Massimiliano Palazzo “dalla pelle all'anima”
Una soffusa musica jazz accoglie il visitatore che, incuriosito, entra nella Sala dei Templari ritrovandosi proiettato in un’atmosfera newyorkese anni ‘ 20. A ricrearla la mostra “Dalla Pelle all’Anima” di Massimiliano Palazzo. Questa ha ricevuto il patrocinio del Comune di Molfetta, della Provincia di Bari e dell’Ordine degli Architetti della provincia di Bari. In’un’epoca in cui si cerca necessariamente il nuovo, lo strappo alla regola, in cui si può chiamare originale solo un’arte che usa materiali e canali espressivi sempre diversi, scivolando talvolta anche in quella che è forse ingiustamente defi nita “arte spazzatura”, Massimiliano Palazzo riesce comunque a ritrovare l’originalità anche nella semplicità. Sono semplici oli su tavole le sue opere, che pure meglio di tante altre riescono a scandagliare l’animo umano, spesso a partire proprio da quel particolare che ci sfugge ma che in realtà è fortemente signifi cativo. E così può diventare soggetto di un’opera l’ombra di un uomo piuttosto che l’uomo stesso, oppure due paia di piedi,che sappiano ricreare in modo più espressivo l’anonimo grigiore senza visi e senza emozioni di un’incontro d’affari. Ai “brividi” opprimenti ed angosciosi che giocano sull’accostamento rosso- nero, sopra il quale spicca il chiarore ombreggiato di fi gure umane (“Brivido rosso” e “Brivido nero”) si affi ancano invece più rasserenanti immagini di quotidianità, come quella del cappuccino sorseggiato alle otto di mattina o di una donna che prende il sole stagliandosi su un innaturale fondo ocra. Un fi lone a parte resta quello della strada, che riesce a cogliere da angolature particolari uomini che la attraversano sulle strisce pedonali, immergendoci, da un lato, nel quotidiano grigiore urbano, dall’altro in quella velata curiosità di conoscere e di scoprire qualcosa dell’altro, di quel passante di cui magari vediamo soltanto le scarpe. Resta un capolavoro in un certo senso isolato il “Notturno”, che attira lo sguardo inquietando con la forza espressiva di un uomo di età matura che sembra cercare un disperato sfogo nell’alcool. Insomma, quadri di una estrema capacità di coinvolgimento, che certamente riescono ad azionare i meccanismi psichici più intimi. A livello tecnico-espressivo possono richiamare vagamente le opere Hopperiane, distinguendosi comunque per le tonalità più scure, orientate a rappresentare un universo più diffi cile e ad esprimere con attualità la crisi dei nostri tempi.