Luci ed ombre dell' Alternanza scuola-lavoro a Molfetta. Come rispondono i Licei alla sfida?
MOLFETTA - Il governo ci ha sfidato, e non possiamo che accettare. La fine dell’anno scolastico è ormai alle porte, ma non sono solo le attività didattiche a concludersi; termina anche un percorso che ha messo a dura prova i Licei: l’Alternanza scuola-lavoro, che ha visto gli alunni delle classi prime del Liceo Classico ‘Leonardo da Vinci’ (foto) e delle classi terze del Liceo Scientifico ‘Albert Einstein’ di Molfetta catapultati in ambienti lavorativi di diversi ambiti. Altrettanti gli enti, sebbene privi di incentivo, pronti a dare la disponibilità del proprio tempo e delle proprie risorse: l’azienda editrice ‘L’ Immagine s.r.l.’, la casa editrice ‘Nel Diritto’, l’Istituto di Cristallografia di Bari, l’Archivistica di Bari, il Dipartimento di Fisica dell’Università degli studi di Bari, l’Ordine degli avvocati, l’azienda imprenditrice ‘Industria del mobile-Spazio e design’, il Museo del Pulo, che si sono ritrovati a fare i conti con una nuova realtà. Ma proprio perché è giunto il momento di tirare le somme, sentiamo cosa ne pensano i pionieri.
‘’Trovo interessante l’ esperienza che siamo stati chiamati a svolgere, solo l’organizzazione andrebbe rivista, pecca plausibile in quanto siamo alle prime battute.’’- afferma Pompeo Mastrapasqua; ‘’Non condivido molto l’Alternanza scuola-lavoro in un Liceo perché esso dovrebbe formarci a livello teorico per inserirci nel mondo universitario, che a sua volta ci aprirà la strada al mondo del lavoro’’- dichiara Emanuele Troia; ‘’Gli enti che ci accolgono hanno lavori ben precisi da svolgere e non sempre possono investire un cospicuo numero di ore nell’insegnare qualcosa sulla loro professione ai ragazzi; le ore dedicate all’attività di alternanza potrebbero essere spese in maniera più proficua, per esempio nell’apprendimento di discipline che il piano di studi del Liceo non prevede’’- osservano Valeria Farinola e Mattia Mazzola; ‘’Come dice la parola stessa, ‘alternanza’, essa dovrebbe coincidere con i giorni e con i periodi scolastici e sostituirsi, per il numero di ore previsto, alle attività didattiche, non complicarne lo svolgimento. ‘’- aggiunge Claudia Copertino.
Le classi, suddivise in vari gruppi di alternanza sulla base dei propri interessi, hanno trovato difficoltà nel tener testa al regolare corso delle attività didattiche sia perché è complicato gestire, oltre allo studio, anche un’attività che porta via un monte non indifferente di ore sia perché, rispettando i calendari dei vari incontri di alternanza, concordati dal tutor interno e dal tutor esterno di ciascun gruppo, diventa impossibile persino fissare un compito in classe. Tanto che, una delle proposte avanzate dai ragazzi per rendere più piacevole l’ormai frenetico e insostenibile percorso didattico, è stata quella di selezionare gli argomenti da affrontare o di sintetizzare al massimo i programmi da svolgere. È da riconoscere la vasta gamma di opportunità che la scuola ha deciso di offrire, per mettere i ragazzi nell’imbarazzo della scelta al fine di dare ad ognuno almeno un’infarinatura di ciò che lo attende nel proprio futuro; ma tutto ciò va a discapito della formazione culturale completa, da sempre obbiettivo del Liceo, nato grazie ad Aristotele per amor di conoscenza.
I giudizi negativi in merito all’Alternanza scuola-lavoro sono in contrasto con le critiche continuamente mosse ai licei, accusati di essere scuole troppo teoriche in un mondo ormai quasi esclusivamente pratico e informatizzato. Ora che si ha l’opportunità di dare un quid agli indirizzi liceali, non la si coglie? A questo punto sorge spontaneo chiedersi se l’Alternanza rappresenti davvero il quid dei Licei, quel qualcosa in più che potrebbe attualizzarli.
Si pensa sempre che il Liceo sia superato e abbia bisogno di innovazioni, eppure, come la magistra vitae insegna, gli errori del passato si ripetono, le situazioni politiche si ripresentano. Ma è naturale che, se non ne si è a conoscenza, non si può porre rimedio ai problemi. Grazie all’Alternanza scuola-lavoro c’è chi imparerà ad apprendere un mestiere, chi ad essere puntuale, chi a scoprire la vita nelle aziende, chi a sapersi organizzare, chi ad utilizzare nuovi strumenti; ma la domanda più attuale è: ci sarà ancora qualcuno in grado di pensare?
© Riproduzione riservata