delibera G.C. n.266/10). Le aree dei quattro comparti presentano un rischio di tipo R3 (tra il villaggio Belgiovine e il ponte di via Berlinguer), come evidente nella cartina tracciata dall’Adb. Secondo la relazione del Pai, in questa zona, sita in linea con Lama Martina, poi Lama Cupa, possibili esondazioni provocherebbero «problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifi ci e alle infrastrutture, con conseguente inagibilità degli stessi, interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale ». Mentre nella zona compresa tra il ponte di via Berlinguer e la Madonna delle Rose, si riscontra una pericolosità idraulica media e alta, dove «sono a rischio agglomerati urbani, aree industriali e artigianali, centri abitati, edifi ci isolati, invasi idrici, strutture ricreative e campeggi, strade». Inoltre, l’area dei quattro comparti è un’Ate (Ambito Territoriale Esteso) di tipo C, dove sono ammesse «trasformazioni dell’assetto attuale, se compromesso, per il ripristino e l’ulteriore qualifi cazione […] compatibile con la qualifi cazione paesaggistica», mentre «tutti gli interventi di trasformazione fi sica del territorio e/o insediativi vanno resi compatibili con la conservazione del sistema botanico/vegetazionale, la sua ricostituzione, le attività agricole, coerenti con la conservazione del suolo» («Relazione illustrativa adeguamento Putt/p»). Le Nta (norme tecniche di attuazione) del Prgc, adeguato al Putt/p, individuano regimi di salvaguardia per l’area di pertinenza (generata dalla sezione morfologicamente signifi cativa della lama) e l’area annessa a ciascuno dei due perimetri della precedente, dimensionata in rapporto alle caratteristiche geografi che, idro-geomorfologiche e botanico-vegetazionale del sito. In particolare, per l’area annessa «le previsioni insediative e i progetti delle opere di trasformazione del territorio devono mantenere l’assetto geomorfologico d’insieme, conservando l’assetto idrogeologico delle relative aree» e «non sono autorizzabili piani e/o progetti comportanti trasformazioni edilizio-urbanistiche che alterino e/o compromettano la morfologia e i caratteri d’uso del suolo» («Tutela paesaggistica nella Nta del Prgc - Prescrizioni di base»). PARALISI EDILIZIA, IMPRUDENZA DELLA REGIONE Nel 2005 il Comune di Molfetta adottava il Piano Urbanistico Esecutivo nei comparti 10, 11, 12 e 13 per parte pubblica (delibere nn. 65-66), approvato in modo defi nitivo a marzo 2006 per i comparti 12 e 13 (delibere nn. 12-13). Trasmessi i Pue dei subcomparti pubblici alla Regione per il parere paesaggistico, non è pervenuta agli uffi ci comunali nessuna risposta «nonostante le lettere di sollecito inviate dal Settore Territorio». Solo il Pue del subcomparto pubblico 12 è stato approvato dal Commissario Straordinario il 18 aprile 2006 (delibera n.11). Dunque, la paresi edilizia sarebbe stata provocata dall’inerzia della Regione Puglia, secondo la delibera n.266. Il 40% del volume totale dei 5 comparti sarà destinato all’edilizia privata, mentre il restante 60% a quella pubblica (circa 500 alloggi), suddivisa tra cooperative (46%), edilizia popolare Iacp (6%) e edilizia convenzionata (12%). Intanto, a quanto pare, gli assegnatari degli alloggi stanno versando l’Ici dal 1999. MAXICOMPARTO PER SBLOCCARE LA MATASSA L’amministrazione Azzollini ha accolto sine exceptione la proposta dell’ing. Rocco Altomare, dirigente Settore Territorio, per aggirare i limiti del Putt/p e del Pai: ripensamento planovolumetrico delle allocazioni pubbliche, lasciando inalterate quelle private, in prospettiva di un maxicomparto. Dunque, una 167 ter dalla Madonna delle Rose alla provinciale Molfetta-Giovinazzo, lungo il bordo di Lama Cupa (area annessa?): probabile una Lama Sedelle bis, il cui alveo negli anni ‘90è stato cancellato dalle urbanizzazioni della 167 e del Rione Arbusto (lungo via Caduti sul mare) fi no alla Cala Secca dei Pali. «Si tratterà di ripensare la progettazione urbanistica dei comparti, considerandoli come parti di un progetto più ampio tanto nell’edifi cazione residenziale che nelle infrastrutture - scrive l’ing. Altomare nella proposta tecnica allegata alla delibera n.266 - dando ai privati la possibilità di intervenire e di consorziarsi all’interno dei singoli comparti ». Una proposta che deve considerare l’assenza di un parere paesaggistico regionale per i subcomparti pubblici 10, 11 e 13 (esecutivo il comparto 12 per parte pubblica e privata). Necessaria la redazione di un nuovo piano di zona per i subcomparti pubblici che, dopo l’adeguamento del Prgc al Putt/p e l’approvazione in consiglio comunale, sarà inoltrato alla Regione Puglia per il parere paesaggistico. «Nel frattempo i privati potrebbero predisporre i Pue per i subcomparti privati 10, 11 e 13 o modifi care quello già approvato, il comparto 12, che potrebbe essere realizzato a breve rispetto agli altri». Insomma, l’amministrazione affi da lo sviluppo urbanistico della città a un unico dirigente, se lo stesso si occuperà della progettazione di una nuova zona di espansione a ridosso del quartiere Arbusto-Poggioreale: come nel gioco del Monopoli.
Autore: Marcello la Forgia