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Matteo d'Ingeo presenta i suoi dieci “partiti” ed avvia la campagna elettorale
20 aprile 2006

MOLFETTA 20.04.2006 Quattro testimoni di pezzi di strada fatti assieme, delle battaglie per la valorizzazione del centro storico (Felice Altomare), per la promozione della cultura e nello specifico del teatro (Francesco Tammacco), per la difesa dell'ambiente (Arcangelo Ficco) e per quello che rimane il cavallo di battaglia di Matteo d'Ingeo anche ora, da candidato sindaco del Liberatorio politico, cioè la lotta per la legalità e contro il malaffare (Michele Carnicella), ad introdurne stasera la manifestazione di apertura della campagna elettorale. Proposta di una storia personale, più che di un progetto politico o di un programma o di una coalizione, da condividere, per chi vorrà, in vista delle amministrative 2006. Matteo d'Ingeo, accantonato il discorso preparato per l'occasione, ha parlato a braccio, rievocando le sue crociate, ad iniziare dall'evento dirompente dell'assassinio Carnicella, per toccare la vicenda delle palazzine di Via Fontana, dello stabilimento balneare Bahia, della proprietà del Fashion district, denunciando, ancora una volta, un pericolosa contiguità che si sarebbe realizzata in città “fra imprenditoria, politica e malaffare”, chiamando i cittadini a seguirlo nel tentativo di proporre una politica che punti ad una reale partecipazione, che dia loro l'opportunità di uscire da quel “rapporto di sudditanza e di clientelismo” in cui continuano a rimanere e che, secondo D'Ingeo, sarebbe stato evidenziato anche dal risultato delle recenti elezioni politiche. “Dietro ad ogni denuncia c'è già la proposta”, ha affermato il candidato sindaco, a parare in anticipo le possibili critiche, ma di fatto nella manifestazione di apertura della sua campagna elettorale non è stato avanzato un programma o fatta chiarezza sulle scelte da fare per la città. In quanto ai nodi politici, D'Ingeo ha ribadito, come già nelle manifestazioni precedenti del Liberatorio, che questo movimento non nasce “contro i partiti”, per aggiungere subito dopo che si rivolge agli astenuti, ma soprattutto a “quei partiti del centro sinistra che devono decidere da che parte stare” e agli elettori per i quali “la candidatura in pectore del centro sinistra non è quella preferita”. In quanto alla composizione della coalizione che l'appoggerà, nei fatti non se ne è fatto cenno. Patrizia Nappi, che si occuperà della campagna di comunicazione, ha presentato i manifesti dei “dieci partiti che appoggeranno Matteo d'Ingeo”, specificando che potranno eventualmente “diventare anche di più”. Sono: “Incavolati e malpancisti”; “Il circolo troppo tempo libero”, per la cultura; “Mani in alto”, contro la criminalità; “Gli ambientalisti gasati”; “Salviamo il Gavetone”; “Olio di gomito”, a difesa del nostro olio; “Associazione Goggione mai”; “Confraternita San Precario”; “Il pugno nell'occhio”, per contrastare la cementificazione selvaggia; “Amici del Cto”, affinché il sindaco “si spezzi le gambe” a riparare le buche delle strade. Manifesti che saranno presenti, ha specificato D'Ingeo, in tutti gli incontri pubblici già programmati in città, “simboli dei bisogni dei cittadini, istanze anche di moralizzazione dei rapporti fra i cittadini e la politica”. D'Ingeo ha concluso il suo lungo intervento con un invito, una volta “gettato il sasso nello stagno”, ad attivare il passaparola, in quanto, slogan di un ultimo manifesto che invita anche all'autofinanziamento, “per contare di più basta poco”. Lella Salvemini
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