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"Mani sulla città", processo dopo 10 anni: raffica di prescrizioni e assoluzioni per presunti abusi edilizi a Molfetta. Una sola condanna per falso in atto pubblico (pena sospesa) all’ing. Rocco Altomare
28 febbraio 2021

 MOLFETTA – Prescrizioni a raffica e assoluzioni per tutti gli imputati e una sola condanna: questa la sentenza del processo di primo grado “Le mani sulla città” conclusosi dopo 10 anni dall’inchiesta del 23 giugno 2011 che portò all’arresto di 9 persone, 51 indagati di cui 31 rinvii a giudizio per presunti illeciti edilizi e presunti casi di corruzione a Molfetta.
Caduta l’accusa più grave, l’associazione per delinquere e prescritti altri reati, dopo 10 anni per arrivare al processo, è rimasta l’unica condanna per il reato di falso in atto pubblico in relazione al cosiddetto piano dell’agro (1 anno e 6 mesi, pena sospesa, ma ci sarà il risarcimento danni al Comune di Molfetta, costituitosi parte civile) per l’ing. Rocco Altomare, capo del settore Tecnico del Comune di Molfetta, arrestato insieme al fratello Donato, ad alcuni professionisti dello studio tecnico A&D srl e a un noto imprenditore edile molfettese, Mauro Spadavecchia.

L’operazione, condotta all’epoca dei fatti dal Corpo Forestale dello Stato, con l’accusa di aver messo in piedi una sorta di comitato d’affari per la gestione dell’edilizia a Molfetta. I reati formulati, nell’ambito dell’inchiesta guidata dal sostituto procuratore dell’epoca Antonio Savasta, furono di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione, oltre che reati contro l’ambiente consistenti in lottizzazioni abusive nel territorio comunale, con gravi rischi idrogeologici.

«Avevano messo le mani sulla città, gestendo a fini privati l’attività dell’Ufficio Tecnico del Comune di Molfetta, in stretto rapporto con uno studio professionale privato dello stesso Comune», così dichiarò il Procuratore della Repubblica,  Carlo Maria Capristo, precisando che «dopo mesi d’indagini a cura della Procura della Repubblica di Trani, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, con l’ausilio della Polizia Municipale di Molfetta, hanno ricostruito la fitta rete d’interessi e di illegalità che ha praticamente paralizzato l'attività edilizia della città di Molfetta».

Il Tribunale di Trani ha impiegato 10 anni per arrivare al processo con una sentenza che ha annullato l’intero impianto accusatorio. Cade per tutti il reato di associazione a delinquere “perché il fatto non sussiste”. Stessa cosa per la presunta concussione in merito alla vicenda dell’ex Hotel Tritone, oggetto di riconversione ad uso abitativo.

Tutti gli altri capi d’imputazione, riguardanti presunti abusi per cisterne d’acqua fuori terra, immobili costruiti in prossimità di Lama Martina ed altri presunti abusi edilizi) sono stati dichiarati prescritti.
Le motivazioni della sentenza si conosceranno tra 90 giorni.

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