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Manifesto sessista boomerang del centrodestra contro il sindaco di Molfetta, sconfessato perfino dal vertice di Forza Italia
18 aprile 2014

MOLFETTA - E’ stato un boomerang il manifesto sessista di Forza Italia col peperoncino, intitolato “Le pene di Paola” “I compagni di Paola maneggino con cuore e a piccole dosi” con evidente volgare doppiosenso, tipico della destra becera alla quale ci ha abituato la propaganda berlusconiana. Se a questo manifesto si aggiungono le parolacce pronunciate in aula dal consigliere Mariano Caputo del Nuovo centrodestra (area Azzollini), il quadro della volgarità è completo.

Questa la reazione del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio al manifesto offensivo: «Paola un centrodestra becero e sessista che oggi tra le parolacce in aula di Mariano Caputo e i manifesti 6X3 di Forza Italia ha rivelato alla città con esibizionismo muscolare e machismo di bassa lega di che materia è fatto. "Il pene di Paola da maneggiare con cuore" di Forza Italia è francamente un messaggio demenziale oltre che da sexy shop. Pensavamo che la destra alternativa ad Azzollini stesse facendo un percorso di maturità e serietà. Ci sbagliavamo di grosso. Buona notte alla Molfetta che non ne può più di questa volgarità da basso impero».

E a conferma del boomerang, oltre a quello dell’opinione pubblica disgustata, arriva la sconfessione degli incauti (eufemismo) autori del manifesto, che campeggia gigante 6x3 in alcune zone della città, da parte di un esponente nazionale di quel partito che diffida gli sprovveduti forzitalioti molfettesi (che figura!) ad usare il simbolo di Forza Italia per queste idiozie e invita gli autori del manifesto a scusarsi con il sindaco Paola Natalicchio. A parlare è addirittura la portavoce del gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati Mara Carfagna, componente del Comitato nazionale di presidenza del partito: "Quando lo scontro politico trascende nel cattivo gusto e nelle offese di carattere sessista non esistono barricate, né ideologie ma solamente il disgusto e la vergogna. Condanno fermamente l’iniziativa del gruppo locale di Forza Italia contro il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, alla quale va tutta la mia solidarietà e comprensione. Non è tollerabile utilizzare strumenti comunicativi così indecorosi e profondamente offensivi. Il rispetto dell’avversario politico è un valore al quale non bisogna mai derogare. Si faccia piena chiarezza e ci si scusi con la signora Natalicchio. Nessuno - conclude Carfagna - si permetta più di legare il simbolo di Forza Italia a tali idiozie”.

Paola Natalicchio ha subito risposto all’esponente di Forza Italia, ringraziando per la solidarietà: "Grazie a Mara Carfagna, davvero. Ricambio il rispetto e ringrazio per la solidarietà. Allora esiste ancora la possibilità di dividerci sulle scelte, ma di condividere una grammatica democratica che eviti demenziali sconfinamenti".

E invece delle scuse richieste dalla Carfagna, arrivano i maldestri tentativi di giustificazione delle donne (quante sono?) di Forza Italia, con un comunicato dal titolo: “Paola stai serena” col quale cercano di ridimensionare il boomerang: «Noi, pur donne, non cogliamo alcun ribrezzo di genere, nello stile e, soprattutto, nei contenuti della campagna di comunicazione. L riproduciamo, da fedeli amanuensi, l'etimo della parola che tanto veleno ha generato: 'pene'. Recita il Devoto-Oli: dal latino poena castigo, molestia, sofferenza; dal greco poine ammenda, castigo. L'intento comunicativo è quello di invitare il primo cittadino ad alleviare 'Le pene' che, con la sua gestione, sta infliggendo alla città. Noi siamo donne libere da preconcetti sessuali. Sindaco stia serena!». Forse le donne di Forza Italia non hanno finito di sfogliare il vocabolario al termine “pene”, un approfondimento non farebbe male.

Il manifesto (vedi foto) ha fatto il giro di Facebook raccogliendo molte critiche e danneggiando (se mai ce ne fosse bisogno) l’immagine del partito a Molfetta.

C’è perfino chi ha ironizzato aggiungendo un “di” e così: “Gli amici del centrodestra fanno gli auguri al loro candidato sindaco Mimmo di Paola” (vedi foto).

