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LUISA MOSCATO, ARTEINSCENA
15 aprile 2019

Non posso che esserne felicissima del progetto. Chi come me lavora in questo ambito non può che avere a cuore la realizzazione di un teatro a Molfetta, che finalmente è un progetto concreto di questa amministrazione comunale e non solo un pensiero. Tante volte chiamiamo il teatro “contenitore culturale”, ma secondo me il teatro è teatro, non se ne può fare una mistura di ingredienti. È quel luogo dove sul tavolaccio si mettono in scena espressioni artistiche classiche e moderne, oltre che musical. Molfetta ha bisogno di un teatro per consentire a tutte le realtà locali di esprimere l’arte e la passione, ma anche per accogliere compagnie nazionali che portano sulla scena le espressioni artistiche più varie. L’arte resta tale in tutte le sue forme. Per quanto riguarda i costi non sono la persona più adeguata a rispondere a questa domanda, non ho idea di quali siano i costi di costruzione per un teatro. Quello che è stato presentato è un megaprogetto, lo trovo bellissimo, evidentemente richiede costi elevati per la capienza e per la maestosità, ma anche per tutti i servizi connessi alla struttura stessa. Il teatro non potrebbe mai sorgere in centro. Tutti i grandi teatri, si pensi a Milano, a Roma o a Bari, nascono in periferia perché non trovano spazio in città. Per strutture così grandi bisogna anche inserire dei parcheggi altrettanto grandi al fine di ospitare non solo i normali spettatori, ma anche gli autobus e i pullman che hanno a bordo gruppi. Le dimensioni di un teatro sono tali da attrarre pubblico dall’intera regione, come avviene già per il Teatro Team di Bari. È sbagliato concepirlo soltanto come teatro dei molfettesi, deve divenire teatro dei pugliesi. La collocazione è immediatamente fuori dal centro abitato, non è poi così lontano, la nostra città si è estesa, al Teatro Team per esempio non è possibile arrivare a piedi, cosa che alcuni abitanti molfettesi potranno fare. Bisogna ammettere che 1.200 posti sono un’idea ambiziosa, ma dipende tutto da come sarà gestito lo spazio. Se si pensa ad una struttura che ospiterà gradi concerti e grandi compagnie 1.200 posti sono adeguati. Personalmente non avrei superato gli 800 posti, piuttosto avrei pensato a due o più date per i grandi eventi. Avrei lasciato più spazio, come suggerito da Mirabella, al palcoscenico e alle quinte. Chi fa teatro sa quanto sia importante lo spazio che va dal proscenio sino al retro e sa quanto siano importanti gli spazi tecnici che il pubblico non sempre conosce. Il buon risultato di un’opera dipende anche da come viene fatto il lavoro dietro le quinte, nella fase di montaggio e nel cambio delle scene. Se a costruirlo saranno architetti competenti, che conoscono perfettamente le esigenze di chi recita e di chi realizza le scenografie, non si correrà il rischio del “non luogo” perché gli spazi andranno ben calibrati. Confido in questo modus operandi dell’amministrazione comunale, che sicuramente vorrà tener conto del parere di esperti come Michele Mirabella, che è già stato consulente per la realizzazione di altri teatri come il Petruzzelli di Bari. Non concordo con il fatto che il teatro possa essere adibito anche a sala cinematografica: non vorrei che si snaturalizzasse l’anima del progetto. Il teatro ha esigenze diverse da quelle di una sala cinematografica, già presente a Molfetta. I cinema stanno chiudendo in favore delle multisale, perciò credo che questo teatro debba essere pensato per assolvere alla sua reale funzione. Non credo che spendendo meno denaro per costruire due strutture si possano ottenere dei buoni risultati, anzi si correrebbe ancor di più il rischio di creare due “non luoghi”. Secondo me bisogna lavorare alla realizzazione di un teatro con la T maiuscola che permetta a Molfetta, orfana di teatro da anni, un riscatto fatto con intelligenza e creatività. Quello di Capotorti potrebbe essere assolutamente un nome interessante da dargli, in quanto si tratta di un musicista molfettese che ha studiato con grandi elementi del panorama musicale della musica classica italiana, tra cui Nicolò Piccinni. Luigi Capotorti è sicuramente una figura autorevole nella storia della musica a Molfetta. Sinceramente non ho pensato a chi altro potrebbe essere dedicato, ma andando a scavare nella storia ce ne sarebbero sicuramente altri. Sara Fiumefreddo

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