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Marco Damilano alla libreria “Il ghigno”. “Chi ha sbagliato più forte”: analisi degli ultimi 20 anni di politica
26 febbraio 2014

MOLFETTA - Giorgio Gaber affermava: “La rivoluzione è essere normali”. E’ vero, basterebbe poco a questa nostra Italia per cominciare a cambiare, un po’ di normalità in cui, i politici fanno politica pensando prima di tutto al benessere dei cittadini. E’ un discorso molto complesso da fare ma proviamo almeno a capire dove risiede la vera causa del momento storico che stiamo vivendo.

Lo facciamo grazie alla presentazione del libro “Chi ha sbagliato più forte” tenuta dal giornalista di politica interna e scrittore Marco Damilano presso la libreria “Il ghigno”. Interlocutore della serata è stato il preside dell’istituto ITCGT Salvemini e del Liceo “Vito Fornari” di Molfetta, Sabino Lafasciano, esperto in filosofia.

Quest’ultimo, proprio in riferimento al suo lavoro, ha affermato che c’è molto da fare per tirar su una nuova generazione diversa dalla precedente, una generazione che non si adagi sulla convinzione che per raggiungere il proprio scopo basti fare i furbi e non guardare in faccia a nessuno; praticamente quello che è successo in Italia nell’ultimo ventennio, del quale protagonista indiscusso è stato Silvio Berlusconi.

Damilano ha spiegato come questo libro sia essenzialmente un libro di parte (l’autore è dichiaratamente di sinistra), un diario personale di questi 20 anni ricco di sue riflessioni, ma che lascia spazio anche alle parole dei protagonisti.

Il libro nasce dall’indignazione accumulata, goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’esclusione della candidatura di Romano Prodi come Presidente della Repubblica nel 2013 e si pone una seria domanda: come mai la Sinistra non è mai riuscita a sconfiggere Berlusconi? Ma non dal punto di vista elettorale, ma politico; come mai non ha mai cercato di attuare un buon piano politico-culturale, non per forza antiberlusconiano a almeno alternativo?

La risposta non è semplice, afferma Damilano, ma una cosa è certa, la Sinistra in Italia è convinta di vivere in un Paese di Destra in cui, non si può far nulla per migliorare la situazione, in cui c’è sempre uno stato di necessità. La grandezza della Sinistra si potrà misurare solo quando andrà al Governo spaccando la Destra e non con un Governo di larghe intese.

Ci provò nel 1995 proprio Romano Prodi che ultimamente ha ammesso che il suo governo cadde nel 1996 perché lavorava troppo bene (riforma scolastica e dello Stato Sociale, per citare alcune iniziative) e nel 2008 perché governava troppo male. Ulteriore conferma di questo sono le parole di Massimo Dalema quando ha affermato di aver fallito nel 1998 perché andò al Governo senza elezioni (Renzi stia attento).

Anche Nanni Moretti, uomo di poche parole ma taglianti (ricordiamo la celebre frase “Con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai”), ha tenuto un diario di questi 20 anni, attivo politicamente nel cosiddetto movimento dei “Girotondi”. Poi, il legame tra i partiti e movimenti come quello appena citato si è complicato sempre di più, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui si è completamente spezzato.

Parliamo soprattutto del “Movimento 5 stelle” e del suo leader Beppe Grillo; questo partito non va considerato a priori apolitico, bisogna anzi confrontarsi perché sarebbe troppo comodo ascoltare solo chi è favorevole rivelandosi poi un voltafaccia, è così che si perdono le elezioni.

Infine il fenomeno Matteo Renzi; questi deve prestare molta attenzione perché corre il rischio di peggiorare ancora di più la situazione senza un piano politico coraggioso. Senza considerare tra l’altro il grande problema dell’Italia, ovvero capire i luoghi in cui si forma la classe dei dirigenti, che a quanto pare, non sono più i partiti.

Quindi riprendendo la celebre frase “Cambiamo tutto affinchè nulla cambi” di Tomasi di Lampedusa ne “Il gattopardo”,  ci restano due strade da seguire: la prima è appunto quella del cambiamento (slogan di Renzi è proprio “Cambiamo verso”) oppure quella della stasi; sta tutto a noi.

La presentazione si è conclusa con la lettura di brani significativi del libro e con un interessante dibattito tra il giornalista e il pubblico.

© Riproduzione riservata

Autore: Daniela Bufo
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