Anche l’esponente nazionale del Pd, Pippo Civati è intervenuto nel suo blog (e anche qui fiumi di critiche a F.I.), sovrapponendo la scritta “SCHIFOSI” al manifesto (vedi foto): “Ecco i manifesti contro Paola Natalicchio, sindaca di Molfetta. Una vergogna nazionale (http://www.ciwati.it/2014/04/17/schifosi/). La squallida vicenda ha fatto il giro non solo dei social network, ma è stata ripresa anche dai quotidiani nazionali, come “La Repubblica”: http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/04/17/news/manifesti_sessisti_forza_italia-83891377/#gallery-slider=83878513 e il “Corriere del Mezzogiorno”: (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/politica/2014/17-aprile-2014/manifesto-sessista-contro-sindacaora-forza-italia-si-scusi-22388979804.shtml), oltre che dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”:  http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/manifesto-sessista-a-molfetta-il-sindaco-pretendo-le-scuse-no711016 e dalle tv nazionali oltre che di Telenorba e Radionorba che hanno intervistato il sindaco Paola Natalicchio: «Quel manifesto sessista vuole colpire le donne. Sono delusa per questa destra volgare e becera che non sopporta che una donna di 35 anni governi una città fino a ora malgovernata da un centrodestra che aveva come capo un uomo molto macho». La sindaca, quindi, contrattacca Forza Italia. «Che sia delusa non significa che sia però sorpresa perché Forza Italia è capace solo di questo, di una politica al bunga bunga e sexy shop. Berlusconi farebbe bene a chiuderlo quel partito che offende tutte le donne che si occupano di cose importanti. Un partito che ci vorrebbe fra i banchi dove si vendono gli ortaggi e poi magari in cucina a prepararli». Natalicchio ha ricevuto molte attestazioni di solidarietà, anche da parte di donne del centrodestra. Tra gli altri anche Nichi Vendola e Pippo Civati. «Adoro la contesa politica ma questi affronti volgari – conclude la sindaca – mi infastidiscono come donna. E però mi fanno anche sentire il forte orgoglio di far parte di una cultura diversa. Anche da queste cose si vede la differenza fra destra e sinistra».

Il blog “In fondo a sinistra” critica il manifesto sessista e invita i lettori a segnalarlo all’Istituto per l’autodisciplina pubblicitaria e riporta anche una frase del sindaco Natalicchio:  «Qualsiasi cosa si inizi con la rabbia finisce in vergogna.

Questa frase la dedico a: Ninni Camporeale, Pietro Mastropasqua, De Ceglia Solimini, Tammacco (rappresentanti/consiglieri comunali di Molfetta del “partito” Forza Italia). Immune non è Mariano Caputo.

Mi vergogno per voi. 

Nota: “Le pene di Paola” e un peperoncino piccante gigante, “u diavelicchie”, in dialetto pugliese, per fare il verso al cognome dell’avversario politico da attaccare con un manifesto sessista che sta facendo il giro dei social. E’ la foto del cartellone di Forza Italia che a Molfetta prende di mira il sindaco Paola Natalicchio

Nota/2: invito lettori, cittadini e tanti altri a segnalare questa pubblicità all’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria (cliccate qui per il link).
Nota/3: la foto è visibile a Molfetta (quindi non si tratta di un fake), dopo l’ospedale verso Terlizzi (vicinanze Medimax). Un altro in via Achille Salvucci (nei pressi della rotonda)».

Questi altri link sul peperoncino: L'UnitàBari today, Il Paese nuovoBlitzquotidiano, Statoquotidiano, 24hlive, globalisthttp://www.squer.it/of/manifesto-sessista-contro-sindaco-molfetta/

Perfino l’agenzia giornalistica ANSA ha diffuso la notizia dei manifesti sessisti per tutta la rete nazionale: http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2014/04/17/manifesti-sessisti-fi-a-sindaco-molfetta_c4e245ba-604b-4094-a3c2-1b690b650fcb.html

