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Matteo d'Ingeo candidato sindaco per il Liberatorio politico
02 aprile 2006

MOLFETTA 2.04.2006 Sarà Matteo d'Ingeo (nella foto) il candidato sindaco del Liberatorio politico. È suo quindi il volto che si nascondeva nei manifesti sotto il sacchetto di carta. Lo svelamento è avvenuto stamani, durante un incontro pubblico che ha lanciato in pratica la sua campagna elettorale in vista delle amministrative di fine maggio. Una seconda candidatura di centro sinistra, perché in quest'area si colloca il movimento cittadino, che nasce non “contro i partiti, ma perchè vogliamo che i partiti cambino”, ha affermato d'Ingeo; al suo interno diverse anime, esponenti dell'associazionismo, del volontariato, tesserati di formazioni politiche, ma anche chi si avvicina alla politica per la prima volta, come Nicola Pansini, che ha introdotto l'incontro, tutti uniti dalla volontà di cambiare, soprattutto la metodologia, mirando alla partecipazione attiva dei cittadini, al loro protagonismo nelle decisioni sul futuro della città. D'Ingeo ha ribadito che la storia del Liberatorio viene da più lontano delle primarie del 4 dicembre che individuarono Lillino di Gioia come candidato sindaco del centro sinistra e guarda oltre l'appuntamento elettorale del 28 maggio, avendo a cuore, appunto, un rinnovamento globale del modo di far politica a livello cittadino. Ma è evidente che proprio l'esito di quelle primarie ha costituito l'evento scatenante della nascita del Liberatorio, che ha fondamentalmente coagulato coloro cui non va giù l'idea di votare Di Gioia. Di qui l'incontro per definire un piano di lavoro, l'individuazione di alcune linee progettuali che confluiranno in un programma che sarà elaborato tramite il confronto con la città, la decisione di presentare una lista ed un proprio candidato sindaco. Matteo d'Ingeo non ne ha fatto cenno nel suo discorso, ma la convergenza sul suo nome non è stata scontata ed indolore. Gli aderenti al Liberatorio si sono spaccati sulla decisione stessa di arrivare alla presentazione di una lista per la competizione elettorale, per molti sarebbe stato più opportuno che il Liberatorio rimanesse un luogo di confronto e di elaborazione progettuale, ma soprattutto sul nome del candidato. La rosa si sarebbe chiusa ad Antonio Campo e Matteo d'Ingeo, con una sorta di primarie interne che hanno registrato per più di una riunione una sostanziale parità di preferenze fra i due, fino a che, ieri sera, Antonio Campo ha deciso di fare un passo indietro, anzi, due, visto che stamani né lui né il gruppo che l'ha sostenuto si sono presentati alla Fabbrica di San Domenico per la seconda uscita pubblica del Liberatorio, che non ha registrato globalmente una grande affluenza di pubblico. Nel suo discorso Matteo d'Ingeo ha fatto cenno alle primarie del 4 dicembre, rimproverando i partiti di averle gestite male, ad esempio presentando “due candidati della Margherita”, ma soprattutto avendo lasciato fuori i cittadini dalla decisione su chi avrebbe avuto diritto a partecipare alle primarie stesse. Ora l'obiettivo è il cambiamento, che abbia come punti cardine “il rispetto delle regole, dei patti, dei cittadini”. D'Ingeo, da candidato sindaco, ha attaccato i suoi antagonisti, responsabili a suo dire di molti dei guasti di questa città, segnalando casi di allontanamento dalla legalità, come la costruzione nelle lame o praticamente in riva al mare e la gestione delle vicende delle palazzine di Via Aldo Fontana. Ma ha guardato anche più lontano: “Il Liberatorio ha un obiettivo più alto che rastrellare i voti dei “Lillinomai”, è rivolto al dopo, noi vogliamo riprenderci in mano la città, rimettere in moto la partecipazione vera, lavorare per progetti che debbono essere portatati avanti comunque, dentro e fuori il palazzo”. Da domani il Liberatorio riprende la sua attività in vista delle elezioni amministrative nella sede di Via F. Campanella, 50. Nessun cenno è stato fatto ad eventuali compagni di strada, alla vicinanza con altre formazioni politiche a sostegno della candidatura di Matteo d'Ingeo. Lella Salvemini
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