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Mani sulla città 3: altri 48 giorni di carcere a Trani per Altomare
15 ottobre 2011

Condono o abbattimento per gli stabili sequestrati? A volte ci ritornano. Appena 48 nel carcere di Trani per l’ing. Rocco Altomare, ex dirigente dell’Uffi cio Territorio del Comune di Molfetta, indagato per presunti illeciti edilizi in merito al Piano dell’agro, alla trasformazione dell’Hotel Tritone in appartamenti privati e per altre vicende legate all’operazione «Mani sulla città » (a giugno altre 8 ordinanze di custodia cautelare). Altomare avrebbe violato le disposizioni di legge cui doveva attenersi per i domiciliari, effettuando alcune telefonate. Per questo motivo, gli agenti della Guardia di Finanza lo hanno condotto nuovamente nel carcere di Trani, su disposizione del Tribunale. Tornato nella sua abitazione di Molfetta agli arresti domiciliari, gli è stato consigliato di evitare ulteriori violazioni delle disposizione restrittive. Rocco Altomare era stato arrestato e condotto a Trani, poi dopo una lunga detenzione (trasferito poi nel carcere di Taranto), ma, dopo aver risposto alle domande degli inquirenti, gli erano stati concessi gli arresti domiciliari in provincia di Potenza nella villa di una sua cognata. Recentemente, dopo la revoca e modifi ca degli arresti domiciliari al fi glio Corrado, era stato trasferito nella sua abitazione a Molfetta. Resta ancora agli arresti domiciliari il fratello, ing. Donato Altomare, mentre gli altri 8 arrestati sono stati scarcerati in attesa del processo, perché avrebbero collaborato con la giustizia, scagionando se stessi e attribuendo tutta la responsabilità allo stesso Rocco Altomare. Un’altra violazione di legge era stata compiuta dal sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini che si era recato nel carcere di Trani per parlare proprio con Altomare. L’inchiesta della magistratura cova sotto la cenere, probabilmente sul fronte porto. Non si escludono ulteriori sviluppi che potrebbero coinvolgere anche la giunta Azzollini (e non solo). Intanto, i cittadini reclamano segnali forti dalla procura di Trani, come l’abbattimento degli stabili (case in prossimità di Lama Martina e ville nell’agro di Molfetta) sequestrati durante l’operazione del 23 giugno. Saranno condonate o si procederà all’abbattimento? I residenti e gli acquirenti hanno compreso la gravità dei reati commessi e le motivazioni che hanno spinto la Procura a sequestrare le loro case? O si schiereranno a favore del sindaco senatore Azzollini, turandosi il naso? Come reagirà la Procura? Nicola Squeo

Autore: Nicola Squeo
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