In conclusione, questo manifesto sessista del peperoncino si aggiunge alle immagini negative che Molfetta sta offrendo all’Italia dagli scandali dell’edilizia con l’arresto del dirigente dell’Ufficio territorio ing. Rocco Altomare, allo scandalo del porto che vede coinvolto come indagato, fra gli altri, anche l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio del Senato, all’esecuzione con tanto di killer di Alfredo Fiore, capo di una famiglia malavitosa locale. Insomma, la città sempre all’attenzione dei media nazionali come non era mai accaduto.  E ora a completare il quadro, il manifesto di Forza Italia, una vigliaccata tipica berlusconiana in cui si butta il sasso e si nasconde la mano. Ma, contrariamente al loro capo, l’ex Cavaliere pregiudicato Silvio, i suoi adepti locali, ancora una volta mostrano grande ignoranza in comunicazione (il risultato, alla fine come è accaduto con la campagna elettorale del candidato sindaco del centrodestra Ninnì Camporeale, è stato quello di una grande pubblicità alla Natalicchio, facendone un simbolo nazionale), con l’aggravante di un sessismo e una violenza malcelata (non dimentichiamo il seno nudo di Veronica Lario pubblicato sui giornali servi o di proprietà di Berlusconi, quando l’ex moglie ha rivelato le manie sessuali del marito verso le minorenni).

Quando non si hanno idee e proposte e si è alla frutta, si ricorre alla violenza verbale o al discredito, vedi l’opposizione di centrodestra della quale finora non si registra alcuna proposta o iniziativa utile che non siano rumorose quanto inesistenti e becere manifestazioni come la protesta per l’asfalto davanti al duomo o quella per l’installazione dell’opera di Nagasawa a cala S. Andrea, senza dimenticare il precedente del diffamatorio manifesto contro “Quindici” e il suo direttore, contro i cui autori, sempre del Pdl, sta già procedendo la Procura di Trani. I manifesti diffamatori, insomma, rappresentano la nuova forma di comunicazione del centrodestra.
In pratica, che si chiami Pdl, Forza Italia o Nuovo centrodestra sempre identico è il brodo primordiale del peggiore berlusconismo e azzollinismo, che si nutre di volgarità, insulti e odio verso gli avversari, un’anima fascista e razzista che punta a dividere anziché ad unire gli italiani, per la mancanza nel proprio Dna della cultura della democrazia, mascherata dalla falsa invocazione della “libertà” (per loro, ma non per gli altri) di cui si riempiono la bocca, dimenticando che il concetto di libertà ha in sé anche quello di tolleranza e rispetto degli altri.

La strada per crescere è ancora lunga, soprattutto quando anche i giovani si fanno trascinare sul terreno scivoloso dell’uso del fango e del discredito verso gli avversari, considerati nemici da distruggere, quando non si è in grado di accettare la sconfitta democratica.
Il sindaco Natalicchio pretende le scuse. Saranno capaci di farlo? Dubitiamo fortemente: non lo hanno fatto in occasione del manifesto diffamatorio, con l’accusa di voto di scambio, nei confronti di “Quindici”, anch’esso un boomerang per loro in tutta la città. Forse solo la magistratura, che finora è stata fin troppo clemente con il loro capo Berlusconi, potrebbe costringerli a fare marcia indietro.
Anche chi sperava in una discontinuità del nuovo gruppo di Forza Italia dai sistemi e i metodi del sen. Antonio Azzollini, è rimasto deluso: la matrice, purtroppo, è sempre la stessa. Passerà Berlusconi, ma non il berlusconismo e la sua becera cultura. Questi anni resteranno come una macchia nera nella storia di Molfetta. Peccato per i giovani e le donne del gruppo!

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1°parte. - Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato. (continua)

2°parte. - Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra. (fine)




Eccoci ancora, come Comunità, alla ribalta negativa e di cattivo gusto; questa volta, abbiamo addirittura "scandalizzato" la formazione politica (la signora Carfagna è un importante esponente di Forza Italia) dalle cui file, a cura di alcuni sciocchi, sconsiderati "spiritosi", è nata la bella impresa. Qualcuno ha detto: "parlate di me, MALE!, ma parlate di me". I "signori" (e, per questo, anche le "signore", che leggono il significato delle parole a modo loro: povere ingenue) di Forza Italia - Molfetta, l'hanno fatta grossa. Notevole uno stralcio del commento del Sindaco, che parla di "machismo", riferito ai comportamenti dell'Opposizione di (sia essa di Forza Italia, sia essa del NCD). Mettiamo anche noi mano al dizionario della lingua italiana. 'MACHO: - detto di atteggiamento, abbigliamento e simili che sottolineano ed enfatizzano caratteri virili'. Un "macho" è uno che si crede ..."un FESSO e mezzo" (lo crede solo lui!) e non fa nulla per nasconderlo, anzi fa di tutto, per farlo notare. Uno "sciupafemmine"), uno che, come recita una pubblicità, ..."non deve chiedere ...mai!". Vediamo allora le "menti", i "creativi" (in Forza Italia sez. di Molfetta) che avrebbero partorito ed autorizzato l'"idea". Ve lo immaginate il sig. N. Camporeale, il sig. M. Caputo, qualche altro esponente di F.I. Molfetta, abbronzato ed impomatato, abbigliato in jeans ultra-stretti e ti-shirt attillata, tali da far evidenziare gli ...attributi da macho che POTREBBERO avere? La scuola di formazione di questi signori è ben nota, sia a livello centrale (l'Unto) sia a livello locale (l'ex)S. S. P. (ex)S.. Quest'ultimo, con si suoi mitici "SCIATAVINN!" ha fatto scuola, anche fra le Signore del Partito. Il "PENSIERO" è comune! La "VOCAZIONE" è quella del Sultano, con il suo harem! Dunque, pur schifati, non meravigliamoci dei comportamenti e del linguaggio del sig. Caputo, in Consiglio comunale. Speriamo solo che la somma di questi eventi, possa aprire un po' gli occhi dei tanti simpatizzanti che credono, con onestà intellettuale, nel Centro Destra - in generale - ed in Forza Italia, in particolare.
Onorato di essere chiamato ancora una volta in causa. Caro "dinamitardo", veniamo subito al dunque: che differenza passa tra il "paparul abbrsciat" e "u diavelicchie"? Partiamo dal secondo, ovvero "u diavelicchie". Il "diavelicchie" "bruscia", a differenza del "paparul abbrsciat" il quale "abbruscia", e ben si capisce la differenza. Vorrei qui aprire una parentesi perchè non si capisce bene se alle femmine di Forza Italia molfettesi "bruscia o abbruscia" o le due cose insieme. Colgo così l'occasione per spiegare l'"abbrusciatura du'paparul", da me già spiegata tempo addietro, forse male o non capita, vediamo. Molti anni fa, quando noi ragazzi ci si sfidava amichevolmente per quartieri o rioni nei vari giochi allora in voga, giochi alquanto innocenti se li confrontiamo con quelli contemporanei, usavamo “sfottò” altrettanto innocenti per esaltare una vittoria o appesantire una sconfitta. Inutile dire l'esistenza anche di gruppi facironosi, presuntuosi, prepotenti, erroneamente sicuri di risultare sempre vittoriosi, i quali non accettavano di buon grado la sconfitta additando sempre scuse assurde per svalorizzare la vittoria onesta sul campo dell'avversario. Così dopo scambi di vedute a volte anche sostenute, a questi prepotenti poco inclini alla sconfitta, si gridava a mo' di sfottò: “si va bhe, mo vabbrusce u'paparul, abbrusce eccome, si vet e s' send”! Quello che è successo a Molfetta l'anno scorso alle elezioni comunali. Un'armata considerata di panzer, presuntuosa anche prepotente, alla fine risultata un'armata Brancaleone, sconfitta dal Davide della situazione, ovvero la “piccola grande” signora venuta da fuori, attualmente Sindaco. Non mi dilungo per non essere scambiato per un nibelungo, come altre volte espressomi, la “bruciatura du'paparul” ancora si sente , si vede, in giro, in largo, in Aula nei Consigli, ora anche al femminile. Caro dinamitardo, colgo l'occasione per ringraziarti delle risate che mi hai regalato senza richieste: “Forse perchè sono un uomo casto e puro e non scorgo malizia nell'Umanità. Tuttavia, da ingenuo, casto e puro chiedo….” Ahahahahaaa….basta, non ce la faccio più, mi faccio sotto!







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